Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944
Società Editrice Nuova Cultura, Roma 2014, 350 pagine euro 25. Per ordini: ordini@nuovacultora.it. Per informazioni:cervinocause@libero.it oppure cliccare sulla foto

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venerdì 10 gennaio 2020

La Campagna di Sicilia La battaglia del Ponte di Primosole. Le forze Italiane 2


(a)    Le forze terrestri
Le forze terrestri dipendevano dalla 6° armata (generale d’armata Alfredo Guizzoni) ed erano divise in:
-        forze adibite alla difesa delle coste (responsabili per la difesa di circa 1.100 km. di litorale) e degli aeroporti;
-        forze mobili (italiane e tedesche).
La difesa delle coste e degli aeroporti era affidata, nei rispettivi territori ai corpi d’armata XII e XVI dai quali dipendevano divisioni e brigate costiere, comandi di porto e reparti per la difesa fissa degli aeroporti. In particolare si articolava in:
-      XII Corpo d’Armata (generale corpo di armata Mario Arisio):
·      Forze Mobili:
28^Divisione Aosta (gen. div. Giacomo Romano),26^ divisione Assietta (gen. div. Erberto Papini e dal 26 luglio gen. div. Ottorino Schreiber), Truppe di corpo d’armata: costituite dal CXII battaglione mitraglieri, XII raggruppamento artiglieria e VII gruppo contraereo e varie unità di rinforzo.
·      Truppe costiere
136° reggimento di fanteria autonomo, Difesa Porto “N”, 208^ divisione costiera e 202^ divisione costiera e 207^ divisione costiera.
-      XVI Corpo d’Armata (generale corpo d’armata Carlo Rossi):
·      Forze Mobili, composte da: 4^Divisione Napoli (gen div. Giulio Cesare Gotti Porciani), Truppe corpo d’armata, a loro volta articolate dal XII battaglione mitraglieri, dal XL raggruppamento artiglieria e dal XI gruppo contraereo, oltre ad altre unità di rinforzo.
·      Truppe costiere: XIX brigata costiera, 213^ divisione costiera, Difesa Porto “E”, 206^ divisione costiera e XVIII brigata costiera.
-      Unità a disposizione del Comando della 6^ armata
·      54^Divisione Livorno (gen div Domenico Chirieleison);
·      Gruppi Mobili e gruppi tattici.
-      Unità tedesche
Tra le forze mobili, erano presenti le unità tedesche. A fine maggio era in Sicilia la sola divisione Sizilien comandata dal colonnello Baade, costituita da reparti di varia provenienza, inizialmente destinati in Tunisia ma poi rimasti in Sicilia. Era costituita da un gruppo esplorante corazzato, 3 reggimenti di fanteria su 2 battaglioni, 1 reggimento mortai su 2 battaglioni, 3 gruppi d’artiglieria e 65 carri armati tra i quali 17 Tigre e una forza di 16.000 uomini. Ben fornita di armi contro carro e mortai pesanti era idonea per contrastare le divisioni aglo-americane. Poiché non disponeva di automezzi sufficienti per trasportare tutta la fanteria, il Comando della 6° armata aveva provveduto a fornire gli automezzi necessari perché la divisione fosse tutta autotrasportata. Alla fine di giugno arrivò in Sicilia anche la divisione Goering che era più forte della Sizilien in carri armati (100 anziché 65) ma era debolissima in fanteria: 2 soli battaglioni in luogo dei 6 della Sizilien.  
(b)    Le forze navali
La Flotta italiana disponeva il 9 luglio del 1943 di sei navi da battaglia, ma due Doria e Duilio erano a Taranto in disarmo, mentre il Giulio Cesare era in cantiere a Pola.
Rimanevano perciò disponibili tre corazzate a La Spezia, Roma, Littorio e Vittorio Veneto e sei incrociatori leggeri e otto cacciatorpediniere.
Il Comando Militare Autonomo della Sicilia disponeva, come forze di superficie, di una squadriglia motosiluranti di base a Trapani e di una rete di avvistamento e segnalazione lungo le coste funzionante con personale della Marina.
Tale Comando assolveva altresì l’importantissimo compito di organizzare e regolare i trasporti marittimi fra continente e Sicilia e per le isole minori.
(c)    Le forze aeree
Il Comando Aeronautico della Sicilia aveva alle sue dipendenze, alla fine del maggio del 1943, 23 squadriglie da caccia, 2 da osservazione, 1 aerosiluranti e 3 da ricognizione marittima, con un complessivo di 200 caccia, 8 aerei da ricognizione, 20 da ricognizione marittima e 10 aerosiluranti; di questi 238 velivoli solo un terzo era efficiente. La Luftwaffe disponeva nell’intero bacino del Mediterraneo di circa 800 aerei dei quali solo 500 efficienti. In Sicilia era dislocato il II Corpo Aereo Tedesco, alle dirette dipendenze del Feld Maresciallo Kesselring, che disponeva di un numero imprecisato di aerei e di 33 batterie contraeree da 88 mm. Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica aveva preso accordi con il maresciallo Von Richtofen, comandante della II Flotta Aerea Tedesca per l’impiego di detta forza da utilizzare in Sicilia nell’ormai imminente offensiva anglo-americana. Sembrava così assicurato un notevole apporto di forze germaniche, sennonché all’atto pratico non si poté mai fare affidamento completo sull’intervento degli aerei tedeschi perché impegnati sull’intero fronte del Mediterraneo[i].
La difesa contraerea del territorio (D.I.C.A.T.) era variamente dosata in base alle esigenze di proteggere il traffico marittimo, gli aeroporti e le Piazze Militari Marittime. In totale erano presenti nell’isola 224 batterie (48 dell’Esercito, 57 della Marina e 119 della Milizia artiglieria contraerea e della Milizia marittima). Nel complesso la difesa contraerea era l’organizzazione più efficiente dell’isola ma, per l’ubicazione delle batterie, non poteva avere influenza sulle vere e proprie operazioni delle forze terrestri. A detta organizzazione si aggiungevano le 33 batterie da 88 mm tedesche del II CAT oltre a un numero imprecisato di batterie da 20 mm concentrate nella difesa degli aeroporti di Catania, Gerbini, Comiso, Castelvetrano, Milo e Boccadifalco, dove erano presenti le forze aeree tedesche.


[i]Faldella E.,Lo sbarco e la difesa della Sicilia,, L’Aniene editrice,1956.

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