(1)
Di azione e di
guerra psicologica
Le unità italiane erano composte per la maggior parte
da siciliani, una precisa scelta degli alti comandi. Si pensò, infatti, che
questi avrebbero combattuto con maggiore impeto per difendere la propria isola.
Si sottovalutò però il fatto che l'età media dei soldati era piuttosto alta e
che la maggior parte di essi era sposata. A ciò si aggiunge uno scarso
addestramento ed il fatto che a guidarli c'erano per lo più ufficiali della
riserva.
Le maggiori defezioni riguardarono soprattutto le
unità costiere, dopo aver sparato pochi colpi contro il nemico, i reparti si
sbandarono arrendendosi al nemico o ritirandosi nell'entroterra. Le unità
dell'esercito si comportarono meglio.
c. Considerazioni riepilogative
(1)
Correlazioni fra
intendimenti e possibilità
Per quanto riguarda il Gen.
Patton e il Gen. Montgomery, la credibilità dei loro intendimenti era
commisurata alle forze messe in campo. L’importanza del ponte di Primosole per
l’avanzata e gli sforzi puntati sulla zona dagli alleati significava la
correlazione che gli alti comandanti vedevano nell’impiego delle forze
disponibili per un così importante risultato. Per quanto riguarda invece gli
intendimenti dell’Asse, Mussolini, parlando ai suoi gerarchi, si scagliò contro
i fautori della pace e ipotizzando un eventuale sbarco in Sicilia disse: “non
appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su quella linea che i
marinai chiamano bagnasciuga”
(discorso detto del "bagnasciuga",
reso pubblico 6 giorni dopo). Egli evidentemente non aveva chiaramente il polso
di dove stava versando la situazione e che non vi sarebbe stata possibilità di
contenimento.
Il 17 agosto del 1943 alle 10,15
le truppe del Gen. Patton entrano a Messina: la conquista dell’isola è stata
portata a termine in soli 39 giorni, i Tedeschi, tuttavia, sono riusciti a
trasbordare sul continente buona parte dei loro uomini con l’equipaggiamento,
nonostante la supremazia aerea e navale alleata.
(2)
Rapporti di
potenza fra le Parti contendenti
Le forze contrapposte erano sulla carta di consistenza
quasi pari, la Sesta Armata italiana (Generale Alfredo
Guzzoni) poteva contare su circa 220.000 uomini, di cui solo 170.000 dei
combattenti. Le grandi unità italiane erano inoltre carenti sotto tutti i punti
di vista (armamento e motorizzazione soprattutto), e molte erano le unità
costiere prive di armamento pesante. Alcune eccezioni erano costituite da un
battaglione di artiglieria semovente aggregato alla Divisione Livorno, con il
suo carico di semoventi da 90/53,in grado di mettere fuori combattimento
qualunque mezzo corazzato alleato. Il corpo
d'armata tedesco, forte di 30 000 uomini circa, aveva a sua volta
alcuni carri armati Tigre, e a differenza degli italiani era perfettamente
equipaggiato.
Le forze dell'asse in Sicilia comprendevano quindi
l'Armata del Generale Guzzoni e il 14° Panzer Korps del Tenente Generale Hube
(Panzer Division Hermann Goering e 15a Panzer Grenadier).
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