Considerazioni sulla Campagna di Russia.
Il Maresciallo Messe non fa mistero che l'aver deciso di andare avanti fu un azzardo che mise a dura prova la capaicta del C.I.S.R. Così ebbe modo di scirvere nella sua relazione finale:Bisogna
aver combattuto fianco a fianco con eserciti stranieri per comprendere tutto
ciò. L’onore della Bandiera della Patria, la tutela del nostro prestigio, la
fiducia che riponevo nelle mie truppe ispirarono la mia linea di condotta e la
mia decisione fu quella di “osare per affermarsi”.
Riporto
alcuni brani di una lettera che l’attivissimo e bravo Intendente del C.S.I.R.,
generale Biglino, mi diresse in occasione del passaggio dell’Intendenza alle
dipendenze del1’8° Armata nel luglio 1942:
“..... Ricordo, a mezzo ottobre, l’arresto
oltre il Dnjepr a causa del cattivo tempo. Tutti i trasporti erano fermi e le
truppe invece marciavano. Pensavo al distacco inesorabile delle truppe dai
servizi, alla assoluta impossibilità dei rifornimenti, al sopraggiungere di
nuove piogge e all’inverno, che i primi freddi preannunciavano.
Se
richiesto di un parere, la mia prudenza logistica avrebbe consigliato l’arresto.
Ma Voi interrogaste qualche cosa di diverso e di più alto della logistica. Sono
questi, io penso, i momenti supremi del comando, quando il comandante decide
sulla base di elementi che egli solo vede, sente e giudica.
Giunsero
giorni angosciosi: il distacco completo dell'Intendenza dalle divisioni, i
rifornimenti per via aerea, goccia nel mare.
Per
colmare in qualche modo quel senso di doloroso isolamento che mi ossessionava
mi recavo ad interrogare, presso gli ospedali, i feriti sgomberati per via
aerea ed avevo attraverso ad essi un tenue contatto con le truppe che a 300 km.
di distanza combattevano in condizioni estremamente difficili. Voi, in quei
gravi momenti, raccoglievate quanto avevate seminato...”.
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