Le operazioni di guerra
Come visto, nel dicembre del 1943 la 5^ Armata di Clark si trovava
di fronte alla Winter Line, linea di resistenza tedesca che partiva dalla foce
del Garigliano, passava per Mignano e proseguiva per Colli al Volturno e
arrivava all’Adriatico. Punto di forza di questa linea era la stretta di Monte
Lungo, attraverso la quale passava la strada statale n. 6 Casilina. Il piano di
sfondamento era suddiviso in tre fasi: per prima cosa doveva essere forzato il
fronte destro tedesco il cui punto di forza era il massiccio del Camino da
parte del X corpo armata britannico e da parte del II Corpo d’Armata US, poi
seguita dalla conquista e sgombero delle posizioni tedesche da parte del X
corpo d’armata e infine lo sfondamento definitivo al centro lungo la Casilina da parte del II Corpo.
La battaglia di San Pietro Infine: i combattimenti del
8-11 dicembre 1943
Dopo aver
preso il massiccio del Camino con la 56a Divisione britannica, il
Gen. Clark pensò fosse arrivato il momento di sfondare al centro della Winter
Line con un attacco simultaneo su Monte Lungo, su Monte Sammucro e San Pietro. Il
Gen. Walker, comandante della 36a Divisione Texas, sarebbe stato il
principale responsabile dell’esecuzione del progetto. Il 3 dicembre il I Raggruppamento Motorizzato italiano
fu posto alle dirette dipendenze del generale Walker e agli
Italiani fu assegnato il compito di prendere Monte Lungo, che si riteneva fosse
difeso da poche forze tedesche. In realtà, vi erano ben trincerati i 500
Tedeschi “jäger” (cacciatori, fanteria leggera) della 29° Divisione. Contemporaneamente
all’attacco italiano, fu previsto che il 3° Ranger e il 1° battaglione del 143°
reggimento della 36a divisione prendessero Monte Sammucro, mentre il 2° e 3° battaglione
dello stesso reggimento dovevano attaccare San Pietro Infine da nord-est. Il Sammucro
dominava il passaggio della sottostante Casilina ed era costituito da una serie
di picchi da quota
L’attacco
fu preceduto da un’intensa attività di pattuglie da parte del 143° reggimento
che portarono all’identificazione dei reparti nemici e alla valutazione
abbastanza precisa della loro consistenza. La facilità delle incursioni,
insieme al convincimento di avere di fronte truppe demotivate, fu una delle
principali cause del disastro che si verificò nei giorni successivi. Chi fece
l’errore più grossolano fu la sezione d’intelligence del reggimento, che si
basò su informazioni datate sugli effettivi dei Tedeschi.
Il
7 dicembre il 1° battaglione del 143° reggimento cominciò la scalata al Sammucro
partendo dal paesino di Ceppagna. Era l’avanguardia delle forze d’attacco e
aveva per obiettivo il picco più alto della montagna. La fortuna accompagnò gli
uomini che, nonostante la scarsa familiarità con il terreno montagnoso, riuscirono
ad avvicinarsi senza farsi avvistare alle linee tedesche.
Alle prime ore del mattino dell’8 dicembre una fitta
nebbia avvolgeva Monte Lungo; queste condizioni meteo avverse impedivano
l'osservazione del tiro di artiglieria per la fase di preparazione e ne
pregiudicarono l'efficacia, così come notevolmente ostacolato era il tiro
d’appoggio. Contestualmente però la nebbia che avvolgeva Monte Lungo nascondeva
alla vista del nemico i movimenti dei reparti di fanteria destinati
all'attacco.
Alle ore 5:35 l’artiglieria americana iniziava la preparazione di
fuoco. Alle ore 6:20 iniziava l'attacco del I Raggruppamento motorizzato
italiano. L'avanzata aveva inizialmente successo ma dopo poche ore di
combattimento l’avanzata era arrestata da un potente fuoco nemico che costringeva
le compagnie a ripiegare. Inoltre il 142º reggimento americano, che nel
frattempo avrebbe già dovuto conquistare Monte Maggiore, non era in posizione e
non riuscì, quindi, a coprire col fuoco l'attacco del Raggruppamento italiano.
La manovra di sfondamento centrale del raggruppamento italiano fallì. Sulla
destra dello schieramento il 143° reggimento conquistò delle posizioni che i
Tedeschi provarono a riprendere con un contrattacco a testa bassa.
Nella
notte tra il 9 e il 10 dicembre, il 133° battaglione artiglieria campale
costrinse i Tedeschi a sgombrare la sella tra le quote 950 e 1205 del Monte
Sammucro, con un concentramento di fuoco d’artiglieria insostenibile che
permise ai Ranger del 3° battaglione di dirigersi lungo il crinale che conduceva
a quota 950 e alle ore 7:50 di raggiungere la cresta, con un movimento
aggirante della sella.
Dall’11
al 13 dicembre i Tedeschi fecero tutto il possibile per riprendere il terreno
perduto che era prezioso, poiché dall’alto del Sammucro si controllavano il
sottostante paese di San Pietro Infine e le retrovie tedesche fino a Cassino. Tra
l’11 e il 13 dicembre i Ranger furono rilevati dal 504° reggimento
paracadutisti che prese in consegna il terreno tra Monte Corno e la cresta di Monte
Sammucro. A beneficiare della cosa, oltre ai Ranger, fu anche il 1° battaglione
del 143° che fu alleggerito di parte delle sue responsabilità su quel settore
del fronte. Dall’altra parte le posizioni tedesche rimanevano ben solide per la
fitta rete di difesa preparata con filo spinato e trappole esplosive. Dal
giorno 10 al 14 dicembre, mentre sul Sammucro si rafforzava l’occupazione
americana, sul fronte sottostante di San Pietro si procedeva al solo invio di
pattuglie per saggiare le posizioni dei granatieri corrazzati.
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