Mentre il Re ed il Governo si trasferiscono.
Nel 1943 si hanno 98 Medaglie d'Oro
al Valore Militare; di queste nel settembre 1943 ne vengono concesse 70, oltre
l'80% del totale, a conferma che l'opposizione vi è stata, e in mezzo alla
confusione totale vi fu chi seppe mantenere la giusta dimensione. La morte della
Patria è un concetto che si scontra contro questo dato, in quanto tutto si
muove in nome dell'Italia. Certamente muore la Patria del privilegio,
dell'abuso, delle prevaricazioni, del dominio di pochi su molti, del pressapochismo
e della ignoranza e dello sfruttamento sempre dei pochi su tutti gli altri in
ogni manifestazione della vita. Veramente l'abbandono della Capitare da parte
del Re e del Governo si inserisce in questo contesto. Sarà pure una versione
marxista e quindi di parte, ma si abbandonò la Capitale perché non era il caso
di difendere una Italia ridotta ormai a soli aspetti di ideale e di principio.
Meglio mettersi in salvo e riprendere, a bufera passata, i vecchi discorsi. La
reazione al tedesco fu reale e soprattutto proveniente dal "basso"
senza un'azione coordinata da nessuno. È la reazione spontanea degli individui
davanti alla prevaricazione tedesca. E qui ci si riallaccia a quanto si è detto
in merito al comportamento del Re e del Governo; perché semplici individui
difendevano l'Italia e i suoi valori, mentre loro che erano i depositari sommi
non sentirono questa necessita? In questa chiave proponiamo la lettura
dell'abbandono della Capitale il 9 settembre 1943.
Da notare che in questo contesto non vi è nemmeno l'ombra di un fascista; il fascismo è ancora sommerso dall'onda lunga della caduta del 25 luglio. Nessuna reazione dal "basso" per ripristinare un regime che era durato ben 22 anni. Occorrerà aspettare la fine del mese di settembre, il rientro di Mussolini per avere le prime presenze fasciste sulla scena nazionale. La reazione al tedesco si ha immediatamente. Nella giornata dell'8 settembre, praticamente a cavallo dell'annuncio dell'armistizio si hanno tre Medaglie d'Oro al Valor Militare, che aprono la Guerra di Liberazione, una sul fronte di Salerno ed una a Nizza, in Francia, l'altra in Jugoslavia, che unisce il I Fronte con quello della Resistenza all'estero. I protagonisti sono un generale di spicco, per tradizione e prestigio nell'ambito militare e due sottotenenti, ovvero già si delinea i caratteri peculiari della Guerra di Liberazione, ovvero essa è aperta a tutti.
Da notare che in questo contesto non vi è nemmeno l'ombra di un fascista; il fascismo è ancora sommerso dall'onda lunga della caduta del 25 luglio. Nessuna reazione dal "basso" per ripristinare un regime che era durato ben 22 anni. Occorrerà aspettare la fine del mese di settembre, il rientro di Mussolini per avere le prime presenze fasciste sulla scena nazionale. La reazione al tedesco si ha immediatamente. Nella giornata dell'8 settembre, praticamente a cavallo dell'annuncio dell'armistizio si hanno tre Medaglie d'Oro al Valor Militare, che aprono la Guerra di Liberazione, una sul fronte di Salerno ed una a Nizza, in Francia, l'altra in Jugoslavia, che unisce il I Fronte con quello della Resistenza all'estero. I protagonisti sono un generale di spicco, per tradizione e prestigio nell'ambito militare e due sottotenenti, ovvero già si delinea i caratteri peculiari della Guerra di Liberazione, ovvero essa è aperta a tutti.
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