Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

Master di 1° Livello  in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960
Iscrizioni aperte. Info www.unicusano.it/master

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944
Società Editrice Nuova Cultura, Roma 2014, 350 pagine euro 25. Per ordini: ordini@nuovacultora.it. Per informazioni:cervinocause@libero.it oppure cliccare sulla foto

Cerca nel blog

domenica 29 marzo 2020

Campagna di Sicilia. La Battaglia del ponte di Primosole, Considerazioni riepilogative 1


  1. Considerazioni riepilogative
(1)      Sull’impostazione, lo sviluppo ed i risultati delle operazioni di guerra
Le lesson learned dell’operazione aviotrasportata Fustian evidenziano una certa approssimazione nella preparazione del piano operativo in quanto la flotta navale inglese al largo dell’isola di Malta e della Sicilia non era a conoscenza dello stesso. Testimonianza di ciò è data dall’intenso fuoco fratricida cui furono sottoposti i velivoli prima di procedere all’aviolancio dei paracadutisti della 1^ Brigata sulle zone prescelte. Inoltre, le attività che prevedevano l’impiego dalla terza dimensione risultavano ancora poco efficaci, tant’è che a partire dal 15 luglio fu sospesa ogni ulteriore operazione aerotrasportata della 1^ Divisione allo scopo di meglio approfondire l’addestramento delle varie componenti. A tal proposito, occorre ricordare, che nel corso del lancio andarono persi, a causa della scarsa preparazione dei piloti, numerosi alianti (trainati dai velivoli che trasportavano il personale della 1^ Brigata) con l’armamento pesante e il munizionamento, lasciando successivamente il personale atterrato senza adeguati mezzi per respingere i contrattacchi delle forze tedesche.
Un ulteriore “errore” commesso nel corso delle operazioni per la conquista del ponte fu quello di non avvalersi delle truppe anfibie per aggirare le posizioni difensive a Nord del fiume Simento e quindi far cadere la resistenza avversaria per manovra. Infatti, già in data 15 luglio, quando le truppe inglesi decisero di rimandare l’attacco decisivo al giorno successivo (in virtù della sconfitta riportata in mattinata dagli uomini del 9° Reggimento di fanteria e del 44° Rgt. carri), Catania risultava oramai indifesa. Le truppe dell’Asse avevano già abbandonato la città trasferendo il grosso delle truppe verso il ponte di Primosole, allo scopo di mantenerne il possesso. Inoltre, le poche unità italiane rimaste sul posto non erano più in grado di mantenere le posizioni. In tale contesto, un eventuale operazione dal mare (sia a mezzo cannoneggiamenti sia attraverso l’impiego di una forza da sbarco) avrebbe potuto permettere alle forze Alleate di impadronirsi di Catania e stringere i tedeschi sul ponte tra loro e le forze della 50^ Divisione, ormai prossima all’obiettivo.
In realtà, il Gen. Dempsey propose una simile operazione ma la stessa fu prima rimandata e poi annullata in quanto c’era la convinzione di poter riportare una “facile” vittoria sul Ponte attraverso il solo impiego delle forze di terra.
Analogamente per le forze aeree, non vi è alcuna prova che le forze inglesi nel corso dell’avanzata per la conquista di Lentini e del ponte di Primosole abbiano usufruito dell’appoggio del fuoco proveniente dalla terza dimensione. Risulta, infatti, che il principale sforzo dell’aviazione era stato concentrato sull’eliminazione delle forze aeree nemiche, anche se erano ancora disponibili un elevato numero di velivoli che avrebbero potuto sostenere l’azione delle forze appiedate. In merito, il 14 luglio la RAF (Royal Air Force) registrò il fatto che 34 cacciabombardieri Kittyhawk operarono contro obiettivi occasionali nei pressi di Caltagirone e Lentini[i].
Altro fattore che ritardò la vittoria della battaglia del ponte è da attribuirsi, in parte, all’impiego della 50^ Divisione. Il Gen. Montgomery aveva fortemente voluto tale unità, costituita dai veterani che avevano combattuto con successo nel nord dell’Africa ma che erano, proprio per i loro trascorsi, oltremodo provati. Infatti, nonostante diversi tentativi di spronare la 50^ Divisione ad avanzare più velocemente, questa si mosse con estrema lentezza nell’entroterra siciliano, ritardando il cambio delle forze aviotrasporate già in possesso del ponte di Primosole. Tutto questo, anche a causa della scarsa disponibilità di adeguati mezzi di trasporto. Il terreno montuoso all’interno della Sicilia, infatti, riduceva fortemente le possibilità di movimento delle forze appiedate. Senza mezzi e animali per il trasporto degli equipaggiamenti e munizionamento, l’aggiramento del nemico divenne praticamente impossibile. Nella fattispecie, l’area delle operazioni del XXX Corpo d’Armata era una zona poco adatta per le truppe meccanizzate ma idonea per l’uso di animali da soma. In verità, uno dei primi ordini della battaglia prevedeva l’impiego di compagnie di muli, decisione che successivamente fu annullata riducendo le possibilità di un adeguato supporto logistico[ii].
Ulteriore lacuna presente nelle unità inglesi consisté nella scarsa coordinazione dimostrata tra le forze di fanteria e le unità carri, che ritardò notevolmente la presa del ponte (nel corso degli attacchi portati dai reparti della fanteria leggera della Brigata Durham non era stata prevista la copertura delle truppe corazzate del 44° Rgt. carri), e la poca affidabilità degli apparati radio inglesi che lasciarono le truppe del 1° Battaglione paracadutisti, una volta preso il ponte, completamente isolati, privi di qualsiasi mezzo di collegamento per la richiesta di rinforzi e/o per aggiornare le truppe alleate in merito alla situazione in atto.



[i]RAF Meditterranean Review, n.4 luglio-settembre 1943. Le 34 missioni avrebbero potute essere, invece, inviate per l’appoggio dell’offensiva della VIII Armata sulla piana di Catania.
[ii]La decisione di non impiegare animali da soma fu uno dei meno noti ma più significativi errori della campagna di Sicilia. The Mediterranean and the Middle East, Vol. V, pag. 114, London 1973.

Nessun commento: