Le dottrine operative
Come sopra
evidenziato, il 1943 fu caratterizzato da una serie di importanti e delicate
conferenze interalleate, la prima delle quali si tenne a Casablanca, tra Churchill e
Roosevelt, e fece emergere la questione del “secondo fronte” che dominò i
rapporti tra gli alleati fino alla conclusione del conflitto. Gli americani,
infatti, erano favorevoli a concentrare lo sforzo militare in uno sbarco sulle
coste della Francia per aprire un nuovo fronte contro la Germania. Churchill
credeva fosse meglio uno sbarco nei Balcani, in modo tale da impedire che le
truppe sovietiche si impadronissero di quell’area.
Nel
maggio 1943, durante la conferenza “Trident”, fu deciso lo “sbarco in Italia”,
considerato come un fronte di secondaria importanza rispetto a quello francese
o dei Balcani, una soluzione di compromesso imposta dalle circostanze, ma che
non corrispondeva a uguali visioni strategico-politiche degli USA,
dell’Inghilterra e dell’URSS. Infatti, sebbene i britannici avessero accettato
il criterio americano di considerare l’operazione “Overlord”[i] come
la più importante del 1944, con il passar del tempo emersero, da parte
americana, alcuni sospetti accusando gli stessi inglesi di interessarsi molto
alla situazione del Mediterraneo.
La
terza importante conferenza alleata fu la “Quadrant”, in cui gli inglesi
evidenziarono l’importanza di tre condizioni[ii] da
soddisfare prima di iniziare l’operazione “Overlord”:
- era necessario
ridurre drasticamente la forza degli aerei da caccia tedeschi;
- i tedeschi non
dovevano essere presenti in Francia e Paesi Bassi con più di dodici divisioni
mobili;
- bisognava
risolvere il problema dei rifornimenti su spiagge in presenza di maree.
Le
prime due condizioni potevano essere conseguite solo attraverso l’approntamento
di operazioni nel Mediterraneo.
Gli
americani, a loro volta, pur non condividendo quanto evidenziato dai
britannici, acconsentirono a ridurre in una certa misura il grado di priorità
assegnato a “Overlord”.
Dopo
la conferenza “Quadrant”, Eisenhower ricevette tre compiti per le forze
alleate:
- eliminare l’Italia
dal conflitto;
- occupare la
Sardegna e la Corsica;
- mantenere una
pressione ininterrotta sui tedeschi per creare le condizioni richieste da “Overlord”
e attuare un’eventuale penetrazione delle forze alleate nella Francia
meridionale.
Il
21 settembre 1943 fu emanata la prima direttiva per lo sviluppo della campagna
d’Italia, a opera del generale Alexander, capo del corpo di spedizione alleato,
che prevedeva quattro fasi molto vaste[iii]:
- il consolidamento
della breccia da Salerno a Bari;
- la conquista del
porto di Napoli e degli aeroporti di Foggia;
- la conquista di
Roma, dei suoi aeroporti e del nodo stradale e ferroviario di Terni;
- l’occupazione del
porto di Livorno e dei centri di comunicazione di Firenze ed Arezzo.
Alla fine di ottobre la situazione poteva essere riassunta nel modo
seguente: undici divisioni alleate stavano attaccando nove
[ii] W.
G. F. Jackson, La battaglia d’Italia, Baldini & Castaldi – Milano, pag 152.
[iii] W.
G. F. Jackson, La battaglia d’Italia, Baldini & Castaldi – Milano, pag 154.
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