Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Iscrizioni aperte. Info www.unicusano.it/master

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944
Società Editrice Nuova Cultura, Roma 2014, 350 pagine euro 25. Per ordini: ordini@nuovacultora.it. Per informazioni:cervinocause@libero.it oppure cliccare sulla foto

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mercoledì 31 marzo 2021

Lo Sbarco di Anzio. Iconografia


 



Il Museo dello Sbarco di Anzio ( clicca su www.ilmuseodellosbarco.it) riporta una ampia raccolta materica riguardate le truppe alleate ed le truppe tedesche otre ad una buona documetazione d'archivio. Il Direttore è Patrizio Colantuono

mercoledì 10 marzo 2021

Lo sbarco di Anzio 22 gennaio -28 maggio 1944


 Progetto Dizionario minimo della Guerra di Liberazione Draft:


Nel momento in cui gli Alleati furono fermati a nord nella loro avanzata verso Roma, con l’inoltrarsi della stagione invernale, presero coscienza che le operazioni in Italia non sarebbero state facili. A Tunisi, dove Wiston Churchill era trattenuto per motivi di salute, maturò l’idea di tentare uno sbarco nel retro delle difese tedesche di Cassino e quindi farle cadere per manovra. IL piano era sostenuto dai Britannici ma era osteggiato dagli Statuinitensi, che vedevano in questa operazione solo un inutile spreco di uomini e di risorse, essendo loro entrati ormai nell’ottica strategica che tutto doveva essere messo a disposizione di Overlord. Nelle discussioni relative questi dissidi tra gli alleati pesarono molto, in quanto si crearono false aspettative e tutto sembrava facile. Una volta sbarcati, superate le difese costiere si era convinti di arrivare ai Colli Albani e addirittura conquistare Roma con un semplice sforzo. Alla fine prevalse la volontà di Cherchill el’operazione fu approvata. Si doveva sbarcare a sud di Roma, in quanto questa era il limite della aviazione, limite grave in quanto gli aerei alleati potevano rimanere sul cielo di Anzio solo una decina di minuti, poi dovevano rientrare alla base per rifornirsi. Pertanto la più retributiva area di Civitavecchia, che prestava condizioni di sbarco ottimali (oltre alle difese di Cassino anche Roma sarebbe caduta per manovra) soprattutto per la disponibilità del porto che era veramente notevole, non fu presa in considerazione. Non conoscendo questo dato i tedeschi avevano rafforzato le difese a nord di Roma e quindi nell’area di Civitavecchia, mentre avevano lasciato completamente indifese le zone di sbarco a sud di Roma, lungo il litorale Laziale. L’unico punto utile era l’area a ridosso di Anzio, che aveva un porto sufficiente per l’alimentazione logistica delle truppe sbarcate.

L’operazione ebbe inizio il 22 gennaio e non trovò nessuna resistenza; la sorpresa fu totale. Raggiunti nel primo giorno tutti gli obiettivi, anziché proseguire verso l’interno e puntare su Colle Albani per tagliare le vie di comunicazione verso sud, il gen. Luca, che comandata la forza sbarcata, memore dei precedenti della Sicilia e di Salerno, dedicò tutto il tempo disponibile a dotare la testa di ponte del maggior numero di materiali, anche perché sapeva che i mezzi da sbarco gli sarebbero stati sottratti dal 5 febbraio per essere messi a disposizione di Overlord. Passarono così tre giorni importanti in cui la testa di ponte si allargò verso l’interno ma permisero ai tedeschi, che nell’area non avevano truppe di far affluire ingenti forze che riuscirono ad attestarsi a difesa dal quarto giorno in poi. Le difese tedesche divennero sempre più robuste e quando gli americani tentarono una punta in avanti con formazioni di Rangers, fu un disastro. Praticamente i due reggimenti impiegati furono distrutti, e solo sei uomini ritornarono alla base, gli altri o caduti o feriti o nella maggior parte fatti prigionieri.  Ai primi di febbraio i tedeschi lanciarono una controffensiva che fu fermata a stento. Ormai la situazione era compromessa: da una parte gli alleati che facevano affluire mezzi ed uomini dall’altra i tedeschi che tentarono in tre offensive lanciate nel corso del mese di febbraio di rigettare a mare gli alleati. Ai primi di marzo la situazione entrò in stallo: in pratica sei divisioni alleate erano sulla testa di ponte con le formazioni tedesche che presidiavano le posizioni per tenere aperte le vie verso Cassino. In sostanza lo sbarco fu un fallimento e non raggiunse lo scopo strategico che si era prefisso. Occorrerà aspettare la caduta del fronte di Cassino affinchè le forze sbarcate ad Anzio potessero partecipare alle operazioni per la conquista di Roma e l’avanzata verso nord.