L’ultima portatrice carnica: Lina Della
Pietra
Lina Della Pietra, ultima
portatrice carnica, era nata il 9 maggio 1905,a Zovello ( Zuviel ) - 921
m.s.l.m. 186 abitanti -, frazione del Comune di Ravascletto. in friulano anche
Monai, della Provincia di Udine,
composto delle frazioni di Zovello e
Salars , nella Valcada, una delle sette Valli della Carnia, note già nel 1200 dai
cramars “, venditori ambulanti girovaghi che cercavano fortuna, muniti dalla sola
“ crassigne “, mobiletto in legno con cassetti , carico di spezie, stoffe,
erbe, calzature e prodotti artigianali della zona.
La zona della Carnia, dove si trovavano
appostati 31 battaglioni, era talmente vitale da essere posta alle dirette
dipendenze del Comando Supremo. Il valore di tale zona consisteva nel fatto
che, realizzando uno sfondamento a Passo Monte Croce Carnico, l’esercito
austriaco avrebbe potuto avere zona libera nelle Valli del But e Chiarsò,
considerate le parti principali per invadere l’Italia. I 10.000 -12.000 uomini
che presidiavano la Carnia dovevano essere vettovagliati ogni giorno, forniti
di munizioni, medicinali. Quando il Comando Logistico e quello del Genio furono
costretti a chiedere aiuto alla popolazione, ma tutti gli uomini erano alle
armi , rimanevano a casa solo donne e bambini; le donne del Comune di Paluzza
furono le prime a presentarsi “ Anin “ dicevano
“ senò chei biadaz ai murin ancje di fan
“ ( andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame ). Le
portatrici avevano una età compresa tra
i 15 e 60 anni, munite di libretto personale, dove veniva segnato
presenza,viaggi compiuti, materiale trasportato con le gerle e unità militare
per la quale lavoravano. Ogni viaggio veniva compensato con lire 1,50 ( circa
3,50 € ) corrisposto ogni mese. Vettovagliamento, munizioni, materiale vario
venivano caricati ogni giorno all’alba nei magazzini militari nelle gerle ( zèi
– pronuncia gei in carnico , cesta di vimini intrecciati a forma di tronco di cono
rovesciato, aperto in alto, con due spallacci, per essere portati sulle spalle.
Nelle loro case venivano usate per trasportare fieno, legna, formaggio, vino,ecc.)
Partivano a gruppi di 15-20 senza guide,
imponendosi una tabella di marcia, dopo percorso il fondo valle, con la gerla
carica ( poteva pesare sino a 40 kg. ) “ attaccavano “ la montagna dirigendosi
a raggiungere il fronte, a raggiera; Pal Piccolo, Pal
Grande, Freinkofer. ( Alla fine di marzo durante violentissimi combattimenti
con furibondi scontri all’arma bianca, che portarono alla perdita ed alla
riconquista del Pal Piccolo, l’olocausto di sangue, largo e generoso dei battaglioni Tolmezzzo e Val Tagliamento,
per il superbo valore dimostrato già all’inizio della guerra, valse a far
conferire alla bandiera dell’8° Reggimento Alpini la medaglia d’argento al
valor militare ). Dalle 2 alle 5 ore di salita, superando dislivelli dai 600 ai
1.200 metri. Scaricato il materiale,sostavano pochi minuti, ( qualche volta al ritorno, portavano a valle,
in barella,i militari feriti o i caduti in combattimento ) poi la lunga discesa
per ritornare a casa dove stavano in attesa vecchi e bambini. Accudivano gli
animali nella stalla, nel cortile, facevano da mangiare. L’indomani all’alba si
ricominciava. Una identità patriottica, religiosa, laboriosa, tenace e dalle
esemplari tradizioni alpine, erano le doti delle portatrici carniche .Maria
Plozner Mentil, quattro figlie ed un marito al fronte, venne uccisa il 15
febbraio 1916, , da un “ cecchino “ austriaco, a quota 1619, alla Casera
Malpasso. Nello stesso anno, altre tre rimasero ferite : Maria Muser Olivotto,
Maria Silverio Matiz di Timau e Rosaria Primus di Cleulis. Soltanto mezzo
secolo dopo, il 1° ottobre 1997, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro, attorniato dalle più alte cariche dello Stato e della Regione, ha
consegnato ai figli della Maria Plozner Mentil, Dorina e Gildo, la Medaglia
d’Oro al Valor Militare concessa alla memoria della madre e baciata la mano a
Lina Della Pietra.
A tutte le portatrici carniche venne
concessa la medaglia d’oro Cavalieri di Vittorio Veneto ed un assegno annuo
vitalizio di L.60.000 portato poi a L. 150.000.
La signora Elisabetta Zitelli che aveva
ospitato la nonna Lina Della Pietra nel 1974, mi raccontò la storia della sua
famiglia consegnandomi diverse fotografie, inedite, molto interessanti.
Lina Della Pietra, faceva la ricamatrice da
ragazzina,e dopo aver fatto parte delle portatrici carniche,come sua sorella
Virginia, lavoro pericoloso quando si arrivava vicino al fronte, perché dovevamo buttarci a terra per
schivare le pallottole del nemico; dopo l’ottobre 1917, rimasta a Zovello,
frequentava la parrocchia del paese,
dove aiutava il prete a insegnare
dottrina ( fatto inconsueto per i tempi di allora ); molto giovane ancora,
sposò un fabbro, Giuseppe Casanova, andando a vivere in Francia ad Arras capoluogo del Dipartimento del passo
di Calais dove aprì una officina per automobili.. Ebbe due figli, Ettore nato
il 4.4.1922 ed Elide nata il 30.10.1924, morta nel 1974,era mia madre aggiunse la signora Zitelli. Ritornata in Italia, per l’entrata in guerra
con la Francia, dopo essersi alloggiata nelle case destinate ai rimpatriati, a
Trieste, - nel 1974 trovò ospitalità a
casa mia in viale Miramare, 171 Mio
fratello Ettore andò negli Stati Uniti nel 1950 e ritornò in Italia per
festeggiare i 100 anni della nonna Lina, rientrando nuovamente in America.
Pochi mesi dopo morì anche la sorella Virginia ,portatrice carnica., . sorella di Lina . La signora Elisabetta
Zitelli, -aveva seguita sino sua alla
morte la nonna Lina, avvenuta nel 2005. . Aveva 104 anni. Alle celebrazioni funebri nella Chiesa S.Bartolomeo di Barcola, solo
i pochi parenti e amici, senza alcuna corona e messaggio da parte degli
amministratori locali e dalle autorità politiche venisse recapitato ai familiari..
La signora Zitelli , concluse
: La nonna Lina aveva ereditato dal suo
passato la fatica abituata da secoli per l’estrema povertà di quelle zone ad
indossare la “ gerla da casa “ ,- che mai come in questo caso , rappresentava
il simbolo della donna carnica – ora la metteva sulle spalle al servizio della
Patria. Sono comunque fiera di quello
che è stata e di quello che ha fatto “
Arrigo Curiel
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