[1] Santoni A., Le
operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio
Storico, Roma, 1983, pagina 15 e segg..
[1] Al riguardo, l’Ammiraglio americano Ernest J. King – Comandante
in Capo della Flotta degli Stati Uniti e Capo delle Operazioni Navali – nella
relazione inviata al Ministro della Marina degli Stati Uniti “sulla Marina
americana in tempo di pace e in tempo di guerra comprese le operazioni di
guerra fino al 1 marzo 1944”, ha scritto: “Nel
luglio 1942, dopo parecchi mesi di discussione e di studi da parte degli Stati
Maggiori Riuniti Alleati, fu deciso di effettuare degli sbarchi nell’Africa
settentrionale e di metter là le nostre truppe di fronte all’esercito tedesco.
L’importanza strategica di questa mossa appare oggi più evidente che mai,
giacché le truppe che sbarcarono in Nord-Africa passarono poi dalla Sicilia
alla penisola italiana, dove impegnarono ingenti forze terrestri nemiche”;
ed ancora: “Nel maggio 1943 le forze
tedesche erano state eliminate dalla Tunisia, e la nostra potenza offensiva era
tale, che potevamo fare piani strategici ben definiti, per attaccare il nemico
nel suo stesso territorio. Scegliemmo la Sicilia come obiettivo immediato e
cominciammo i preparativi per un’operazione anfibia su vastissima scala”.
Generale
G. C. Marshall, Ammiraglio E.J. King, Generale H.H. Arnold, Relazione del Comando Supremo, dal sito
internet: http://cronologia.leonardo.it/usa/usa00.htm
[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Sicilia
[1] Sanfilippo M., L’emigrazione
siciliana, dal sito internet dell’archivio storico dell’emigrazione
italiana http://www.asei.eu/index.php?option=com_content&task=view&id=152&Itemid=250,
Editore Sette Città, Viterbo.
[1] Santoni A., Le
operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio
Storico, Roma, 1983, pagina 37 e segg. – op. cit. -.
[1] Maltese P., Lo
sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 43 e segg..
[1] Santoni A., Le
operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio
Storico, Roma, 1983, pagina 42. – op. cit. -.
[1] Santoni A., Le
operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio
Storico, Roma, 1983, pagina 40 – op. cit. -.
[1] Stato Maggiore Esercito – Biblioteca Ufficio Storico, L’invasione della Sicilia (1943) –
Avvenimenti militari e responsabilità politiche, Catania 1962, pagina 10.
[1] Stato Maggiore Esercito – Biblioteca Ufficio Storico, L’invasione della Sicilia (1943) –
Avvenimenti militari e responsabilità politiche, Catania 1962, pagina 15 –
op. cit. -.
[1] Santoni A., Le
operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio
Storico, Roma, 1983, pagina 18 e segg. – op. cit. -.
[1] Maltese P., Lo
sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 44 – op. cit. -.
[1] Maltese P., Lo sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 46 – op. cit.
-.
[1] Maltese P., Lo sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 53 – op. cit.
-.
[1] Santoni A., Le operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore
dell’esercito – Ufficio Storico, Roma, 1983, pagina 44 e segg. – op. cit. -.
[1] Santoni A., Le operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito
– Ufficio Storico, Roma, 1983, pagina 39 – op. cit. -.
[1] Santoni A., Le operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore
dell’esercito – Ufficio Storico, Roma, 1983, pagina 46 – op. cit. -.
[1] Dati citati da Santoni
A., Le operazioni in Sicilia e in Calabria, Ufficio Storico,
Roma, 1983, pagine 100 - 103.
[1] A titolo
d’esempio, secondo i dati dello storico americano dell’invasione, ammiraglio
Samuel E. Morison, il 15 luglio la Settima Armata americana contava già 204.000
uomini e l’Ottava Armata britannica, pochi giorni dopo, ne contava 250.000 (da Zingali G., L’invasione della
Sicilia, Catania 1962, p. 240) mentre per il generale Emilio Faldella, capo
di Stato Maggiore delle Forze Armate in Sicilia. (da Zingali G., op.
cit., p. 239) furono schierati a difesa dell’isola appena 230.000 italiani e
60.000 tedeschi (tra l’altro, in queste cifre erano comprese le truppe addette
ai servizi).
[1] D’Este C., Lo sbarco in Sicilia, Milano 1990, pag. 119
[1] Santoni A., Le operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore
dell’esercito – Ufficio Storico, Roma, 1983, pagina 437 – op. cit. -.
[1] Maltese P., Lo sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 11 – op. cit.
-.
[1] Santoni A., Le operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito
– Ufficio Storico, Roma, 1983, pagina 89 – 90 – op. cit. -.
[1] Maltese P., Lo
sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 32 - 33 – op. cit. -.
[1] Santoni A., Le
operazioni in Sicilia e in Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio
Storico, Roma, 1983, pagina 41 – op. cit. -.
[1] Stato Maggiore Esercito – Biblioteca Ufficio Storico, L’invasione della Sicilia (1943) –
Avvenimenti militari e responsabilità politiche, Catania 1962, pagina 21.
[1] Maltese P., Lo
sbarco in Sicilia, Editore Oscar Mondadori, pagina 29 – op. cit. -.
[1] Maltese
P., Lo sbarco in Sicilia, Editore
Oscar Mondadori, pagina 34 – op. cit. -.
[1]Come, non senza ironia, Winston
Churchill aveva definito l’Italia di Mussolini.
[1]Santoni
A., Le operazioni in Sicilia e in
Calabria, Stato Maggiore dell’esercito – Ufficio Storico, Roma, 1983,
pagina 26 e segg. – op. cit. -
[1]D’Este C., 1943, Lo sbarco in Sicilia, Arnoldo
Mondadori Editore, 1990, Pag.111
[1]Brillante e riservato portavoce
dei Capi di Stato Maggiore britannici.
[1] Bryant A., The turn of the Tide,
Londra, 1957, pag. 620.
[1]Ammiraglio, capo delle
operazioni navali USA
[1]Maresciallo di campo, già Capo
di Stato Maggiore imperiale UK, a quel tempo ufficiale superiore che
rappresentava i Capi di SM inglesi a Washington (sostituito da Brooke ed
esiliato a Washington con la qualifica di capo della missione dello SM inglese.
[1]Storia delle operazioni navali
degli Stati Uniti, ammiraglio Morison volume IX.
[1]Le operazioni in Sicilia e in
Calabria, Aberto Santoni, Stato Maggiore
dell’Esercito, Ufficio storico, Roma, 1983.
[1]Lo sbarco e la difesa della
Sicilia, Gen. Emilio Faldella, L’Aniene editrice,1956.
[1]Faldella
E.,Lo sbarco e la difesa della
Sicilia,, L’Aniene editrice,1956.
[1]Lovatelli
G., Inferno sulle spiagge, ,
Cisalpa, 1964.
[1]Eisenhower
W.R., Crociata in Europa,1955
[1]Faldella
E.,Lo sbarco e la difesa della
Sicilia,, L’Aniene editrice,1956.
[1]Col senno di poi alcuni
rimproverarono a Montgomery di non aver sbarcato da subito a Messina, evitando
che vi si arrivasse faticosamente solo dopo 38 giorni e consentendo all’Asse di
ripiegare in forze sulla costa calabra. Tuttavia Montgomery si aspettava una
resistenza accanita delle forze dell’Asse, come aveva già sperimentato in
Tunisia, favorita per di più in questo caso dalla situazione orografica. Un'altra remora per lo sbarco in Sicilia era
il ricordo dell’insuccesso subito a Gallipoli nel 1915, ed il conseguente
timore che o stretto di Messina replicasse quello dei Dardanelli.
[1]Marcon
T., su “La Sicilia” del 21 luglio 2003
[1]Unità speciali create nel 1940
dall’esercito inglese, equipaggiate ed addestrate per operare utilizzando
metodologie di combattimento non convenzionale come assalti di disturbo,
ricognizioni in profondità, eliminazione di obiettivi di elevato valore nei
combattimenti in Europa e Scandinavia
[1]Lo schema del piano è tratto
dal The Public Record Office, Kew, Londra, Diario di guerra della 1^ Divisione Aviotrasportata, “Draft Outline Plano of Ist (Br) Aiborne
Division”, 12 maggio 1943 PRO (WO 169/8666), pag. 176.
[1]Comandante
in capo delle forze tedesche nello scacchiere Sud.
[1]Il piano di rinforzi prevedeva
anche un battaglione mitraglieri e una compagnia radiotelegrafisti.
Successivamente si sarebbero unite anche dei genieri, il 4° e 5°reggimento.
paracadutisti e unità anticarro.
[1]Comandante del gruppo tattico
basato su due battaglioni del 115° Reggimento Panzargranadier della 15^ Divisione Sizilien, un battaglione carri
Tigre e varie unità di supporto provenienti dalla Divisione Hermann Goering.
[1]Il Comandante- Magg. Schmidt -
si diresse, inizialmente, presso il posto comando del 3°FJR vicino a Carlentini
per ricevere ulteriori ordini e aggiornamenti della situazione.
[1]La 1^ Brigata, oltre ai tre
battaglioni paracadutisti, era costituita anche da 1° reggimento batterie
anticarro da sbarco aereo (della Royal Artillery) , della 1^ squadra
paracadutisti, genieri reali, dei reparti della 21^ compagnia paracadutisti
indipendenti e di due reparti di bombardamento navale.
[1]Fu calcolato che 26 aerei
ritornarono alla base senza aver lanciato i paracadutisti; 14 aerei andarono
perduti e undici colpiti dalla contraerea, alcuni riuscirono a lanciare e
successivamente si schiantarono in mare e sulla terra ferma (The Mediterranean and Middle East –
London, 1973, Vol.V, pagine 95 e 96, e diario di Guerra della 1^ Divisione
Aviotrasportata).
[1]In totale
28 morti, 66 feriti e 34 dispersi. The Green Beret, pagine 164 e 165.
[1]Frost J., A drop too many, , London 1982 pag. 180.
[1]Secondo quanto riportato nel
Diario di Guerra del 2° battaglione paracadutisti, le perdite in mattinata furono di 22 morti ed altrettanti feriti.
[1] Wilhelsmaeyer H., The battle for Primosole Bridge, Parte I.
[1]Stangerberg – che aveva fatto
parte della aliquota di ricognizione del 3° FJR con il Col. Heilmann - ebbe la
notizia da una staffetta tedesca che truppe inglesi avevano bloccato la strada
114. Ritornò a Catania e riuscì a radunare sola una unità di radiotelegrafisti
- 1^ compagnia del 1° battaglione paracadutisti delle comunicazioni, giunta sul
posto pochi giorni prima con lo scopo di installare le comunicazioni per la
Divisione “Goering” - e ottenne il permesso di impegnarli in un contrattacco
sul ponte di Primosole.
[1]Nel frangente il 1° battaglione
contava circa 160 effettivi, in quanto si erano uniti allo stesso parecchi
soldati “sbandati” dopo l’aviolancio iniziale (Diario di guerra del 1°
Battaglione paracadutisti).
[1]Il Comandante della Brigata –
Gen. B. Senior– decise di aspettare il giorno seguente per lanciare l’attacco
decisivo, in quanto i suoi uomini avevano camminato ininterrottamente fin dal
giorno dello sbarco. Il battaglione più avanzato – il 9° reggimento di fanteria
leggera – non riuscì ad avvicinarsi al ponte prima delle 21.30 e le restanti
unità della Brigata di fanteria si trovavano molto indietro, verso Lentini.
L’ultimo contingente giunse solo poco prima della mezzanotte del 14 luglio (Senior
R.H., The Durham light infantry at the Primosole, The Brithis
Army Quarterly, ottobre 1944).
[1]Diari di
guerra della 1^Brigata e di Wilhelmsmeyer, parte I.
[1]A drop too many, cit. pag. 184.
[1]Il Cap.
Fassl fu intervistato successivamente da Helmut per The battle for the
Primosole bridge, cit. parte II.
[1]Kirkman D., Sharpshooters at War, Pan
Books Ltd, 1965,pag.234.
[1]G.
Zanussi, Guerra e catastrofe
d’Italia, Corso, 1945, volume I, pag. 291.
[1]Come riportato dal Generale F.
Rossi (Come arrivammo all’armistizio,
Garzanti, 1946), nei primi mesi del 1943, contro un fabbisogno mensile di
250.000 tonnellate di materiali necessari elle esigenze militari e civili,
poterono essere trasportate solo 100.000 tonnellate, che nei mesi successivi
sarebbero scese a 70.000.
[1]Regio
Decreto n. 149 del 23 marzo 1943.
[1]Maltese
P., Lo sbarco in Sicilia, Arnoldo
Mondadori Editore, 1981, pag. 54.
[1]Atkinson
R., Il giorno della battaglia, gli
Alleati in Italia 1943-1944, Le Scie, Mondadori, 2008, pag. 11.
[1]Atkinson R., op.cit., pag. 11.
[1]Hart L., History
of the Second World War, Pan Books Ltd., 1970, pag. 437.
[1]Gropman A., The big L: American Logistics in World war II, Washington, National
Defense University Press, 1997, pagine 35, 54-55, 89-93 e 367, e citati da Atkinson
R., op.cit., pag. 14.
[1]Atkinson R., op.cit., pag. 13-14.
[1]Per inciso, la campagna
governativa precisava che 60 tubetti di dentifricio contenevano stagno
sufficiente per saldare tutti i collegamenti elettrici di un bombardiere B-17.
[1]Messaggio, Dipartimento della
Guerra a Dwight Eisenhower, #278, 26 maggio 1943, cablogrammi CCS, OCHM, NARA
RG 319, 270/19/6/3, box 243 (citato da Atkinson R., op.cit., pag. 28).
[1]Atkinson R., op.cit., pag. 13.
[1]Atkinson R., op.cit., pag. 31.
[1]Bollettino
di Alexander, PO (CAB 106/594).
[1]OSS War
Report, 1946.
[1]Uno dei principali sostenitori
di questa ipotesi è Rodney Campbell che, nell’opera The Luciano Project (New York, 1977), si basa largamente su un’indagine
segreta ad alto livello, in precedenza soppressa, condotta nel 1954 dal
Commissario investigativo di New York, William B. Herlands.
[1] D’Este C., 1943, Lo sbarco in Sicilia, Arnoldo
Mondadori Editore, 1990, pag. 483-484.
[1]Dunlop R., Donovan:
America’s Master Spy, Chicago 1982 e Campbell R., op. cit. (fonti citate da Carlo D’Este, op.cit., pag. 485-486).
[1]Il coinvolgimento è sempre
stato, peraltro, smentito dal Direttore dell’OSS, “Wild Bill” Donovan, che
riteneva la mafia «un movimento cospirativo sopranazionale del tutto privo
di ogni devozione verso gli Stati Uniti» (Dunlop R., op.cit., pag. 398).
[1]RAF Meditterranean Review,
n.4 luglio-settembre 1943. Le 34 missioni avrebbero potute essere, invece,
inviate per l’appoggio dell’offensiva della VIII Armata sulla piana di Catania.
[1]La decisione di non impiegare
animali da soma fu uno dei meno noti ma più significativi errori della campagna
di Sicilia. The Mediterranean and the Middle East, Vol. V, pag. 114, London 1973.
[1]Farinacci R., Edizione
del giornale “Regime Fascista” del 15 luglio 1943.
Nessun commento:
Posta un commento