Le
forze tedesche
Nel dicembre del 1943 il lato destro del fronte tedesco sulla
Winter Line era tenuto dal XIV Corpo corazzato al comando di von Senger und
Etterlin. La Germania
schierava sulla “Linea d’inverno” soprattutto divisioni di fanteria e di
granatieri corazzati, e solo in un secondo tempo, sulla retrostante “Linea
Gustav”, sarebbero state impiegate anche altre specialità come i paracadutisti
e le truppe alpine.
Al XIV corpo, il cui comando era stato
assunto da von Senger l’8 ottobre 1943, erano aggregate le seguenti grandi
unità:
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94ª
divisione di fanteria, con una forza combattente di 7.430 uomini, al comando
del generale Pfeiffer. Schierata all’estrema destra partendo dal Tirreno,
doveva anche difendere la costa dalla foce del fiume Garigliano fino a
Terracina;
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sul
lato sinistro di questa unità era schierata la 15ª divisione granatieri
corazzati, che si era già battuto in Sicilia e Salerno, ed era comandato dal
generale Eberhard Rodt. Questa divisione aveva all’epoca 6.600 uomini. La 15ª
era stata formata nel maggio del 1943 con i rincalzi, i malati e i feriti evacuati dal fronte tunisino prima
della resa finale;
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al
centro dello schieramento tedesco era dispiegata la 3ª divisione granatieri
corazzati del generale prussiano Fritz-Hubert Gräser. Era un’unità
inaffidabile, che già nella ritirata da Salerno aveva perso molti uomini,
arresisi con troppa facilità al nemico. Molti dei militari erano di origine
polacca, e avevano il morale a terra sia perché discriminati rispetto ai
tedeschi di madrelingua, sia perché temevano, dato l’andamento sfavorevole del
conflitto, le conseguenze per le loro famiglie di una sconfitta della Germania;
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la
305ª divisione di fanteria copriva l’estrema sinistra del XIV corpo corazzato
con una forza di combattimento di 6.700 uomini ed era composta di elementi del
Baden e del Württemberg, apprezzati sulla base dell’esperienza fatta dalla
Prima guerra mondiale. Il comandante, il generale Haug, era considerato da von
Senger coscienzioso e molto attento a scegliere i comandanti di reggimento e
battaglione tra gli uomini con maggior esperienza di combattimento. Unico punto
di debolezza, come per tutte le divisioni di fanteria tedesche, era la scarsa mobilità
per i pochi mezzi di locomozione meccanici a disposizione, sostituiti da
animali da soma e da tiro, sia per le salmerie sia per il traino delle
artiglierie.
Durante la battaglia per la Winter Line , tra la 3ª
divisione granatieri corazzati e la 305ª di fanteria, fu inserita la 26ª
divisione corazzata, un’unità di livello superiore impiegata sul fronte di
Salerno e in azioni di retroguardia in Calabria dopo lo sbarco inglese del 3
settembre 1943. Era strutturata su due reggimenti di granatieri corazzati, il
9° e il 67°, e un reggimento carri, il 26°. Completavano gli organici della
grande unità il 93° reggimento artiglieria corazzato, il 26° gruppo esplorante,
il 304° gruppo flak (contraerea), un battaglione pionieri, due compagnie di
sanità.
Nel corso degli scontri, la 3ª granatieri corazzati fu poi sostituita
dall’ottima 29ª granatieri corazzati del generale Walter Fries. Questa, con una
forza di combattimento all’epoca di 7.460 uomini, era una delle migliori
divisioni tedesche nel teatro mediterraneo e si era battuta con efficacia in
Sicilia e a Salerno. La 29ª sarà l’unità più coinvolta da parte tedesca nella
battaglia di San Pietro Infine. La divisione era composta da due reggimenti
granatieri corazzati, il 15° e il 71°, e uno d’artiglieria, il 29°. I primi due
erano composti da tre battaglioni ciascuno, più una compagnia comando e una
batteria di pezzi d’accompagnamento da 105mm. Il primo battaglione di ciascun
reggimento era composto da tre compagnie di mezzi blindati trasporto truppa e
da una compagnia di armi pesanti per l’accompagnamento. Gli altri due erano
composti da tre compagnie ciascuno di granatieri corazzati, più una compagnia
di armi