La 36^ Divisione
“Texas”: la Battaglia
per la conquista
di San Pietro Infine 7-21 dicembre 1943
Nell’autunno del 1943, gli alleati
disponevano in Italia di due armate, la 5^ americana sotto il comando del Gen.
Mark W. Cark e l'8^ britannica sotto il comando del Gen. Montgomery, che
fronteggiavano la 10^ Armata tedesca.
Alla
fine di ottobre la situazione poteva essere riassunta nel modo seguente: undici
divisioni alleate stavano attaccando nove divisioni tedesche in un paese che
offriva ai difensori ogni vantaggio, anche alla luce dell’approssimarsi della
stagione invernale che avrebbe reso ancor più difficili le operazioni aeree alleate.
Inoltre, il nemico aveva ben otto divisioni presenti nella parte settentrionale
dell’Italia, pronte a sostituire le stanche divisioni impegnate nella parte
meridionale. I comandanti alleati stimavano che il loro compito principale
fosse quello di distogliere le divisioni tedesche dal fronte russo e dal
settore dell’Europa Occidentale. Gli attacchi degli alleati dovevano dipendere
dalla fanteria, dall’artiglieria e dal genio, ma c’era assoluto bisogno di una
schiacciante superiorità per annullare i vantaggi difensivi dei tedeschi. Le
valutazioni più ottimistiche non assegnavano la parità in campo prima della
fine di gennaio ma, nonostante ciò, i comandanti alleati elaborarono una serie
di piani offensivi intesi a conquistare Roma per Natale.
Al II Corpo d’Armata statunitense era
stato assegnato il compito di lanciare l’offensiva terrestre con lo scopo di
sfondare la linea difensiva tedesca posta in posizione avanzata, la “Winter
Line”, linea “Bernhard” per i tedeschi. L’area di operazioni seguiva la
direttrice di attacco lungo strada n. 6 Casilina che percorreva la stretta di
Mignano. Gli avvenimenti bellici portarono alla conquista dell’abitato di S.
Pietro Infine, da parte della 36^ Divisione “Texas” comandata dal Generale Fred
L. Walker, il 17 dicembre 1943. La conseguente ritirata dei
tedeschi verso la linea difensiva Gustav pose le premesse per il raggiungimento
della Valle del Liri e quindi per l’apertura della strada per Roma da sud est.
Nelle
operazioni offensive terrestri da parte della 36^ Divisione ebbero un ruolo
decisivo le condizioni del territorio e l’abilità dei tedeschi a sfruttarle a
proprio favore in combattimenti d’arresto di fanteria, supportati da un forte
spirito combattivo e dal morale saldo. In corrispondenza della stretta di
Mignano, la Casilina
percorreva una valle larga poco più di un chilometro tra le quote dominanti dei
monti circostanti, con numerose pendici e alture difese dai tedeschi e con
l’abitato di S. Pietro Infine posto a nord in posizione dominante. L’utilizzo
di carri a sostegno dei combattimenti di fanteria si rivelò impraticabile per
la conformazione dell’abitato. Nonostante la superiorità degli alleati in mezzi
meccanizzati e corazzati, quasi tutto il peso dei combattimenti fu sopportato
dalla fanteria, impegnata in ripetuti e costosi assalti frontali su un terreno
che favoriva pesantemente i difensori. Gli insuccessi iniziali indussero i
comandanti alleati a cercare linee di attacco meno evidenti. Con la conquista
del Monte Lungo e del Monte Sammucro, i tedeschi dovettero ritirarsi per
prevenire l’aggiramento, pur avendo difeso S. Pietro Infine con successo, fino
a quel momento, impegnando in combattimento gli attaccanti al limite delle loro
risorse fisiche e morali. Il Maresciallo Kesselring, comandante in capo della
Wermacht sul fronte meridionale, aveva tenacemente insistito sulla possibilità
di tenere una linea di difesa a sud di Roma. Dopo avere bloccato gli attacchi
della 5^ Armata nel mese di novembre, con la difesa di S. Pietro Infine i
tedeschi riuscirono a fermare l’avanzata sulla Winter Line fino a metà gennaio
‘44, oltre ogni previsione, senza concedere agli alleati di sferrare un colpo
decisivo che ne determinasse il crollo.
La
battaglia di San Pietro Infine costò molto cara: circa centotrenta dei suoi
abitanti persero la vita durante i combattimenti, mentre il calcolo delle
perdite subite dalla 36^ Divisione “Texas” ammontò a circa mille uomini tra
morti, feriti e dispersi. Impossibile ancora oggi stabilire una stima precisa
delle perdite tedesche.