Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944
Società Editrice Nuova Cultura, Roma 2014, 350 pagine euro 25. Per ordini: ordini@nuovacultora.it. Per informazioni:cervinocause@libero.it oppure cliccare sulla foto

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venerdì 13 settembre 2019

Battaglia di San Pietro infine 7 -21 dicembre 1944


Le forze e i mezzi
Prima di approfondire più analiticamente la composizione delle unità coinvolte è utile evidenziare alcune caratteristiche generali[i] delle Forze e dei mezzi dell’epoca, sia degli alleati sia della controparte.
Le divisioni americane di fanteria erano articolate su tre reggimenti che, a loro volta, erano composti di tre battaglioni includendo una compagnia armi pesanti dotata di pezzi anticarro e mitragliatrici pesanti, idonei per il fuoco contraereo. Una divisione di allora contava circa 14.000 uomini e 2.100 veicoli, dotate di tre batterie di medi calibri (12 obici da 155 mm.) e di tre Reggimenti di artiglieria leggera (54 obici da 105 mm.). Il supporto era garantito normalmente da un’unità di ricognizione, un battaglione del genio e una compagnia comunicazioni. Inoltre, una caratteristica di rilievo era che la divisione non aveva  distaccamenti di sussistenza in organico. Infine, all’interno dei comandi di reggimento vi erano unità dell’artiglieria.
Gli americani assegnavano singoli battaglioni carri alle proprie divisioni di fanteria e in base alle richieste che quest’ultime avanzavano. Fra le diverse tipologie vi era la divisione aviotrasportata che, tuttavia, non fu impiegata nell’evento esaminato per ragioni di “copertura” del cielo (ceiling).
In linea generale, le divisioni tedesche potevano essere di tre categorie:
-       di fanteria (denominate Grenadieren),
-       mobili (dette Panzer Grenadieren);
-       corazzate (dette Panzer).
All’interno di ciascuna divisione vi erano, normalmente, degli appartenenti alle SS selezionati per “purezza” politica e di razza.
Sulla Winter Line vi erano divisioni di fanteria e di granatieri corazzati e sulla Gustav Line paracadutisti e truppe alpine. La divisione di fanteria era l’unità principale ed era formata da tre reggimenti granatieri. Ogni reggimento, a sua volta, era costituito con tre battaglioni e diverse unità ausiliarie (ricognizione, pionieri, trasmissioni, controcarro). Alcuni reggimenti erano dotati di reparti Cacciatori che agivano come fanteria leggera. La grande Unità poteva disporre anche di un reggimento artiglieria ippotrainata (con pezzi da 105 e 150 mm.). Da rilevare che con i reparti ausiliari, complessivamente, le divisioni annoveravano circa 12.500 uomini, contando tra le loro fila anche reduci ex-prigionieri dei paesi dell’est europeo[ii].
Le divisioni Panzer Grenadieren erano costituite da due reggimenti motorizzati da un’unità di ricognizione corazzata (battaglione carri), da cannoni d’assalto, da un reggimento di artiglieria e da un reggimento anticarro. Complessivamente (con le unità di comunicazione e genio) la divisione assommava a circa 14.000 uomini e 3.500 veicoli (4.000 per le divisioni Panzer che avevano il carro armato come arma principale). Le divisioni paracadutisti, infine, erano considerate l’élite dell’esercito tedesco e non disponevano normalmente di carri propri.
Quindi, sia le divisioni tedesche che quelle alleate, erano formate da tre reggimenti, ciascuno dei quali comprendeva tre battaglioni di fanteria. Il discrimine era il modo in cui era dato il supporto da parte delle unità corazzate e il relativo grado di meccanizzazione. Le divisioni tedesche di fanteria (ad eccezione di quelle Panzer Grenadieren e Panzer) trainavano con i cavalli (che in tutto, tra ruolini e da sella, erano circa 4.000) sia i cannoni sia i veicoli, mentre, i reparti americani erano poco someggiati e quindi inferiori su terreni montuosi. In particolare, tra le divisioni di fanteria tedesche e quelle alleate una diversità risiedeva nei pezzi di artiglieria aggiuntivi di cui i primi potevano disporre: sei pezzi di accompagnamento da 75 mm. e due da 150 mm, più tre cannoni anticarro mobili da 75 mm.. Inoltre, i tedeschi disponevano, all’interno del battaglione di fanteria, di una compagnia d’appoggio pesante dotata di mitragliatrici[iii] che conferiva una maggiore flessibilità alle proprie truppe (potendo contare, anche, sul trasporto a mezzo bicicletta, le quali assommavano, mediamente, a circa 700 per divisione). In sostanza, ad alcuni comandanti erano assegnati dei gruppi di combattimento che, modularmente e in funzione dello scenario, avevano  unità di fanteria, artiglieria e corazzate.
Le armi leggere utilizzate dalla fanteria erano simili in termini di calibro e di capacità tra tedeschi e alleati. Gli americani disponevano di mortai con calibri leggermente superiori rispetto ai tedeschi (60 mm. contro 50 mm.). Uno degli elementi distintivi, a vantaggio degli alleati, era il bazooka americano usato come arma anticarro, non posseduto da tedeschi che invece usavano un fucilone anticarro o un lanciagranate senza rinculo.
Occorre evidenziare che, sebbene vi fosse nella zona d’interesse uno sbilanciamento numerico a favore degli alleati, lo stesso Alexander avvertì che vi era anche una capacità superiore da parte dei tedeschi di saper meglio sfruttare la stagione invernale, di mettere a frutto la propria superiore capacità a operare in zone montagnose nonché di saper più adeguatamente realizzare il complesso della capacità difensiva.



[i] Estratte dall’Appendice B del .A. Shepperd, La Campagna d’Italia 1943-45, Edizione febbraio 1970, Garzanti.
[ii] Fabrizio Carloni, San Pietro Infine, 8-17 dicembre 1943: la battaglia prima di cassino, Mursia, Milano 2003, Capitolo 2.
[iii] G.A. Shepperd, La Campagna d’Italia 1943-45, Edizione febbraio 1970, Garzanti, Appendice B pag. 481.

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