Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944
Società Editrice Nuova Cultura, Roma 2014, 350 pagine euro 25. Per ordini: ordini@nuovacultora.it. Per informazioni:cervinocause@libero.it oppure cliccare sulla foto

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martedì 31 maggio 2022

Istituto del Nastro Azzurro Memento


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venerdì 20 maggio 2022

Giuseppe Alabastro. Dalle Mainarde al 1 Ordinamento definitivo del CIL

 


Con il cambio di dipendenza operativa, per il Corpo Italiano di Liberazione inizia il ciclo operativo nel settore adriatico che si svolgerà dal 1 giugno al 16 agosto e che sarà caratterizzato da un’avanzata profonda di oltre 350 chilometri e si attuerà in una serie di combattimenti di tallonamento ai Tedeschi in ripiegamento.

Il vero motivo per cui i reparti Italiani furono dirottati nel settore adriatico risiede nella determinazione britannica e dunque statunitense, di non offrire opportunità di risonanza mediatica agli Italiani. Il Corpo Italiano di Liberazione non doveva andare a Roma, così da sgombrare il campo da ogni presente e futura speculazione.

 

 Se guardiamo con occhi sereni a questa ingrata decisione, ed oggi è abbastanza facile vedervi due componenti, strettamente intrecciate. La prima è il desiderio, abbastanza giustificato e comprensibile di far partecipi di una vittoria-simbolo soltanto i reparti di quelle Nazioni che nel settembre 1939 avevano affrontato il peso ed i rischi di una guerra durissima, prima contro Hitler e poi contro Mussolini. La seconda componente, più sofisticata storicamente, è il malumore alleato, soprattutto britannico, per il non desiderato, improvviso e pericoloso irrompere nella scena italiana di un “appoggio” sovietico alla causa della Monarchia, di peso diplomatico e politico rilevantissimo. Dall’arrivo di Togliatti in Italia, marzo 1944, con la sua “svolta di Salerno”, si profila evidentemente, benché ancora in germe, una situazione assai più articolata politicamente di quanto immaginato e desiderato. La si può accettare “obtorto collo”, ma Roma no.”[1]

 

Spostato dalle Mainarde alla zona di Lanciano, fu inquadrato nel V corpo d’Armata britannico al comando del gen. Allfrey. ed operava con la 4a divisione indiana a destra e la D. Force a sinistra. Conquistata Chieti, l’11 giugno liberava Sulmona, mentre nel periodo dal 12 al 16 giugno vennero raggiunte L’Aquila, Penne, Castiglione, che erano state appena sgombrate dai Tedeschi. Il 16 giugno Utili impartì direttive per il prosieguo delle operazioni verso nord e verso ovest. Iniziava la seconda fase del ciclo operativo nel settore adriatico che si concluderà a metà agosto sul fiume Cesano, tra Corinaldo e Loretello, nelle Marche, con il clou nei combattimenti di Filottrano e l’avanzata ed occupazione di Jesi nel quadro della battaglia per Ancona.

Il 17 giugno venne di nuovo inquadrato nel corpo d’Armata Polacco, fino al suo scioglimento.

 

 

L’ordinamento definitivo del Corpo Italiano di Liberazione.

 

Il Corpo Italiano di Liberazione, pur  avendo acquisito attraverso le esperienze di Montelungo, Monte Marrone e le operazioni nelle Mainarde una valida ed omogenea consistenza organica, necessitava dell’adozione di una snodatura in grado di facilitare il funzionamento del Comando. A tale riguardo, il Comandante del Corpo Italiano di Liberazione, come da sua già consolidata intenzione, al momento di lasciare la zona delle Mainarde, ritenne opportuno costituire due brigate, la I e la II, in via provvisoria ed in attesa della superiore approvazione, a partire dal 1 giugno 1944, fermo restando che il provvedimento avrebbe interessato tutte le truppe ed i reparti non inquadrati nella divisione Nembo. Della I Brigata, al comando del col. Fucci, con base il 4° reggimento bersaglieri ed il 3° reggimento alpini; della II Brigata, al comando del col. Moggio, con base il 68° reggimento fanteria, ed il IX Reparto d’Assalto (fanteria paracadutista). Veniva, inoltre, costituito un comando artiglieria del Corpo Italiano di Liberazione, agli ordini del gen. Moro, con base l’11° reggimento artiglieria. L’ordinamento venne nelle settimane successive affinato ed a partire dal 20 giugno 1044 il Corpo Italiano di Liberazione assunse un ordinamento con base il Comando, la Divisione Nembo, la I e la II Brigata. Si trattava nella sostanza di brigate miste nelle quali, parimenti alla stessa divisione Nembo, il rapporto tra elemento di manovra (fanteria) ed elemento di fuoco (artiglieria) era tutto a favore del primo, quasi a sottolineare l’importanza attribuita alla manovra degli uomini in un momento in cui l’offensiva stava per assumere un ritmo celere. La manovra dei proietti pesanti veniva, peraltro, accentrata tenendo alla mano, per ogni eventuale bisogno, ben sei gruppi di artiglieria.

 

In totale i gruppi di artiglieria erano dieci, compresi quelli della divisione Nembo, a fronte di 14 battaglioni di fanteria; il rapporto tra fanteria ed artiglieria era dunque all’incirca di 1,5 ad 1. Desiderando, tuttavia, dare anche alle unità dipendenti la possibilità di disporre in proprio di un maggiore volume di fuoco pesante, nel corso delle operazioni fu prevista l’assegnazione del III gruppo da 75/18 dell’11° Reggimento artiglieria alla divisione Nembo e del IV gruppo da 75/18, pure dell’11° Reggimento artiglieria, alla II Brigata. Salvo qualche variante di non grande rilievo, fu questo l’ordinamento che il Corpo Italiano di Liberazione mantenne fino al suo scioglimento ed, in relazione a questo volume, con questo ordinamento affrontò le operazioni sul Musone tra il 10 ed il 20 luglio 1944.

L’ordinamento sopra descritto era nel dettaglio il seguente, come risulta dalla disposizione n. 404 di prot. Ord. emanata in data 16 giugno 1944, avente per oggetto: Ordinamento del Corpo Italiano di Liberazione, segreto, che si riporta integralmente nel documento n.3 [2].

 

 

Le operazioni nelle Marche: l’avvicinamento ad Ancona. Giugno 1944

 

Dopo essere stato alle dipendenze di Francesi e Britannici, come visto, il Corpo Italiano di Liberazione, passò alle dipendenze dei Polacchi. Alle dipendenze di quest’ultimi ed in particolare al comando del gen. Anders, il Corpo Italiano di Liberazione operò fino al suo scioglimento nel settembre 1944, ovvero compì tutte le operazioni condotte nelle Marche da fine giugno 1944 al settembre successivo. Ogni operazione, movimento e combattimento, dunque, del Corpo Italiano di Liberazione deve essere inquadrato nel più ampio quadro operativo del Corpo d’Armata Polacco. Il Corpo Italiano di Liberazione non aveva alcuna autonomia operativa e doveva assecondare e operare in base alle direttive ed agli ordini del gen. Anders. Queste è un dato estremamente significativo, in termini di partecipazione.

Il giorno 17 giugno 1944 il Corpo Italiano di Liberazione fu posto alle dipendenze operative del II Corpo d’Armata Polacco, cessando quindi di essere alle dipendenze del V Corpo Britannico, tutti inquadrati nell’VIII Armata Britannica. Il Comandate Polacco si recò al Comando del Corpo Italiano di Liberazione e, con una chiarezza esemplare, al fine di evitare equivoci o errori illustrò la situazione operativa generale.

Il compito del II Corpo d’Armata Polacco, unità a livello Corpo d’Armata, in cui si era inserito il Corpo Italiano di Liberazione, era quello di inseguire il nemico dall’Abruzzo alle Marche, con l’obiettivo finale di conquistare Ancona, porto importantissimo da acquisire per dare l’assalto alla cosiddetta linea dei “Goti” ed al Nord Italia. In concomitanza con la V Armata statunitense che operava nel versante tirrenico, che il 4 giugno 1944 aveva conquistato Roma, che aveva il compito anch’essa di inseguire il nemico e conquistare il porto di Livorno, altro porto essenziale per lo sviluppo delle operazioni nel Nord Italia, il II Corpo rappresentava il braccio destro del XIV Gruppo di Armate, al comando del gen. Alexander. Si può dire pertanto che in quell’inizio d’estate del 1944 gli Alleati, attestati sulla linea Roma-Pescara, avevano come obiettivi operativi la conquista della linea Livorno–Ancona, ovvero l’acquisizione dei due porti essenziali per accorciare le loro linee logistiche e porre le premesse per l’attacco al nord Italia.

Il Corpo Italiano di Liberazione doveva costituire un raggruppamento di forze a livello di brigata, rinforzate da artiglieria, ed unità di supporto, soprattutto quelle atte ad operare per agevolare la mobilità, che doveva muovere parallelamente e contemporaneamente con le truppe della 13a divisione Carpatica, che procedeva sulla statale 16 “Adriatica”. La 5a Divisone Kresowa, la II Brigata corazzata ed il reggimento Carpatico da ricognizione sarebbero stati tenuti di riserva.

Queste disposizioni furono seguite quasi immediatamente da un ordine scritto che rappresenta la base operativa del C.I.L. per le operazioni nelle Marche.

L’ordine era il seguente:

II Corpo Polacco. Intenzioni Operative n. 1

1° Compiti: Il II Corpo polacco deve inseguire il nemico il più velocemente possibile e prendere Ancona.

2° Intenzioni: Questo compito sarà assolto su due direzioni, rotabile n. 16 che sarà percorsa dal Corpo polacco, rotabile 81 e n. 78 Chieti-Teramo, Ascoli-Macerata, che saranno percorse dal Corpo     Italiano.

  Le altre rotabili comprese fra le precedenti saranno adoperate per formare più colonne parallele. Il primo compito è quello di riattivare la rotabile costiera .

3° Modalità: La 3a divisone Carpatica meno il 12° reggimento da ricognizione, più l’11° reggimento artiglieria, più un nucleo topo cartografico del 1° reggimento e con la cooperazione di una squadriglia di aerei (A) percorrerà le rotabili Rossa e Blu fino al F. Todino e quindi per Omero (8645) punterà su Ancona. Ogni direttrice sarà percorsa da una brigata con i relativi mezzi di rinforzo. Precederanno forti nuclei di ricognizione. Il grosso si metterà in moto quando le rotabili saranno riattivate.

Se i nuclei di ricognizioni si troveranno innanzi ad una organizzazione nemica debole attaccheranno per sopraffarla, se l’organizzazione nemica è forte la riconosceranno e cercheranno poi, se è possibile, effettuare un movimento avvolgente possibilmente per l’ovest.

4° Il Corpo Italiano di liberazione costituirà un raggruppamento della forza di una brigata rinforzata da artiglierie e mezzi sussidiari, che seguirà la rotabile n. 81 Teramo-Ascoli e quindi la rotabile 78 per Amendola-Macerata. Il movimento sarà contemporaneo e parallelo a quello delle truppe polacche di cui il raggruppamento italiano proteggerà il fianco sinistro. Il Corpo italiano terrà un battaglione rinforzato all’Aquila per assicurare il possesso del nodo stradale. Il battaglione di Aquila distaccherà degli elementi verso Ascoli per riconoscere la rotabile Aquila-Accumoli-Ascoli. I rimanenti reparti del Corpo italiano raggiungeranno la zona di Teramo-Ascoli solo quando le condizioni delle rotabili lo permetteranno.

5° Limiti di settore :

a. con l’VIII Armata: Celano-Aquila-Campobasso-Accumoli-Risi-S. Quirico - località incluse fra la 3a divisione Carpatica ed il C.I.L.: rotabile Blu, Piacciano Bozza (località incluse alla 3a Carpatica  B 0246 – B 8646 –B 8351 – B7555 B 7667 B 7470 (località incluse al C.I.L.  F. Chifente per B 6681 –B6184 –X 6193 Macerata- S. 550127 per S.Maria Nuova-Macerata Jesi (rotabile Macerata-Jesi inclusa al C.I.L.);

b. La 3a divisione Carpatica si collegherà al C.I.L.a mezzo delle rotabili trasversali

c. Sia la 3a divisione Carpatica che il C.I.L. si scambieranno le novità relative alle interruzioni ed alla loro probabile riattivazione. Tale novità saranno inviate anche al II Corpo

6° Riserve:

a. la 5a divisione Kresowa sarà concentrata nella regione a sud-est del Sangro

b. la II Brigata corazzata sarà concentrata tra S. Vito e Lanciano

c. il reggimento Carpatico di ricognizione sarà concentrato anche frà San Vito e Lanciano

7° Artiglieria: Ordine a parte del Comando di Artiglieria

8° Genio: Ordine a parte del Comando Genio

9° Impiego dell’aviazione: interverrà su richiesta del Comando II Corpo (tramite l’organizzazione di collegamento Moru B.) LA richiesta di intervento da parte del II Corpo, della 3a divisine Carpatica, della I brigata, della II brigata e del Corpo italiano sarà rivolta al “Moru B” a mezzo radio (esistente anche presso il C.I.L.)

10° Ogni giorno saranno trasmesse le novità delle ricognizione aeree

11° Dislocazioni:

       Il II Corpo il 20 giugno si sposterà a sud di Pescara:

       - la 3a divisione Carpatica il 18 giugno si sposterà a Pineto

       - la 5a divisione Kresowa il 20 giugno si sosterà a Casalbordino

       - la II Brigata corazzata dal 17 giugno sarà a C. 335068

       - il C.I.L. a Chieti

       - la 3a divisione Carpatica ed il C.I.L. si scambieranno gli ufficiali di collegamento con stazioni  

         radio il 19 corrente.”

 

Questo ordine di operazione si tradusse nel comando di inseguire da vicino i Tedeschi in ritirata, non dando loro tregua, su due direttrici: quella marittima, che sarebbe stata usata dai Polacchi e quella medio-montana, che sarebbe stata utilizzata dagli Italiani ed avrebbe avuto anche il compito di proteggere il fianco sinistro del Corpo Polacco. Dal 17 al 22 giugno, le unità italiane dalla zona di Teramo avrebbero dovuto avanzare verso Ascoli Piceno, mentre elementi celeri avrebbero dovuto avere il compito di andare alla ricerca del contatto con il nemico.

Il 23 giugno 1944 il Comando del II Corpo Polacco ordinò che la 3a Divisione Carpatica proseguisse verso Ancona, che la 5a divisione Kresowa si inserisse alla sinistra della Carpatica raggiungendo per Fermo e Macerata le posizioni ad est di Ancona e che il Corpo Italiano di Liberazione dovesse occupare la zona di Tolentino e muovere verso la zona di Serra San Quirico-Castelbellino-Passo Imperatore mettendo in sicurezza il fianco sinistro delle forze avanzanti.

Il 26 giugno una azione di reparti del 183° Nembo in collaborazione con elementi Polacchi verso Macerata, determinò una violenta reazione tedesca, costringendo i reparti della Nembo a ritornare sulle posizioni di partenza. L’azione servì a chiarire, in ogni caso, le posizioni tedesche a nord del parallelo di Tolentino e dette il via ad un’intensa azione di pattugliamento da entrambe le parti.

In questa attività furono impiegate anche unità partigiane come la banda Ferri e la banda Janko, nonché in particolare la brigata partigiana Majella, al comando del ten. col. Lewski, che in quei giorni aveva una forza di circa un centinaio di uomini.



[1] Bandini F., Il dirottamento del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) al settore adriatico. in Atti del Convegno di Studi, Corinaldo 22.23.24 Giugno 1994, Sala Grande del Comune, Roma, Centro Studi e Ricerche sulla Guerra di Liberazione, Scena Illustrata Editrice, 1996, pag. 81.

[2] Tale Documento, Corpo Italiano di Liberazione. Ufficio Operazioni. Sezione Ordinamento, è tratto da Crapanzano E. ( a cura di), Il Corpo Italiano di Liberazione. Aprile-Settembre 1944. Narrazione-Documenti, Roma, Ministero della Difesa-Esercito, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, 1971, 2° Edizione, Allegato 26. E’ riportato nel Documento n. 3

martedì 10 maggio 2022