Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

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sabato 5 dicembre 2020

1944 La guerra di liberazione all'estero Grecia Continentale I parte

 


4.5 Grecia continentale.

Nella Grecia continentale la sorte dei soldati italiani non è benigna. Dopo la triste vicenda della volontà greca di procedere al disarmo della Divisione Pinerolo, in cui superstiti furono raccolti nei campi di concentramento di Grevernà, Neraida e Karpenision.  Questi campi non avevano nulla da invidiare ai lager tedeschi, in quanto mancavano di tutto, sia in termini di viveri, di medicinali di vestiario, ove la mortalità raggiunse cifre considerevoli Dopo aver passato un inverno fra stenti e fame in condizioni allucinanti, i soldati italiani nella primavera del 1944 erano ridotti a larve umane. Per poter dare un certo aiuto a questi soldati, che nella sostanza erano, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania del 13 ottobre 1943, degli cobelligeranti se non alleati, la Missione militare alleata incaricò un ufficiale inglese, il maggiore Philipp Warrel della direzione e gestione dei campi stessi. Warell si rilevò un benemerito in quanto riuscì con la sua opera a salvare migliaia di prigionieri italiani. Riuscì’ ad avere denaro tanto che potè corrispondere al mese ad ogni soldato una sterlina e mezzo per poter acquistare per lo meno il necessario per sopravvivere. Ottenne anche di dislocare molti soldati presso le famiglie contadine che, in cambio di lavoro, corrispondessero vitto ed alloggio. La situazione era veramente grave, anche per l’azione tedesca che si sviluppava sia attraverso rastrellamenti violenti, dove non venivano risparmiati né feriti né moribondi, sia attraverso lusinghe ed promesse affinchè i soldati italiani scendessero dia monti dai loro nascondigli e si consegnassero ai presidi tedeschi.

 Il dramma dei soldati italiani nella Grecia continentale nasce dal fatto che i greci erano profondamente divisi ed il movimento partigiano era visceralmente frazionato e frammentato e le fazioni si facevano tra loro una guerra atroce e crudele, spesso senza senso. Ai greci interessava inizialmente non che il soldato italiano li aiutassero a sconfiggere i tedeschi occupatori, come accadeva in Albania ed in Jugoslavia, ma le armi, le munizioni, l’equipaggiamento e ogni bene utile; una volta disarmato e spogliato di tutto il soldato italiano diventava un peso inutile, oggetto solo di rancore per l’aggressione del 1940 e la relativa occupazione. Una situazione triste per questo paese le cui divisioni portarono ancora più lutti della guerra perduta e della occupazione italotedesca.

 

Anche per  tutto il 1944 al soldato italiano, in queste circostanze, si presentava che all’inizio era abbastanza favorevole: se armati potevano costituire una propria banda ribelle, sempre però integrata o in collegamento con una formazione greca dell’ELAS (Esercito popolare di liberazione greco) di ispirazione comunista, oppure dell’EDES, (Unione Nazionale greca democratica) di ispirazione monarchica, oppure singolarmente o in piccolissimi gruppi immessi nelle formazioni ribelli; se disarmati potevano aggregarsi alle formazioni partigiane come ausiliari svolgendo numerosi incarichi, oppure raggiungere la campagna e vivere come braccianti presso famiglie contadine in cambio di vitto ed alloggio. Nel 1944 le possibilità di scelta si erano alquanto ridotte e tutto dipendeva dalle circostanze, che, per via della frammentazione politica greca divenivano sempre più difficili. Via via che la lotta tra i greci si inaspriva, era sempre più difficile per gli italiani trovare la possibilità di combattere i tedeschi. Era prassi in tutte le unità greche sia comuniste che monarchiche di non costituire bande o reparti di soli italiani al comando di ufficiali italiani; si preferiva sempre suddividerli fra le proprie bande allo scopo di utilizzare meglio le loro professionalità militari. Un particolare aspetto poi è da considerare per i carabinieri, i finanzieri e le camicie nere. Era costante da parte dei greci cercarli in quanto erano fortemente animati dai rancori accumulati durante l’occupazione ed erano alla ricerca di vendette che spesso avevano motivazioni più presunte che reali. I nostri militari ebbero l’accortezza di lasciare quasi immediatamente le zone dove potevano essere riconosciuti; quei pochi malcapitati che incapparono nella furia della popolazione greca andarono incontro ad una atroce fine.


Massimo coltrinari


( seconda parte il 12 dicembre 2020)


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