5. CONSIDERAZIONI FINALI. AMMAESTRAMENTI
a. Considerazioni
finali inerenti le truppe italo-tedesco
L’invasione della Sicilia,
seppur attesa dalle forze dell’Asse, ebbe un profondo impatto psicologico sul
popolo italiano che, deluso dalle sconfitte subite su tutti i teatri di guerra,
si abbandonò alla convinzione che il conflitto fosse ormai militarmente perso.
Le notizie frammentarie e confuse provenienti dal fronte, riguardanti difese costiere inefficienti,
batterie autodistrutte, truppe fuggiasche delinearono, inoltre, un quadro della
situazione generale che non corrispondeva alla realtà e diedero la possibilità
alle gerarchie fasciste deluse dalla situazione bellica di sfogare il proprio
risentimento verso l’Esercito[i].
In realtà, Mussolini era
pesantemente influenzato sia dalle fonti di stampa nemica, che in verità
dipingevano una situazione tesa all’esaltazione della vittoria, sia dagli
ispettori politici fascisti, che basandosi su notizie approssimative e spesso
non verificate, tentavano di mettersi in mostra riferendo fatti eccezionalmente
gravi. Da tali premesse nacquero quelle “fantasie” di una resistenza troppo
rapidamente crollata, di viltà, di insufficienze, di errori.
A ragion del vero, la sconfitta
per quanto dolorosa, aveva cause precise che prescindevano dall’operato delle
unità schierate nell’isola siciliana:
- la
schiacciante superiorità di mezzi aerei, navali e terrestri degli Alleanti,
nonché l’adozione di nuove tecniche da sbarco che rivoluzionarono l’ambito
delle operazioni anfibie;
- la
situazione operativa della difesa di posizioni costiere che permetteva al
nemico di scegliere il settore d’attacco e quindi concentrare in esso tutte le
forze disponibili, conseguendo una schiacciante superiorità locale;
- le deteriorate
relazioni tra le unità tedesche chiamate a difendere il territorio siciliano e
le unità italiane scarsamente equipaggiate e demoralizzate.
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