giovedì 22 dicembre 2022
martedì 20 dicembre 2022
venerdì 9 dicembre 2022
giovedì 1 dicembre 2022
domenica 20 novembre 2022
giovedì 10 novembre 2022
Onorificenze Partigiane. Il Certificato di Patriota o Brevetto Alexander
Il Brevetto Alexander, noto anche come Certificato al Patriota, è un documento che venne conferito ai partigiani italiani dopo la Seconda Guerra Mondiale. È chiamato in questo modo dal nome del maresciallo Harold R. Alexander, comandante in capo delle Forze Alleate in Italia. Venne conferito per la prima volta dallo stesso Alexander al partigiano Nello Iacchini, che il 26 agosto 1944 salvò la vita del maresciallo britannico e del primo ministro inglese Winston Churchill durante la visita di quest'ultimo in Italia. Il 14 giugno 1945 il giornale L'Unità riportò la notizia della consegna del Certificato al Patriota da parte del generale Crittemberg, Comandante della IV Armata alleata, al generale Cadorna. Nell'articolo si legge che "nel certificato il generale Cadorna è chiamato Feld Maresciallo, in riconoscimento degli sforzi da lui compiuti per liberare l'Italia" e che "il certificato è identico a quello che viene dato a tutti i Partigiani al termine del loro servizio".
lunedì 31 ottobre 2022
Onorificenze Partigiane. Riconoscimento di Partigiano, Benemerito, Patriota.
A partire dal 1945, a seguito del Decreto legislativo luogotenenziale del 21 agosto 1945, n.518, dal titolo Disposizioni concernenti il riconoscimento delle qualifiche dei partigiani e l'esame delle proposte di ricompense (d. lg. Lgt. 518/1945), furono istituite Commissioni regionali al fine di vagliare e definire la posizione dei partigiani. Le qualifiche individuate furono tre: partigiano, patriota e benemerito.
Si qualifica partigiano colui che è caduto o rimasto mutilato o invalido nella lotta di Liberazione; oppure per almeno tre mesi abbia militato in una formazione armata partigiana regolarmente inquadrata nelle forze riconosciute e dipendenti dal Corpo Volontari della Libertà; oppure per durata di servizio minore di tre mesi sia stato ferito in combattimento; oppure per almeno sei mesi abbia fatto parte di un Comando o di un servizio di Comando (informazioni, intendenza, ecc.) inquadrato nell'attività del Corpo Volontari della Libertà; oppure, in seguito a cattura da parte nazifascista per attività attinente al movimento militare, sia rimasto in carcere oltre tre mesi.
Si qualifica patriota colui che ha collaborato e contribuito attivamente alla lotta di Liberazione, sia militando nelle formazioni partigiane per un periodo minore di quello previsto, sia prestando costante e notevole aiuto alle formazioni partigiane.
Si qualifica benemerito colui che, pur non avendo i requisiti di patriota, ha svolto con proprio rischio rilevante attività nella lotta di Liberazione o collaborato con le bande attive. Corre l'obbligo di sottolineare come i criteri basati su dati oggettivi quasi esclusivamente militari, adottati per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, abbiano di fatto fortemente penalizzato le donne e in genere chi svolse un'attività soprattutto di supporto logistico, assistenziale, informativo, solo in parte recuperata dalla qualifica di benemerito.
giovedì 20 ottobre 2022
Internamento in Francia 1943-1945. Il Rimpatrio
L’Internamento in
Germania rappresenta il punto focale del III Fronte, quello, appunto
dell’internamento; Non si può però non prendere in esame altri aspetti
dell’internamento in Paesi che operarono contro gli italiani in quanto nemici.
Fra questi la
Francia, quella che si era ribellata all’occupazione, ovvero quella che faceva
capo a De Gaulle.
Via via i i
gaullisti prendeva il potere in Francia, emanavano disposizioni restrittive verso
tutti coloro che avevano collaborato con i tedeschi. Inoltre consideravano gli
italiani dei veri e propri nemici. La politica francese verso l’Italia era
quanto mai rigida.
Il 10 maggio 1945
l’ambasciatore italiano Giuseppe Saragat informò il governo italiano della
reale situazione dei nostri internati in Francia e di quelli oberati dia campi
di concentramento tedeschi ed affluiti o in via di trasferimento nei territori
francese.
“Informazioni
concordano, egli aggiungeva, che essi si trovano nei primi tempi almeno dopo la
liberazione da parte truppe alleate, privi efficace assistenza. Coloro che
vengono avviati in Francia da anglo-americani generalmente in piccoli gruppi di
qualche decina, assieme ad ex prigionieri francesi ed alleati, ricevono ogni
assistenza. Quando però qui vengono messi in libertà in attesa di poter
rimpatriare, vengono quasi tutti riconsiderati internati da autorità francesi
in base al principio che tutti i militari entrati in Francia dopo il 10 giugno
1940 devono essere considerati internati. Dato quanto precede in considerazione
non ancora noto atteggiamento Governo francese su tale delicata questione,
prego voler insistere massima urgenza presso autorità militari Alleate perchè
sia evitato afflusso in Francia nostri internati e deportati recentemente
liberati in Germania. Molto più che essi potrebbero venire ormai molto più
rapidamente rimpatriati via Svizzera o via Brennero. Colgo occasione per prospettare
necessità invio apposita missione anche non militare sufficientemente numerosa
per poter assicurare la raccolta smistamento e rimpatrio nostri ex internati
comunque presenti in Francia che possono già calcolarsi in oltre 150.000 mila”.[1] In Francia sorse questo grande equivoco: gli
internati in Germania erano considerati dei collaboratori dei tedeschi in
quanto italiani. Una volta che i francesi li avevano in mano procedevano
all’internamento. La mancanza di conoscenza e documentazione della reale
situazione in cui si erano venuti a trovare i soldati italiani dopo l’8 settembre
1943 ed il lor internamento nei lager tedeschi fu all’origine di questo
equivoco. Fu solo dopo una lunga e paziente fatica di chiarimento e di
convinzione prima sulle autorità francesi poi sull’opinione pubblica che i nostri rappresentanti in Francia
riuscirono ad ottenere il rimpatrio di tutti gli italiani rimasti in Francia,
ma giuntevi anche dalla Germania.
L’inizio del
ripatrio degli Internati dalla Francia ebbe inizio nel dicembre 1945. Il
Rimpatrio, dato lo stato dei trasporti terrestre fu eseguito via Mare da Marsiglia
con destinazione Napoli. Successivamente, grazie anche all’aiuto alleato anche
per via terra con destinazione dei centri di Bordighera e Genova.
Il centro di
Bordighera aveva una capacità di accoglimento di oltre 1000 persone in termini
di posti letto, mentre quello di Genova, del doppio.
Nel periodo
ottobre-dicembre 1945 dalla Francia giunsero a Bordighera ed a Genova circa
14.700 militari già appartenenti alla 4a Armata, che poi salirono a 25.900 nei
mesi successivi. Ne rimanevano nella primavera del 1946 ancora oltre 10.000 che
vennero rimpatriati a seconda delle disponibilità dei mezzi, in media dalle
poche decine alle duecento-trecento unità al giorno. Nel 1946 anche questo
residuo di internati fu completato.
lunedì 10 ottobre 2022
INFOCESVAM N. 4
INFOCESVAM
BOLLETINO
NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
____________________________________________________________________
ANNO IX, 31/32, N. 4, Luglio - Agosto,
1 settembre 2022
IX/4/576 La
decodificazione di questi numeri è la seguente: IX anno di edizione, il mese di
edizione di INFOCESVAM, 576 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi.
Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes”
dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro
Azzurro. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo
stesso argomento.
IX/4/577. Come prassi, il CESVAM osserva la pausa estiva
per i mesi di Luglio ed Agosto. Il semestre accademico settembre – 2022,
gennaio 2023 inizierà il 1 settembre. Le ricerche in essere proseguono secondo il calendario adottato dai singoli
ricercatori.
IX/4/578 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “I Presidenti
dell’Istituto del Nastro Azzurro” 1923- 2023. Attività e gesta delle
presidenze attraverso la documentazione d’archivio. La Ricerca è stata avviata
in Ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di
Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. La lista dei Presidenti e dei materiali
è stata completata. Si procede alla stesura per la I Bozza. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro.
IX/4/579 Progetto 2016/1
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Una vittoria
amara” Predisposto il Manoscritto 4. Il
Glossario 1945 è nella versione di manoscritto 5. Il volume 8 del Dizionario
“Percorsi di Ricerca” è rimasto nella versione di manoscritto 3
IX/4/580. “Non ti scordar
di Me”. Il Gruppo Medaglie d’Oro ha lanciato la campagna di sensibilizzazione
attraverso l’adozione di un fiordaliso a forma di pin per ricordare i Caduti di
Tutte le Guerre. Il Fiordaliso è stato ideato dal gen. C.A. Aloia, MOVM.
IX/4/581. Progetto 2016/1
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Una
vittoria amara”. Punto di situazione in: www.valoremilitare.blogspot.com
e su www. laguerradiliberazionelastoria. blogspot.com. Completate le ricerche
sulla Divisione Partigiana Italia e Divisione Partigiana “Garibaldi”
IX/4/582. Ricerca per il
Centenario. Titolo. “La Presenza in
Italia ed all’Estero dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed
analisi iconografica delle Federazioni, Sezioni e Gruppi aperti in Italia
all’estero dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla
base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021
e marzo 2022. Predisposti i materiali. Ulteriori ricerche si impongono in
merito alla cause discusse. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro.
IX/4/583 La richiesta di tesi per i Master in
essere presso la Università degli Studi N. Cusano può essere integrata
consultando il blog www.studentiecultori.blogspot.com.
Il blog contiene tracce e titoli di tesi collegate a ricerche in essere presso
il CESVAM. SI ricorda che il termine per la richiesta scade il pv. 30 settembre
2022.
IX/4/584 IL CESVAM,
Centro Studi sul Valore Militare non può annoverare collaboratori e tanto meno ricercatori che non abbiano nel
proprio curriculum i titoli accademici previsti.
IX/4/585 La
Collaborazione con Le Associazioni Combattentistiche e d’ Arma ed ASSOARMA
prosegue nei termini già note, Informazioni su
www.associazionismomilitare.blogspot.com
IX/4/586 La situazione in
Europa dopo la crisi in Ucraina è presente sui blog geografici. In particolare
su www.coltrinariatlanteeuropa.blogspot,com.
Si sconsiglia la richiesta di tesi su questo argomento i quanto è di attualità
ed ancora non si dispongono di materiali atti ad una ricostruzione accademica
degli eventi, ma solo cronachistica.
IX/4/587 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “L’Albo d’Oro
Nazionale”. Gli annuari dell’Istituto del Nastro Azzurro” editi dal 1923 ad
oggi riportati tutti i decorati dal 1833 ad oggi. Raccolta, individuazione e
acquisizione delle pubblicazioni ed edizione della Copertina e della nota
introduttiva dell’annuario. In pratica si attuerà l’Albo d’Oro Nazionale su
carta, integrante e propedeutico all’Albo d’Oro Nazionale digitale ragionato.
La Ricerca è stata avviata sia sulle ricerche della Sig.ra Paola Tomasini
iniziate nel 2021 e di quelle esposte in ambito CESVAM, sulla base del
materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo
2022. Predisposti i lineamenti per la individuazione della realizzazione
complementare del programma di ricerca. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto Ordini Cavallereschi
IX/4/588 Progetto 2020/1
“Le vicende dei Militari Italiani in Russia” Volume II “1942 L’avanzata nella
steppa”. Completato il manoscritto 3. Il Volume III “1942. La conquista del
Donbass”. Completato il manoscritto 4. Scelti i testi per i volumi n. 4 e n. 5
che sono stati tutti trascritti.
IX/4/589 Progetto
Prigionia 2019/1. Il Volume IV dedicato alla Memoria, e nella fase del
manoscritto 4. Contatti con la casa Editrice Nuova Cultura per la definizione
del format. Il Vol. VI e VII sono in
fase di approntamento con la collaborazione del Dott Giorgio Madeddu e del Dott
Salvatore Carta, per la versione in lingua tedesca
IX/4/590 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “Ettore Viola.
Combattente, Politico, Fondatore dell’Istituto del Nastro Azzurro.”. La
Ricerca è stata avviata in ambito CESVAM, sulla base del materiale raccolto a
seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022. Consiste nella
edizione digitale dei volumi “Vita di Guerra” è “Il Congresso di Assisi”. La
edizione integrale della guida al Fondo Ettore Viola presso la Biblioteca del
Senato della Repubblica e di una introduzione di Giancarlo Ramaccia sulla
figura di Ettore Viola. Tutto il materiale sopra citato è stato acquisti. Si è
entrati nella fase di stesura del manoscritto. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/591 Il programma relativo alle CESVAM PAPERS è
aggiornato sul www.storiainlaboratorio.blogspot,com,
su www.associazionismomilitare.blogspot.com.
Info: ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org
IX/4/592 Ricerca per il
Centenario. Titolo. “La Presenza in
Italia ed all’Estero dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed
analisi iconografica delle Federazioni, Sezioni e Gruppi aperti in Italia
all’estero dal 1923 ad oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla
base del materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021
e marzo 2022. Dati relativi al continente asiatico e sud americano acquisiti.
Mancano dati per l’Europa ed il Nord America. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/593 Per l’invio
degli articoli e note per la Rivista
QUADERNI si prega di utilizzare la email: quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org.
Gli articoli e le note devono essere sottoposti alla visione del Collegio dei
Redattori per la eventuale pubblicazione
IX/4/594 La Rivista
QUADERNI – Anno LXXXIII, Supplemento XXIII, 2022, n. 3 23° luglio - agosto 2022
è stata pubblicata ed inviata secondo la Main List aggiornata al 1 agosto 2022
IX/4/595. Progetto 2016/1
Dizionario minimo della Guerra di Liberazione. Compendio 1945.” Si ricerca documentazione su; Divisione
Partigiana Garibaldi Rimpatrio. Ragusa 1945. Ipotesi di invio della Divisione a
Trieste, in appoggio alle forze alleate. info www.
laguerradiliberazionelastoria. blogspot.com
IX/4/596. Ricerca per il
Centenario. Titolo. “I Congressi
dell’Istituto del Nastro Azzurro” 1923- 2023. Struttura ed analisi
iconografica. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del
materiale raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo
2022. Materiali raccoli per i primi 10 congressi. Iconografia disponibile. Per
il mese di settembre ottobre si procederà alla raccolta del materiale per i
congressi dal 13 al 22 e seguenti. Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/597. Progetto 2020/2
Ordinamenti. Il Volume dedicato al Quadro di Battaglia del Regio Esercito il 10
giugno 1940 è stato inviato in
tipografia sotto la data del 30 agosto 2022. Pubblicazione prevista per la fine
del mese di settembre/metà ottobre
IX/4/598. Master di 1°
Liv. in Storia Militare Contemporanea. La Sessione di Laurea Estiva, è fissata
per la prima deca del mese di dicembre 2022 e si terrà, salvo imprevisti
dell’ultima ora, in presenza.
IX/4/599. Ricerca per il
Centenario. Titolo. “Le Corti d’Onore.
Gli Statuti. I Regolamenti dell’Istituto del Nastro Azzurro”. Struttura ed
analisi iconografica della componente giurisdizionale dell’Istituto dal 1923 ad
oggi. La Ricerca è stata avviata in Ambito CESVAM, sulla base del materiale
raccolto a seguito dei Convegni di Studio dell’ottobre 2021 e marzo 2022.
Trascritti tutti i regolamenti Aggiornamento su www.istitutodelnastroazzurro.org/
comparto storia del Nastro Azzurro
IX/4/600 Prossimo INFOCESVAM
sarà pubblicato il 1 novembre 2022. I
precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblica su www.cesvam.org
e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM.
venerdì 30 settembre 2022
Organizzazione per l'accoglimento degli Internati e dei prigionieri di guerra. Maggio 1945.
Centri Alloggio. Già dai primi di aprile, con il delinearsi dell’imminente disfatta tedesca l’Ufficio aveva considerato, sempre nel quadro dello studio, la necessità di dover far fronte al rimpatrio dell’imponente massa, valutata ad oltre 600.000 uomini circa, dei nostri militari internati in Germania, Olanda, Belgio, Francia, Polonia. Compilò vari studi che, vagliati ed approvati dagli alleati, portarono in sostanza alle seguenti soluzioni. L’organizzazione dei Centri alloggi e degli stabilimenti sanitari dell’Italia meridionale rimase invariata e continuò ad accogliere i reduci dalla Balcania, dalla Grecia e da Oltremare. Nell’Italia del Nord, in accordo con la Sub Commission P.W. alleata, con L’H.Q. Italian Refugee Camp Staff e con l’Alto Commissariato Profughi di Guerra, venne attuata un’organizzazione di centri per il ricevimento di detti internati sia militari che civili che comprendeva:
.
centri avanzati a contatto con la frontiera;
.
centri mediani sulla linea Torino-Milano- Verona- Tarvisio;
,
centri arretrati sulla linea Piacenza-Forlì per lo smistamento degli internati
diretti nell’Italia Centrale e Meridionale.
In
particolare nei centri mediani ed arretrati è stato attuato l’inserimento della
organizzazione militare incaricata del trattamento amministrativo e matricolare
dei reduci ed in Milano venne costituito un Centro alloggio totalmente
militare. Per far fronte alle necessita ed assistenza e smistamento dei reduci
diretti nell’Italia meridionale ed Insulare l’Ufficio ha inoltre provveduto ad
organizzare direttamente dei Centri alloggio a Firenze, Arezzo, Roma e dei
posti transito e sosta di Civitavecchia, Messina, Cagliari, e Trapani.
Per
coordinare e sovraintendere all’organizzazione del Nord venne infine costituita
a Milano una Delegazione dell’Ufficio, la quale faceva parte del Comitato
Rimpatri Alta Italia, composto dai rappresentanti del C.N.L., dell’Alto
Commissariato profughi, poi Ministero della Assistenza Postbellica, della
Pontificia Commissione Assistenza e dalla C.R.I. La Delegazione dell’Ufficio di
Milano ebbe l’immediato fattivo concorso oltre che dal Comitato Rimpatri Alta
Italia anche dal vaticano, dai vescovi, dai Comitati Misti regionali, dalle
autorità politiche locali.
Per
accelerare le operazioni di smistamento il reduce dall’internamento venne solo
sottoposto alla profilassi igienico-sanitaria, ad una rapida operazione di
censimento matricolare e fornito di un
anticipo di denaro per il viaggio e di un documento-scheda che gli consentiva
di ottenere dal distretto di residenza la liquidazione degli assegni maturati
durante l’internamento e la concessione di una licenza straordinaria in attesa
di un eventuale reimpiego; la permanenza del reduce nel Centro alloggio venne
così ridotta al minimo indispensabile. Nei riguardi della organizzazione del
Nord occorre anche precisare che personale della M.M.I.A. nel non voler concedere apposito personale
militare per l’organizzazione dei Centri alloggio, oltre le 115 unità
precedentemente concesse:
-
Il
personale tecnico dirigente del Ministero della Guerra sia dei centri che della
Delegazione dell’Ufficio in Milano dovette essere tratto dalle115 unità
disponibili;
-
Il
personale di inquadramento e di sorveglianza dei campi venne attinto dai Gruppi
di Combattimento Friuli, Mantova, Legnano, Piceno da qualche reparto delle
Divisioni Territoriali e dal Personale del CO.Mi.PR.I. - Comando Militare
Profughi Italiani.
Nel periodo di maggio – settembre
1945 l’afflusso degli internati ebbe la seguente consistenza:
. Dalla Germania e dalla Svizzera,
circa 404500 reduci;
. Dalla Francia meridionale, per lo
più cooperatori) 13.700 reduci;
. Dalla Francia, ex appartenenti alla
4a Armata, 7100 reduci.
In totale le strutture di accoglienza
in Alta Italia accolsero circa 425.500 reduci.
In parallelo all’organizzazione dei Centri alloggio, venne predisposta nell’Italia Settentrionale e centrale una vasta organizzazione ospedaliera la quale attraverso non lievi e non poche difficoltà, raggiunse la capacità complessiva di circa 25.000 posti. Tale organizzazione rispose, e con ampio margine, ai suoi fini quando le condizioni sanitarie degli internati risultarono migliori del previsto, essenzialmente perché essi prima di rimpatriare sostarono un periodo di tempo più o meno lungo nei campi di smistamento stabiliti dagli anglo-americani in territorio tedesco, dove il trattamento alimentare e sanitario fu ottimo sotto tutti i riguardi
martedì 20 settembre 2022
Apertura delle Iscrizioni ai Master
L’Istituto del Nastro Azzurro, tramite il CESVAM – Centro
Studi sul Valore Militare, ha attivato presso la Università degli Studi N.
Cusano Telematica Roma master di 1° livello e corsi di perfezionamento colti, nel quadro dei programmi accademici, a
diffondere ed approfondire gli studi e le ricerche sul Valore Militare.
1.
Master di 1° Liv. In “Storia Militare
Contemporanea. Dal 1796 ad oggi”. presso
la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico
2018/2019 (per laureati)
Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it
/master
Master di 1° Liv. In “ Politica Militare Comparata. Dal 1960 ad oggi. presso
la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico
2020/2021 (per Laureati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master
Master di 1° Liv. “Terrorismo ed Anti Terrorismo Internazionale”. presso
la degli Studi N. Cusano Telematica Roma. Attivato dall’anno Accademico
2021/2022 (per Laureati). Iscrizione dal 1 settembre 2022. Info www.unicusano.it /master
Corso di Aggiornamento e Perfezionamento . “Terrorismo ed Antiterrorismo
Internazionale. presso la degli Studi N. Cusano Telematica Roma.. Attivato
dall’anno Accademico 2021/2022 (per Diplomati). Iscrizione dal 1 settembre
2022. Info www.unicusano.it /master
I
Soci del nastro Azzurro hanno condizioni agevolate di iscrizione che sono
riportate sul bando
Ulteriori Indicazioni ed approfondimenti: info didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org
venerdì 9 settembre 2022
mercoledì 31 agosto 2022
sabato 20 agosto 2022
Periodico Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro
Il periodico può essere chiesto alla segreterianazionale@istitutonastroazzurro.org
domenica 31 luglio 2022
Giuseppe Alabastro. Prima e Seconda Battaglia per Ancona. Le forze in canpo.
forze in campo sono, da una parte Polacche con unità britanniche inserite nel loro dispositivo, Italiane del Regno del Sud e forze della Resistenza marchigiana; dall’altra, Tedesche, con unità russe, inserite nel loro dispositivo. Non vi sono unità combattenti della Repubblica Sociale Italiana impegnate della linea dei combattimenti.
Le forze polacche.
In Italia è presente il II Corpo d’Armata Polacco, inquadrato nella VIII Armata Britannica, che insieme alla V Armata Statunitense compone il XIV Gruppo di Armate al comando del Maresciallo Harold Alexander. Politicamente il Corpo Polacco è una grande unità di un Paese alleato alla Gran Bretagna ed agli Stati Uniti, che combatte la Germania, il comune nemico che aveva aggredito la Polonia il 1 settembre 1939, dando origine alla Seconda Guerra Mondiale.
Il Corpo d’Armata Polacco, proveniente dall’Egitto e sbarcato a Taranto, viene inizialmente impiegato sul fronte di Cassino ove conduce l’attacco finale alle posizioni tedesche. L’attacco polacco inizia l’11 e il 12 maggio 1944, in simultanea con tutte le altre forze alleate (quarta battaglia di Cassino) e si conclude il 25 maggio con la conquista di Monte Cairo e di Piedimonte. Il giorno prima, il 24 maggio, i Polacchi avevano piantato la loro bandiera sulle rovine dell’Abbazia di Montecassino, distrutta da un bombardamento alleato il 15 febbraio 1944.
Dopo aver subito pesanti perdite, il Corpo d’Armata Polacco si ritira dal fronte, per riordinarsi. Il riposo è tuttavia breve, in quanto il 17 giugno viene spostato nel settore adriatico a sostituire il I Corpo d’Armata Britannico, ricevendo l’ordine di progredire lungo la litoranea adriatica e conquistare Ancona. In questo periodo i Polacchi hanno in organico oltre 43.000 soldati, ordinati su due divisioni, la 3a Fucilieri dei Carpazi o Carpatica e la 5a Kresowa, unità di artiglieria, unità esploranti e servizi. Equipaggiamento ed armi sono di fabbricazione britannica. I Polacchi hanno aggregato un reggimento esplorante-corazzato, il 7° Reggimento Ussari britannico, una unità di “partigiani” Italiani, la Brigata “Patrioti della Maiella” - che nell’aprile del 1944 è sulle 400 unità, per poi via via crescere fino a raggiungere il migliaio - e il Corpo Italiano di Liberazione, di circa 25.000 uomini, privo di mezzi corazzati, scarsamente motorizzato e dotato solo di fanteria e di artiglieria. Nel Corpo d’Armata Polacco opera anche la 111a Compagnia Protezione ( o Difesa) Ponti” , unità composta da volontari Italiani al comando di ufficiali Polacchi, con compiti di esplorazione e “commando”.
Il Corpo d’Armata Polacco è al comando del gen. Wladyslaw Anders, che ha come vice Comandante il generale Zygmunt Bohusz-Szyszko. Al comando della 3a Divisione Carpatica vi è il maggior generale Bronislaw Duch e al comando della 5a divisione Kresowa; il maggior generale Bronislaw Rokowki è al comando della II Brigata Corazzata, mentre l’artiglieria è al comando del maggior generale Roman Odzierzynsky.
Dal 9 luglio fino al 14 successivo, il Comando del Corpo Italiano di Liberazione ha avuto alle dirette dipendenze il 12° Reggimento esplorante “Lancieri di Podolia”. Il 15° Reggimento esplorante “Lancieri di Poznan” era uno dei due reggimenti esploranti divisionali ordinarti su uno squadrone comando - dotato di 3 autoblindo da cui dipendevano un plotone mortai da 3 pollici, un plotone controcarro con pezzi da 6 libbre, un plotone motociclisti ed un plotone trasmissioni - e su tre squadroni di linea.
Ogni squadrone di linea era ordinato su un plotone comando, su due autoblindo e su tre plotoni, che a seconda dei compiti avevano in dotazione autoblindo pesanti e veicoli da ricognizione “carrier”; vi era infine un plotone d’assalto. In totale i reggimenti esploranti erano dotati di 28 autoblindo pesanti “staghound”, 24 mezzi da esplorazione, 60 “carrier” e 55 motociclette.
Nonostante dal punto di vista numerico, nella seconda battaglia per Ancona, i Polacchi avevano una forza in termini di uomini pari a circa 45.000 uomini , proprio tale battaglia evidenzierà i problemi di organico del II Corpo d’Armata Polacco. Il supporto di fuoco era a netto vantaggio dei Polacchi, dal momento che quest’ultimi avevano a disposizione la copertura aerea garantita dalla Desert Air Force britannica, con la quale acquisirono immediatamente la supremazia aerea e disponevano in aggiunta di una schiacciante superiorità in mezzi corazzati. I Polacchi potevano, infatti, disporre di circa 156 carri medi, 33 carri leggeri e 24 semoventi a fronte di 28 semoventi a disposizione dei Tedeschi.
Le forze tedesche.
Le forze tedesche che difendevano Ancona erano inquadrate nella 10a Armata tedesca al comando del gen. Heinrich von Vietinghoff, responsabile della difesa del settore adriatico dall’Appennino al mare, che dipendeva dal Gruppo di Armate “C” al comando del feldmaresciallo Albert Kesserling, le quali nell’arco di tempo che va dal 1 al 20 luglio, erano contrapposte al II Corpo d’Armata Polacco ed al Corpo Italiano di Liberazione. La Forza Organica a disposizione dei Tedeschi era sufficiente solo per azioni difensive di breve durata, così da consentire la messa in atto di momentanee battute d’arresto, ma non in grado di operare delle reazioni dinamiche neanche di brevissima portata.
La forza impiegata nel settore adriatico era composta da due divisioni, la 278a e la 71a Divisione, e comprendeva tre reggimenti granatieri, un battaglione fucilieri, un reggimenti di artiglieria, un gruppo controcarro, un battaglione Genio, un gruppo trasmissioni, un battaglione complementi e servizi divisionali. In realtà, dopo i combattimenti di Montecassino, la 71a Divisione dispone di una sola unità intatta, il reggimento di artiglieria, mentre i tre reggimenti granatieri della 278a Divisione sono ridotti alla forza di un solo battaglione per reggimento.
Il dispositivo tedesco contava un totale di 25.055 uomini di cui 12342 uomini per la 278a Divisione e 12713 uomini per la 71a Divisione. Queste sono cifre che si desumono dalla forza teorica delle tabelle organiche; in realtà la forza combattente era stimata, su fonti polacche, pari a circa 5000 uomini.
Non vi sono reparti ed unità della Repubblica Sociale Italiana combattenti in prima linea a difesa di Ancona, per l’espresso veto dell’Alto Comando tedesco.
Le forze Italiane.
Le forze italiane erano composte dal Corpo Italiano di Liberazione, da soldati italiani inquadrati nel Corpo Polacco (Brigata Maiella e 111a Compagnia Protezione Ponti) e dalle forze partigiane.
Il Corpo Italiano di Liberazione ebbe diversi sviluppi organici. Oggetto di interesse ed analisi nel presente studio è l’ordinamento del 20 giugno 1944, adottato all’indomani del passaggio di dipendenza dai Britannici ai Polacchi. Questo ordinamento , che rimarrà sostanzialmente in vigore fino allo scioglimento del Corpo Italiano di Liberazione nel settembre 1944, prevedeva:
un Comando con vari Uffici ed includeva il Comando Artiglieria ed il Comando Genio. Alle dirette dipendenze vi erano:
a) tramite il Comando artiglieria:
11° Reggimento artiglieria, su
.I gruppo da 105/28
.II gruppo da 100/22
.III gruppo da 75/10
.IV gruppo da 75/18
.gruppo controcarro da 57/50
.gruppo dal 149/19
. Tramite Comando genio C.I.L.
… 51a compagnia artieri
… 51a compagnia collegamenti
b) tramite il Comando Genio
LI battaglione misto genio
c) Servizi
Unita:
2a Divisione Nembo su:
Comando
. 183° Reggimento fanteria su XV e XVI battaglione
. 184° Reggimento fanteria su XIII e XIV battaglione
. 184° Reggimento artiglieria su: I gruppo da 75/27, II
gruppo da 100/22
. 184a batteria da 20 mm
. CLXXXIV battaglione guastatori
. 184a compagnia motociclisti
. 184a compagnia mortai da 81mm
. 184a compagnia minatori artieri
. 184a compagnia collegamenti
. servizi divisionali
I Brigata di Fanteria
. Comando
. 4° Reggimento bersaglieri su: XXIX e XXXIII
battaglione
. 3° Reggimento alpini su: battaglione “Piemonte” e
Battaglione “Monte Granero”
. 185° Reparto Arditi paracadutisti “Nembo”
. IV gruppo someggiato da 75/13
II Brigata di Fanteria
. Comando
. 68° Reggimento fanteria su: I e II battaglione
. Battaglione Regia Marina “Bafile”
. IX Reparto d’assalto
. V gruppo someggiato da 75/13
Si trattava nella sostanza di un complesso di forze composto da brigate miste nelle quali il rapporto tra l’elemento di manovra costituito dalla fanteria e l’elemento di fuoco pesante costituito dall’artiglieria, risultava tutto sbilanciato a favore della fanteria.
La prevalenza della manovra sul fuoco si delinea, invero, come punto di forza alla vigilia di impegni operativi caratterizzati dalla necessità di avere ritmi celeri di avanzata.
Nella realtà si prendeva in considerazione la carenza di artiglieria in cui si disponeva di 10 gruppi a fronte dei 14 battaglioni di fanteria; in virtù di questo si era deciso di accentrare alle dirette dipendenze ben sei gruppi, dei dieci disponibili. Al diretto appoggio dei 15 battaglioni di fanteria vi erano, quindi, solo quattro gruppi di artiglieria. Nel corso delle operazioni per Ancona, in base alla situazione contingente, furono assegnati alla fanteria due dei sei gruppi tenuti alla mano dal Comando del Corpo Italiano di Liberazione, equilibrando in parte la situazione.
La Brigata Maiella, come in parte detto, formata da patrioti abruzzesi al comando dell’avv. Ettore Troilo consisteva in circa 400 uomini con armamento da fanteria; solo nell’agosto 1944 sarà potenziata e portata organicamente al doppio, con circa 800-1000 uomini. Durante le operazioni nelle Marche incorporava elementi e formazioni di patrioti via via incontrati, così che il suo ordinamento variava a seconda delle circostanze.
Nel Corpo Polacco operava anche la 111a Compagnia Protezione Ponti inquadrata nel Raggruppamento Commando, composta esclusivamente da soldati italiani con sottufficiali polacchi, al comando di ufficiali polacchi. Questa compagnia, con compito di esplorazione, ricognizione e ‘commando’, aveva una consistenza di 63 italiani, 13 sottufficiali e 4 ufficiali che , per i loro compiti operavano in nuclei più o meno consistenti a seconda dei compiti da assolvere.
Nello specifico, dal punto di vista della entità della forza combattente, le formazioni partigiane che operarono dell’anconetano nel luglio 1944, erano sull’ordine del mezzo migliaio.
Operava nelle Marche la Divisione Partigiana Marche, da cui dipendevano varie brigate individuate nella zona assegnata.
Nell’ascolano era fallito il tentativo del CLN di raggruppare in un unico comando tutte le bande e non si giunse mai ad un comando unificato. Le bande restarono autonome l’una rispetto all’altra con alcune che avevano attivato qualche aggancio su base personale, come il distaccamento “Batà” che faceva riferimento alle Brigate Garibaldi. Una brigata Garibaldi Ascoli Piceno su quattro battaglioni, come più volte auspicato, doveva comprendere tutte le bande, ma ciò rimase solo sulla carta .
Nella zona di Fiastra operava la Brigata “Spartaco”, al comando del maggiore spe del genio Aeronautico Antonio Ferri strutturata su quattro battaglioni , con una banda autonoma la “Gian Mario Fazzini” al comando di don Nicola Ralli. Altre fonti indicano la brigata “Spartaco” composta da sette battaglioni, in cui sono inseriti un battaglione itinerante di slavi, comandato da Gioko Davidovic, il battaglione “Fazzini” di Rilli, che fu sempre autonomo ed il “Nicolò” di Pantanetti.
Nell’anconetano operava la V Brigata Garibaldi C, al comando del ten. col. Corradi, che risultava su tre battaglioni: I battaglione “Mario” comandato da Mario Depangher, II battaglione “Pippo”, comandato da Isidoro Privitera, con i distaccamenti , quello storico, come l”Alvaro”, il “Ferro” o di nuova costituzione come il “Riccio”, III battaglione, comandato dall’ing. Diego Boldrini.
Nel pesarese operava la Brigata Garibaldi Pesaro composta da cinque battaglioni; vari distaccamenti e formazioni autonome operavano inoltre nell’alto e medio pesarese;¸ nei mesi a venire si formarono altresì altre formazioni su nuclei autonomi già esistenti.
Come già evidenziato , risulta estremamente difficile tradurre in uno schema ordinativo e tabellare le modalità operative, i collegamenti, le azioni stesse e la composizione e complessità della Resistenza, a cui si partecipava su base volontaria e che era soggetta a fluttuazioni ed avvicendamenti secondo il procedere degli eventi.
Ne risulta che è difficile quantizzare le entità fra le forze partigiane, essendo queste estremamente interconnesse.
Ai nostri fini, sotto il profilo strettamente operativo - seppur certamente riduttivo per i sopra detti motivi - le forze partigiane coinvolte nei combattimenti del luglio 1944 nella zona di Ancona, si considerano attestate sulle 400-500 unità, dato da non strumentalizzare e da prendere con tutte le precauzioni del caso.
lunedì 18 luglio 2022
Giuseppe Alabastro. Prima e Seconda Battaglia per Ancona
”.
Nel momento in
cui il gen. Anders, il 17 giugno 1944, si recò al Quartier Generale del Corpo
Italiano di Liberazione, messo alle sue dipendenze proprio a far data da tale
giorno, oltre a portare i suoi saluti, spiegò ai Comandanti Italiani i suoi
intendimenti operativi.
Le forze al
suo comando dovevano avanzare in direzione nord, verso Ascoli Piceno ed Ancona
ed il loro compito era quello di inseguire il nemico e raggiungere Ancona. Per
assolvere a ciò si dovevano muovere su due direttrici: la prima, costituita
dalla strada statale 16 Adriatica, la quale sarebbe stata seguita dalle truppe
polacche con l’incarico di puntare su Ancona; l’altra direttrice, sulla
sinistra del fronte di avanzata, costituita dalle rotabili
Chieti-Teramo-Ascoli-Macerata, sarebbe stata seguita dal Corpo Italiano di
Liberazione, con l’incarico di proteggere il fianco sinistro del Corpo Polacco
ed occupare le varie località via via incontrate.
Si trattava
sostanzialmente di un grande inseguimento in cui il nemico avrebbe alternato
battute d’arresto, eventuali reazioni dinamiche e ripiegamenti subitanei, onde
evitare l’annientamento delle forze impegnate.
In questo incontro
i Comandanti Italiani dedussero che non vi era un piano preciso e dettagliato
per ogni singolo aspetto tattico. Erano stati determinati orientamenti di
massima, via via da integrarsi con ordini appositi, in relazione alla
situazione del momento.
Questo si
attuò tra il 17 giugno e la fine del mese, quando l’avanzata sulla dorsale
adriatica si svolse come era stato previsto: il nemico non riteneva di opporre
resistenza prolungata in un dato luogo e si comportava come ipotizzato.
Questa
situazione durò fino al ripiegamento dal Chienti ed all’arretramento sulle
posizioni del Musone da parte dei Tedeschi, linea scelta dal di loro Comando
per iniziare a cambiare atteggiamento tattico, ovvero resistere con più forze e
più a lungo sulle posizioni. La ragione di ciò era facilmente intuibile:
occorreva difendere Ancona ed il suo polo (aeroporto, nodo stradale con Roma,
raffineria e porto) il più a lungo possibile.
Giunti sul
Musone, i Polacchi impiegarono nuovamente la strategia già precedentemente
adottata: andare avanti, attaccare i tedeschi lunga la via di facilitazione più
breve e raggiungere l’obiettivo. Sono i giorni che vanno dal 1 al 6 luglio,
quando investono successivamente prima Loreto e poi Castelfidardo e giungono in
Osimo, in cui ancora viene attuato il concetto d’azione elaborato qualche
settimana prima. Anders e il suo Stato Maggiore comprendono a questo punto che
in tale modo Ancona non sarà conquistata senza un dispendio di forze eccessivo.
Non risulta possibile, infatti, impiegare in linea di fila le tre divisioni
disponibili, con una addirittura scaglionata in profondità per oltre
Inizia,
quindi, quella che poi, sempre secondo i Polacchi, fu una seconda fase ,
caratterizzata da un concetto d’azione totalmente diverso.
Il piano
predisposto dal gen. Anders per quella che poi venne chiamata
Facendo leva
su questa convinzione del nemico e mettendo in essere azioni tali da confermare
questa convinzione, il gen. Anders decise che l’attacco principale avrebbe
dovuto essere portato dall’ala sinistra dello schieramento del II Corpo d’Armata,
e che la 3a Divisione Carpatica avrebbe dovuto contestualmente
svolgere azione di fissaggio ed inganno delle forze tedesche contrapposte,
svolgendo una manovra diversiva rispetto a quella principale.
Osservato il
terreno ed i movimenti del nemico si riconobbe nel Monte della Crescia, ad
ovest di Osimo, il perno della difesa tedesca. A questo punto il piano
elaborato prevedeva che lo sforzo principale del II Corpo d’Armata Polacco
fosse esercitato proprio in direzione del Monte della Crescia, sulla direttrice
Monte della Crescia-Polverigi-Agugliano con due attacchi pressoché simultanei:
uno affidato alla fanteria appoggiata da carri armati che doveva partire da
Villa Simonetti verso il Monte della Crescia ed uno condotto da carri armati
che doveva partire da Santa Margherita-Regione Montoro e dirigersi verso
Casenuove-Croce San Vincenzo.
Dopo la
conquista del Monte della Crescia, che dominava tutto il terreno della
battaglia e operato lo sfondamento dei mezzi corazzati, il Corpo d’Armata
Polacco avrebbe dovuto proseguire sulle direttrice,
Offagna-Cassero-Castelferretti, per raggiungere Torrette, arrivando al mare e
Castelferreti-Falconara-Chiaravalle, chiudendo ogni via di fuga la guarnigione
tedesca di Ancona.
Al tempo stesso, parallelamente alle operazioni
in corso di svolgimento, doveva essere messa in atto la manovra diversiva ed
ingannatrice da parte della 3a divisione Carpatica,
volta a far credere ai Tedeschi che l’attacco principale sarebbe avvenuto lungo
la strada statale 16 Adriatica a sud di Ancona e lungo le strade costiere, con
azioni anche di vasta portata.
Alla 3a
Divisione Carpatica era altresì
affidato il compito accessorio di constatare l’inizio del movimento di ritirata
da parte dei Tedeschi, per successivamente procedere a pressarli da vicino
d’iniziativa, inseguendoli fino a conseguirne l’annientamento.
Il concetto di
azione per conquistare Ancona era dunque quello di impegnare i Tedeschi sulla
destra dello schieramento con una diversione, manovrandoli a fondo sulla
sinistra in una ristretta area dal terreno collinoso, caratterizzata da una
viabilità non eccellente, in modo da sorprenderli e, tagliando loro le linee di
ripiegamento, intrappolarli in una sacca. Per i
Il Corpo
Italiano di Liberazione aveva il compito di assicurare la protezione del fianco
sinistro dello schieramento e quindi permettere di sviluppare lo sforzo
principale, assecondare l’azione delle formazioni polacche e svolgere azione
attiva, forzando il fiume Musone e conquistando prima Rustico e poi con
convergenza verso ovest Santa Maria Nuova e, nel prosieguo delle operazioni,
raggiungere l’Esino e conquistare Jesi.
I compiti
assegnati alle unità dipendenti sulla base di questo piano risultarono i
seguenti.
Il II Corpo
d’Armata Polacco doveva conquistare il Porto di Ancona, l’aeroporto e la
raffineria di Falconara, inteso questo polo come “città di Ancona”, il cui
possesso era indispensabile per rifornire le truppe alleate da impegnarsi
nell’offensiva contro i Tedeschi che si stavano attestando su quella che poi
sarà definita la linea gotica. E’ importante sottolineare che il compito del
Corpo d’Armata Polacco non si limitava solo alla conquista di Ancona, ma anche
alla conquista della raffineria di Falconara e dell’aeroporto di Jesi.
Dalla sopra
delineata strategia si evince come il compito del Corpo Italiano di Liberazione
non sia stato affatto secondario: la conquista di Jesi, infatti, mette in
sicurezza sia la raffineria che l’aeroporto di Falconara, conquistati dai
Polacchi. Palese risultava l’estrema necessità di procedere alla presa del polo
di Ancona, al fine di affiancare - se non finanche sostituire - la capacità
logistica dei porti di Bari e di Taranto, ormai troppo distanti.
Questo compito
è fissato in modo lapidario e chiaro nel piano d’operazione n. 5.
Il II Corpo
d’Armata Polacco deve conquistare la città di Ancona ed annientare la 278a
Divisione tedesca.[1]
Compiti dei
reparti del II Corpo erano:
. La 5a
divisione Kresowa e
. La 3a
divisione Carpatica, rinforzata da
alcuni battaglioni delle altre divisioni, avrebbe dovuto condurre lo sforzo
secondario eseguendo una manovra diversiva e dimostrativa sul lato destro dello
schieramento.
.
L’artiglieria dell’intero Corpo d’Armata Polacco e del Corpo Italiano di
Liberazione doveva inizialmente concentrare la maggior parte del fuoco sulla
direttrice di avanzata della 5a Divisione fino alla conquista del Monte della Crescia
e successivamente in appoggio all’avanzata della II brigata Corazzata.
. Il Corpo
Italiano di Liberazione doveva forzare il Musone, conquistare la posizione di
Rustico, coprire il fianco sinistro delle formazioni polacche impegnate nella
manovra di aggiramento e, al raggiungimento dell’obiettivo, compiere forti
puntate nella direzione di Santa Maria Nuova e Casa Cappanera.
[1]
Come vedremo, il II Corpo d’Armata Polacco riesce
a conquistare il Polo di Ancona, ma non riesce a distruggere la 278a divisione
tedesca, che riesce a salvare gran parte del personale e del materiale. Questo
parziale insuccesso i Polacchi, con parole molto dure lo addebitano al Corpo
Italiano di Liberazione ed al suo Comandante.