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14 luglio
- Operazioni
terrestri
Il 2° battaglione del Ten.Col. Frost,
alle ore 05.30 circa, arrivò nelle posizioni a lui assegnate (i punti JOHNNY 1,
2 e 3, a sud-est del ponte di Primosole) con una forza di soli 140 uomini e
privo degli appoggi che potevano offrire loro le armi di reparto e mezzi di
comunicazione[i].
L’offensiva tedesca non si fece
attendere infatti, alle prime luci dell’alba, il 2° battaglione fu attaccato
dalle truppe del 1° battaglione paracadutisti mitraglieri che si era schierato
a 2 km a sud del ponte.
Il 2° battaglione del Ten.Col. Frost
riuscì comunque a sostenere l’urto dei contrattacchi tedeschi durante le prime
ore della giornata del 14 luglio. Ad ogni modo le perdite furono ingenti[ii] e le munizioni cominciarono
a scarseggiare e si andò via via delineando la certezza di una imminente
sconfitta, anche perché non vi era alcuna traccia dell’arrivo della VIII Armata
(il Comandante della Brigata paracadutisti - Gen. Lathbury- apprese in
mattinata che la 50^ Divisione non sarebbe arrivata nei tempi previsti in
quanto stava incontrando una forte resistenza nei pressi di Lentini).
Il 3° battaglione arrivò sul luogo
prescelto e occupato l’obiettivo, immediatamente dovette iniziare a gestire
molti soldati italiani che, alla loro vista, si erano arresi.
Il 1° battaglione paracadutisti, che
aveva l’ordine di effettuare il colpo di mano per la presa del ponte, atterrò
nella zona giusta solo con un piccola parte dei suoi uomini e privo di quasi
tutte le mitragliatrici Vicker, dei mortai e delle armi anticarro, che andarono
perdute nel lancio. Il ponte, che era in mano a forze difensive italiane[iii] e che, alla vista del
nemico, erano fuggite evitando il combattimento, fu preso all’incirca alle ore
03.00 da parte di un gruppo di circa 50 uomini comandati dal Cap. Rann. La
difesa del ponte venne organizzata con i pochi uomini (circa 120) a
disposizione del 1° battaglione, oltre a due plotoni avuti in rinforzo dal 3°
battaglione e tre cannoni anticarro.
Per quanto concerne le difese dell’Asse
sulla riva settentrionale del fiume Simeto, queste consistevano di pochi
battaglioni italiani, mentre a sud era schierato il battaglione paracadutisti
mitraglieri, giunto in rinforzo alla Divisione “Goering” in data 13 luglio. Il
battaglione creò non poche perdite alle truppe inglesi già nella fase di
aviolancio. Le truppe inglesi, infatti, furono fatte oggetto di fuoco da parte
delle mitragliatrici tedesche appostate nella zona a sud del ponte. All’inizio
del pomeriggio, subirono anche un cannoneggiamento da parte dell’artiglieria
pesante tedesca con pezzi da 88 mm. Nella tarda mattinata del 14 i Tedeschi
cominciarono una serie di contrattacchi, ad opera del Cap. Stangenberg, per
riprendersi il ponte[iv]. Stangeberg riuscì a
radunare in breve tempo una forza di circa 350 uomini (200 della sua task
force e 150 radiotelegrafisti), che consisteva anche di una batteria
contraerea equipaggiata con soli due cannoni (uno da 88 mm e un vecchio cannone
italiano da 5 cm fatto funzionare da serventi tedeschi). La batteria contraerea
fu schierata ai lati della strada 114, mentre i radiotelegrafisti agli ordini
del Cap. Fassl furono schierati a est con il compito di attraversare il fiume
Simeto e di attaccare il fianco destro inglese. Poco dopo le 13 iniziò il primo
attacco da parte tedesca, che fu respinto senza troppe difficoltà. Ne seguì un
secondo dal fianco destro che costrinse le forze inglesi a restringere il
perimetro della linea difensiva attorno al ponte. Gli attacchi proseguirono per
tutta la mattinata e il Ten. Col. Pearson accortosi che la 50^ Divisione
tardava ad arrivare e che oramai scarseggiavano anche le munizioni, alle ore
17.30 diede ordine di abbandonare la riva settentrionale del fiume Simeto[v].
Al crepuscolo, dopo l’aviolancio del
battaglione paracadutisti del genio tedeschi sulla piana a nord del fiume
Simento, l’unità di Stangeberg fu rischierata a difesa del porto di Catania,
mentre i primi ricevettero l’ordine della riconquista del ponte. Sin dalle
21:30, nell’area v’erano in perlustrazione u paio di camionette del II btg.
Arditi al comando del S.ten. Donìa; la fama del reparto era giunta da tempo
all’orecchio dei tedeschi. Un ufficiale dei genieri fermò Donìa e , dopo
avergli illustrato il proposito di agire per riprendere il ponte, chiese che
gli arditi vi dessero una mano alla loro maniera. Donìa chiamò il magg.
Marcianò, che lasciò subito il comando di battaglione dirigendo su Primosole
alla testa di tre pattuglie della 113a cp.. Raggiunto il Simento,
Marcianò impartì le ultime istruzioni ai suoi uomini, che avrebbero agito al
comando del Cap.Paradisi, vicecomandante di battaglione. Alle 01:45 del 15,
dopo l’azione preparatoria dei tedeschi, le sei camionette imboccarono il ponte
a tutta velocità mettendo in fuga l’avanguardia avversaria che si diresse verso
bivio Jazzotto, ove era il grosso della brigata. Conclusosi l’assalto degli
arditi, la 1acp. Genieri prese posizione sulla sponda sud del fiume,
presso il ponte; le altre due si sistemarono su quella nord, a cavallo del
rettifilo, avendo sulla sinistra la 553a cp. Mitraglieri e sulla
destra i mitraglieri del Cap. Shmidt che, nella notte erano indietreggiati,
appostandosi tra il Gornalunga ed il Simento.
Nel frattempo. a Sud di JOHNNY 1, alla
vista del Gen. Lathbury apparve il primo carro Sherman della 4^ Brigata Corazzata, seguito due ore dopo da una
compagnia appiedata del 6° reggimento di fanteria leggera “Durham”.
L’arrivo dei carri Sherman costrinse i Tedeschi a ritirarsi sulla riva settentrionale
del Simeto, dove si preparano a fronteggiare un eventuale attacco delle forze
inglesi intenzionate a spingersi sino a Catania, anche se l’attacco inglese fu
rimandato alla notte successiva[vi].
Nel frattempo a sud gli uomini del 3°
FJR stavano respingendo l’avanzata della 5^ Divisione verso Carlentini, ma una
volta persa Lentini il Col. Shmalz ordinò agli uomini del 3° FJR di far
ritirare i suoi paracadutisti ad ovest del ponte. Inizialmente Heilmann si
rifiutò di abbandonare la posizione e la ritirata iniziò con ritardo, solo
quando era oramai impossibile continuare a mantenere la posizione. Heilmann
aveva nutrito la speranza di riuscire a fuggire verso Catania, ma si rese conto
che la via di fuga scelta era resa impraticabile dal costante cannoneggiamento
della Royal Navy. Costretti ad abbandonare armi e mezzi pesanti, i
paracadutisti tedeschi si diressero a nord-est nella notte tra il 14 e il 15
luglio e all’alba del 15 luglio si ritrovarono a sud-est del ponte Malati, in
quanto la via di fuga inizialmente prescelta era bloccata da truppe e carri
inglesi (riuscirono a raggiungere l’aeroporto di Catania dove vi rimasero per
tutto il 16 luglio, mentre colonne inglesi procedevano verso Primosole).
- Operazioni
aeree
Una volta giunti sull’obiettivo, gli
uomini del 1° battaglione inglese furono lasciati indisturbati per buona parte
della mattinata del 14, ad eccezione di un bombardamento aereo a circa metà
mattinata che mitragliò sul ponte senza però causare gravi danni[vii];
- Operazioni
aviotrasportate
Alle prime ore del crepuscolo furono
paracadutate sopra l’aeroporto di Catania tre compagnie del 1° battaglione
Fallschirm-Pionier (battaglione del genio della 1^ Divisione paracadutisti
tedesca). I circa 450 uomini aviolanciati, agli ordini del Cap. Adolff, durante
la notte raggiunsero il ponte di Primosole per dare il cambio agli uomini del
Cap. Stangenberg. Adolff sistemò due delle sue compagnie attraverso la strada
114 all’estremità meridionale del ponte, mentre la terza compagnia formata da
150 uomini ne difendeva l’estremità settentrionale;
- Operazioni
anfibie/di forze speciali
Nihil;
[ii]Secondo
quanto riportato nel Diario di Guerra del 2° battaglione paracadutisti, le
perdite in mattinata furono di 22 morti
ed altrettanti feriti.
[iii] Wilhelsmaeyer H., The battle for Primosole Bridge, Parte I.
[iv]Stangerberg
– che aveva fatto parte della aliquota di ricognizione del 3° FJR con il Col.
Heilmann - ebbe la notizia da una staffetta tedesca che truppe inglesi avevano
bloccato la strada 114. Ritornò a Catania e riuscì a radunare sola una unità di
radiotelegrafisti - 1^ compagnia del 1° battaglione paracadutisti delle
comunicazioni, giunta sul posto pochi giorni prima con lo scopo di installare
le comunicazioni per la Divisione “Goering” - e ottenne il permesso di
impegnarli in un contrattacco sul ponte di Primosole.
[v]Nel
frangente il 1° battaglione contava circa 160 effettivi, in quanto si erano
uniti allo stesso parecchi soldati “sbandati” dopo l’aviolancio iniziale
(Diario di guerra del 1° Battaglione paracadutisti).
[vi]Il
Comandante della Brigata – Gen. B. Senior– decise di aspettare il giorno
seguente per lanciare l’attacco decisivo, in quanto i suoi uomini avevano camminato
ininterrottamente fin dal giorno dello sbarco. Il battaglione più avanzato – il
9° reggimento di fanteria leggera – non riuscì ad avvicinarsi al ponte prima
delle 21.30 e le restanti unità della Brigata di fanteria si trovavano molto
indietro, verso Lentini. L’ultimo contingente giunse solo poco prima della mezzanotte
del 14 luglio (Senior R.H., The Durham light infantry at the
Primosole, The Brithis Army Quarterly, ottobre 1944).
[vii]Diari
di guerra della 1^Brigata e di Wilhelmsmeyer, parte I.
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