4.5 Grecia continentale.
Nella
Grecia continentale la sorte dei soldati italiani non è benigna. Dopo la triste
vicenda della volontà greca di procedere al disarmo della Divisione Pinerolo,
in cui superstiti furono raccolti nei campi di concentramento di Grevernà,
Neraida e Karpenision. Questi campi non
avevano nulla da invidiare ai lager tedeschi, in quanto mancavano di tutto, sia
in termini di viveri, di medicinali di vestiario, ove la mortalità raggiunse
cifre considerevoli Dopo aver passato un inverno fra stenti e fame in condizioni
allucinanti, i soldati italiani nella primavera del 1944 erano ridotti a larve
umane. Per poter dare un certo aiuto a questi soldati, che nella sostanza
erano, dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania del 13 ottobre
1943, degli cobelligeranti se non alleati, la Missione militare alleata
incaricò un ufficiale inglese, il maggiore Philipp Warrel della direzione e
gestione dei campi stessi. Warell si rilevò un benemerito in quanto riuscì con
la sua opera a salvare migliaia di prigionieri italiani. Riuscì’ ad avere
denaro tanto che potè corrispondere al mese ad ogni soldato una sterlina e
mezzo per poter acquistare per lo meno il necessario per sopravvivere. Ottenne
anche di dislocare molti soldati presso le famiglie contadine che, in cambio di
lavoro, corrispondessero vitto ed alloggio. La situazione era veramente grave,
anche per l’azione tedesca che si sviluppava sia attraverso rastrellamenti
violenti, dove non venivano risparmiati né feriti né moribondi, sia attraverso
lusinghe ed promesse affinchè i soldati italiani scendessero dia monti dai loro
nascondigli e si consegnassero ai presidi tedeschi.
Il dramma dei soldati italiani nella Grecia
continentale nasce dal fatto che i greci erano profondamente divisi ed il
movimento partigiano era visceralmente frazionato e frammentato e le fazioni si
facevano tra loro una guerra atroce e crudele, spesso senza senso. Ai greci
interessava inizialmente non che il soldato italiano li aiutassero a
sconfiggere i tedeschi occupatori, come accadeva in Albania ed in Jugoslavia,
ma le armi, le munizioni, l’equipaggiamento e ogni bene utile; una volta
disarmato e spogliato di tutto il soldato italiano diventava un peso inutile,
oggetto solo di rancore per l’aggressione del 1940 e la relativa occupazione. Una
situazione triste per questo paese le cui divisioni portarono ancora più lutti
della guerra perduta e della occupazione italotedesca.
Anche
per tutto il 1944 al soldato italiano,
in queste circostanze, si presentava che all’inizio era abbastanza favorevole:
se armati potevano costituire una propria banda ribelle, sempre però integrata
o in collegamento con una formazione greca dell’ELAS (Esercito popolare di
liberazione greco) di ispirazione comunista, oppure dell’EDES, (Unione
Nazionale greca democratica) di ispirazione monarchica, oppure singolarmente o
in piccolissimi gruppi immessi nelle formazioni ribelli; se disarmati potevano
aggregarsi alle formazioni partigiane come ausiliari svolgendo numerosi
incarichi, oppure raggiungere la campagna e vivere come braccianti presso
famiglie contadine in cambio di vitto ed alloggio. Nel 1944 le possibilità di
scelta si erano alquanto ridotte e tutto dipendeva dalle circostanze, che, per
via della frammentazione politica greca divenivano sempre più difficili. Via
via che la lotta tra i greci si inaspriva, era sempre più difficile per gli
italiani trovare la possibilità di combattere i tedeschi. Era prassi in tutte
le unità greche sia comuniste che monarchiche di non costituire bande o reparti
di soli italiani al comando di ufficiali italiani; si preferiva sempre
suddividerli fra le proprie bande allo scopo di utilizzare meglio le loro
professionalità militari. Un particolare aspetto poi è da considerare per i
carabinieri, i finanzieri e le camicie nere. Era costante da parte dei greci
cercarli in quanto erano fortemente animati dai rancori accumulati durante
l’occupazione ed erano alla ricerca di vendette che spesso avevano motivazioni
più presunte che reali. I nostri militari ebbero l’accortezza di lasciare quasi
immediatamente le zone dove potevano essere riconosciuti; quei pochi
malcapitati che incapparono nella furia della popolazione greca andarono
incontro ad una atroce fine.
Massimo coltrinari
( seconda parte il 12 dicembre 2020)
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