Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

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mercoledì 14 ottobre 2020

Il C.I.S.R. I Rapproti con i Tedeschi. La Logistica

 

 Mussolini ispeziona i Reparti in partenza per la Russia  Giugno 1941


Il Maresciallo d'Italia Giovanni Messe nella sua Relazionesugli avvenimenti del Corpo Italiano di Spedizione in Russia così ebbe modo di scrivere in merito al tema dei rapporti con i Tedeschi in tema di logstica:

Il C.S.I.R. giunge alla zona di schieramento, sul Dnjepr, piuttosto stanco ma con spirito intatto, come risulta dal suo brillante intervento nella battaglia di Dnjepropetrovsk.  Ma conviene qui domandarci: sarebbe stato possibile, nonostante tutte le deficienze di organizzazione, raggiungere questo primo obiettivo con minor sforzo e, soprattutto, con minor contributo di sacrifici?  

Indubbiamente si, qualora i tedeschi avessero osservato gli impegni relativi alle derrate che, per convenzione, erano tenuti a fornirci, non si fossero riservata l’esclusività dello sfruttamento delle risorse locali e ci avessero consentito di valerci, nell’ambito del nostro settore di azione, delle inesauribili scorte, specialmente di cereali, di carne e di foraggi.

Praticamente avvenne che i rifornimenti tedeschi, sufficientemente regolati nel mese di luglio e nella prima decade di agosto, andarono successivamente inaridendosi, risultando sempre più inadeguati alle esigenze, fino a porre talvolta le unità in grave stato di crisi, in particolar modo per i carburanti.

Alle nostre rimostranze l'Intendenza tedesca rispondeva che il soldato dei Reich “non ha diritto ad una razione fissa, ma consuma ciò che la Patria (sotto la specie dell’Intendenza) è in grado di procurargli di volta in volta”. Ornato concetto retorico, questo, cui non rispondeva certamente la prassi di una reale applicazione e si risolveva anzi generalmente, con riprovevole parzialità, ai danni della parte italiana. Amor di verità vuole si riconosca che anche i tedeschi si dibattevano allora in serissime difficoltà, per l’insufficienza dei trasporti, ma bisogna pur dire che delle loro disponibilità soltanto il superfluo veniva assegnato agli alleati, dopo soddisfatta ogni loro esigenza.

Quanto poi allo sfruttamento delle risorse locali possiamo rilevare il concetto informativo tedesco dalle seguenti “direttive sulla potestà militare, sulla sicurezza e sull'amministrazione dei territori conquistati ad est del Dnjestr” emanate dal comando della 11° Armata:

 

a) - lo sfruttamento del paese per i bisogni delle truppe e l’alleviamento dei rifornimenti è di importanza decisiva per le operazioni;

b) - è importante che tutte le forze dell’esercito tedesco, romeno e italiano impiegate nel territorio retrostante si regolino in modo unitario per conseguire tale scopo;

c) - la preda bellica è a disposizione dei reparti che l’hanno catturata soltanto per le armi, i materiali e i beni di approvvigionamento che possono essere sfruttati per i propri rifornimenti ed equipaggiamenti. All’infuori di ciò, tutto quanto può servire per il comune proseguimento delle operazioni, è a disposizione del comando dell’11° Armata.

Le grandi riserve, non utilizzabili ai fini delle operazioni devono essere consegnate alle organizzazioni tedesche di retrovia per l’invio in Germania. E’ proibito l’invio di preda bellica ai Paesi amici.

 

L’intransigenza tedesca al riguardo era così assoluta da considerare come sabotaggio ogni sfruttamento delle risorse volto a migliorare le condizioni dell’economia dei paesi alleati. Eravamo di fronte all’applicazione di un concetto totalitario in fatto di accaparramento delle risorse e dei beni economici di ogni genere, che non ammetteva eccezioni, neppure di fronte alle imperiose esigenze delle operazioni.

La logica e lo stesso comune interesse delle operazioni avrebbe suggerito che criteri meno esclusivisti fossero almeno applicati per i viveri ed in genere per le derrate necessarie alla vita delle unità, tenendo conto che un simile apporto si sarebbe risolto in un alleggerimento del carico dei trasporti, che appunto lamentavano uno stato permanente di crisi. Invece, ci si imbatteva continuamente negli organi dell’occupazione economica tedesca, incredibilmente solleciti ad installarsi immediatamente nelle località conquistate per mettere le mani su tutte le risorse economiche disponibili.

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