Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

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sabato 21 novembre 2020

1944. I Militari Italiani all'Estero. Jugoslavia

 



La divisione “Garibaldi, come visto, era nata il 2 dicembre 1943 dalla fusione dei reparti della Divisione “Venezia” e della Divisione Alpina “Taurinense”, del Regio Esercito operanti nel Montenegro fino alla crisi armistiziale. La Divisione “Garibaldi” aveva assunto organici conformi a quelli già in atto presso l'unità dell'esercito di liberazione jugoslavo e operava nella città di Pljevlja, e comprendeva la 1a, (composta dalla Divsione “Aosta” ed alpini della “Taurinense”) la 2a e la 3a Brigata “Garibaldi”;  era stata passata in rivista, al momento della sua costituzione dal comandante del II Corpo d'assalto jugoslavo generale Peko Dapcevic, alle cui dipendenze operative era stata posta la “Garibaldi” con il consenso dallo Stato Maggiore Italiano a Brindisi. Le operazioni del dicembre fino a febbraio del 44 riguardano l'ordine alla Divisione “Garibaldi” di marciare dalla zona di Durmitor in Montenegro alla Serbia. In pratica nella andata e ritorno fu compiuto questo viaggio di 52 giorni dalla ultima decade del ‘43 al 2 febbraio del 44 e non si va molto lontano dal dire che furono compiuti circa 1500 km in media 30 km al giorno. Le operazioni del 2° Corpo d’Assalto Jugoslavo in Serbia furono un insuccesso totale e forse, dopo l’azione tedesca su Pljevlja che aveva procurato tante perdite, doveva far riflettere i comandanti di Tito prima di iniziare una azione di penetrazione in Serbia. In pratica gli uomini della “Garibaldi” in tre mesi erano sempre in cammino tra ghiacci o tra la neve, con ripetute azioni contro il nemico, tra disagi e fame.

Con un ordine inaspettato del comando del 2° Corpo d’Assalto del EPLJ al Comando della divisione italiana Partigiana “Garibaldi” veniva disposto che la 2a e la 3a Brigata “Garibaldi” avrebbero dovuto raggiungere la Bosnia e passare alle dipendenze operative del 3° Corpo d’Assalto. Questo ordine aveva due motivi giustificazioni, il primo in quanto le riserve di viveri in Montenegro e nel Sangiaccato erano completamente esaurite, il secondo che le due Brigate italiane avrebbero dovuto sostituire altrettante Brigate jugoslave in procinto di trasferirsi in Serbia. Tale ordine provocò le proteste da parte del comandante della divisione “Garibaldi” che, tra l'altro, vedeva smembrata la sua divisione, ma non si ottenne la sua revoca perché in tal senso era stato disposto dal Comando Supremo di Tito per esigenze strategiche. Nel Montenegro il Comando della “Garibaldi” notevolmente ristrutturato dal Secondo Corpo d’Armata slavo in uomini e mezzi avrebbe potuto disporre sul campo della I Brigata “Garibaldi” la cui forza organica delle due divisioni italiane sia la Taurinense che la “Venezia” alla data del 8 settembre era di 19089 uomini e 18000 soldati


(massimo Coltrinari)

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