giovedì 29 settembre 2016
venerdì 23 settembre 2016
Primo Risorgimento.
L’ultima portatrice carnica: Lina Della
Pietra
Lina Della Pietra, ultima
portatrice carnica, era nata il 9 maggio 1905,a Zovello ( Zuviel ) - 921
m.s.l.m. 186 abitanti -, frazione del Comune di Ravascletto. in friulano anche
Monai, della Provincia di Udine,
composto delle frazioni di Zovello e
Salars , nella Valcada, una delle sette Valli della Carnia, note già nel 1200 dai
cramars “, venditori ambulanti girovaghi che cercavano fortuna, muniti dalla sola
“ crassigne “, mobiletto in legno con cassetti , carico di spezie, stoffe,
erbe, calzature e prodotti artigianali della zona.
La zona della Carnia, dove si trovavano
appostati 31 battaglioni, era talmente vitale da essere posta alle dirette
dipendenze del Comando Supremo. Il valore di tale zona consisteva nel fatto
che, realizzando uno sfondamento a Passo Monte Croce Carnico, l’esercito
austriaco avrebbe potuto avere zona libera nelle Valli del But e Chiarsò,
considerate le parti principali per invadere l’Italia. I 10.000 -12.000 uomini
che presidiavano la Carnia dovevano essere vettovagliati ogni giorno, forniti
di munizioni, medicinali. Quando il Comando Logistico e quello del Genio furono
costretti a chiedere aiuto alla popolazione, ma tutti gli uomini erano alle
armi , rimanevano a casa solo donne e bambini; le donne del Comune di Paluzza
furono le prime a presentarsi “ Anin “ dicevano
“ senò chei biadaz ai murin ancje di fan
“ ( andiamo, altrimenti quei poveretti muoiono anche di fame ). Le
portatrici avevano una età compresa tra
i 15 e 60 anni, munite di libretto personale, dove veniva segnato
presenza,viaggi compiuti, materiale trasportato con le gerle e unità militare
per la quale lavoravano. Ogni viaggio veniva compensato con lire 1,50 ( circa
3,50 € ) corrisposto ogni mese. Vettovagliamento, munizioni, materiale vario
venivano caricati ogni giorno all’alba nei magazzini militari nelle gerle ( zèi
– pronuncia gei in carnico , cesta di vimini intrecciati a forma di tronco di cono
rovesciato, aperto in alto, con due spallacci, per essere portati sulle spalle.
Nelle loro case venivano usate per trasportare fieno, legna, formaggio, vino,ecc.)
Partivano a gruppi di 15-20 senza guide,
imponendosi una tabella di marcia, dopo percorso il fondo valle, con la gerla
carica ( poteva pesare sino a 40 kg. ) “ attaccavano “ la montagna dirigendosi
a raggiungere il fronte, a raggiera; Pal Piccolo, Pal
Grande, Freinkofer. ( Alla fine di marzo durante violentissimi combattimenti
con furibondi scontri all’arma bianca, che portarono alla perdita ed alla
riconquista del Pal Piccolo, l’olocausto di sangue, largo e generoso dei battaglioni Tolmezzzo e Val Tagliamento,
per il superbo valore dimostrato già all’inizio della guerra, valse a far
conferire alla bandiera dell’8° Reggimento Alpini la medaglia d’argento al
valor militare ). Dalle 2 alle 5 ore di salita, superando dislivelli dai 600 ai
1.200 metri. Scaricato il materiale,sostavano pochi minuti, ( qualche volta al ritorno, portavano a valle,
in barella,i militari feriti o i caduti in combattimento ) poi la lunga discesa
per ritornare a casa dove stavano in attesa vecchi e bambini. Accudivano gli
animali nella stalla, nel cortile, facevano da mangiare. L’indomani all’alba si
ricominciava. Una identità patriottica, religiosa, laboriosa, tenace e dalle
esemplari tradizioni alpine, erano le doti delle portatrici carniche .Maria
Plozner Mentil, quattro figlie ed un marito al fronte, venne uccisa il 15
febbraio 1916, , da un “ cecchino “ austriaco, a quota 1619, alla Casera
Malpasso. Nello stesso anno, altre tre rimasero ferite : Maria Muser Olivotto,
Maria Silverio Matiz di Timau e Rosaria Primus di Cleulis. Soltanto mezzo
secolo dopo, il 1° ottobre 1997, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro, attorniato dalle più alte cariche dello Stato e della Regione, ha
consegnato ai figli della Maria Plozner Mentil, Dorina e Gildo, la Medaglia
d’Oro al Valor Militare concessa alla memoria della madre e baciata la mano a
Lina Della Pietra.
A tutte le portatrici carniche venne
concessa la medaglia d’oro Cavalieri di Vittorio Veneto ed un assegno annuo
vitalizio di L.60.000 portato poi a L. 150.000.
La signora Elisabetta Zitelli che aveva
ospitato la nonna Lina Della Pietra nel 1974, mi raccontò la storia della sua
famiglia consegnandomi diverse fotografie, inedite, molto interessanti.
Lina Della Pietra, faceva la ricamatrice da
ragazzina,e dopo aver fatto parte delle portatrici carniche,come sua sorella
Virginia, lavoro pericoloso quando si arrivava vicino al fronte, perché dovevamo buttarci a terra per
schivare le pallottole del nemico; dopo l’ottobre 1917, rimasta a Zovello,
frequentava la parrocchia del paese,
dove aiutava il prete a insegnare
dottrina ( fatto inconsueto per i tempi di allora ); molto giovane ancora,
sposò un fabbro, Giuseppe Casanova, andando a vivere in Francia ad Arras capoluogo del Dipartimento del passo
di Calais dove aprì una officina per automobili.. Ebbe due figli, Ettore nato
il 4.4.1922 ed Elide nata il 30.10.1924, morta nel 1974,era mia madre aggiunse la signora Zitelli. Ritornata in Italia, per l’entrata in guerra
con la Francia, dopo essersi alloggiata nelle case destinate ai rimpatriati, a
Trieste, - nel 1974 trovò ospitalità a
casa mia in viale Miramare, 171 Mio
fratello Ettore andò negli Stati Uniti nel 1950 e ritornò in Italia per
festeggiare i 100 anni della nonna Lina, rientrando nuovamente in America.
Pochi mesi dopo morì anche la sorella Virginia ,portatrice carnica., . sorella di Lina . La signora Elisabetta
Zitelli, -aveva seguita sino sua alla
morte la nonna Lina, avvenuta nel 2005. . Aveva 104 anni. Alle celebrazioni funebri nella Chiesa S.Bartolomeo di Barcola, solo
i pochi parenti e amici, senza alcuna corona e messaggio da parte degli
amministratori locali e dalle autorità politiche venisse recapitato ai familiari..
La signora Zitelli , concluse
: La nonna Lina aveva ereditato dal suo
passato la fatica abituata da secoli per l’estrema povertà di quelle zone ad
indossare la “ gerla da casa “ ,- che mai come in questo caso , rappresentava
il simbolo della donna carnica – ora la metteva sulle spalle al servizio della
Patria. Sono comunque fiera di quello
che è stata e di quello che ha fatto “
Arrigo Curiel
lunedì 12 settembre 2016
Dalla Guerra alla Libertà.
“DALLA GUERRA ALLA LIBERTÀ”
LA CONFERENZA DELL'ASSOCIAZIONE “UN RICORDO PER LA PACE”
DAL SACRIFICIO DI UNA GENERAZIONE DURANTE LA SECONDA GUERRA
MONDIALE AL RICORDO DEL CAPORAL MAGGIORE MASSIMO DI LEGGE CADUTO IN UNA
MISSIONE DI PACE IN AFGHANISTAN
di Elisa Bonacini
unricordoperlapace.blogspot.it
Si è tenuta nel
pomeriggio di sabato 28 maggio presso la Sala Manzù – Biblioteca Comunale di
Aprilia la conferenza organizzata dall'Associazione “Un ricordo per la pace”
dal titolo: “DALLA GUERRA ALLA LIBERTÀ” - dalla liberazione dei campi di
concentramento alla scelta Istituzionale- (aprile 1945- giugno 1946) .
Per la conferenza è
stata scelta la giornata del 28 maggio, data commemorativa della Battaglia di
Aprilia del 1944, quest'anno nelle particolare ricorrenza dell'80esimo
anniversario della Fondazione di Aprilia (25 aprile 1936) e nelle vicinanze del
2 giugno, 70esimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana. La
giornata in ricordo dei caduti della Battaglia di Aprilia è stata
istituzionalizzata nel 2013 su proposta dell’Associazione “Un ricordo per la
Pace” e l'adesione delle Associazioni d'Arma e Combattentistiche di Aprilia e
altre Associazioni locali, tra cui la Croce Rossa Italiana.
All'iniziativa è stato concesso il logo ufficiale delle
celebrazioni del 70° Anniversario della Repubblica Italiana che accredita
l’iniziativa quale progetto rientrante nel Programma ufficiale delle
celebrazioni del 70° Anniversario della Repubblica italiana a cura della
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli
Anniversari di interesse nazionale.
La finalità dell'iniziativa, che ha avuto il patrocinio del Comune
di Aprilia, era commemorare le vittime militari e civili della seconda guerra
mondiale con particolare riferimento ai cittadini di Aprilia, e rievocare il
percorso che portò l'Italia alla nascita della Repubblica il 2 giugno 1946 .
Elisa Bonacini presidente di “Un ricordo per la pace” ha aperto il
convegno illustrando l'iniziativa e introducendo gli ospiti. E' intervenuta
l'Assessore alla Cultura del Comune di Aprilia Francesca Barbaliscia; relatori
il Generale Luigi Marsibilio e il Generale Massimo Coltrinari che da anni
affiancano l'Associazione in numerosi convegni presso gli Istituti Superiori di
Aprilia, affrontando diverse tematiche sulla storia dell'Italia dal primo
conflitto mondiale ai giorni nostri.
L'evento ha avuto tra le sue finalità anche quella di dare rilievo
al sacrificio degli IMI (Internati Militari Italiani) che dopo
l'armistizio dell'Italia l'8 settembre 1943, fedeli al giuramento alla Patria,
vennero deportati nei campi di concentramento nazisti. Presenti alcuni
familiari degli insigniti apriliani della Medaglia d'Onore IMI (Internati
Militari Italiani); dal 2012 grazie all'attività divulgativa dell'Associazione
“Un ricordo per la pace” sono 12 le Medaglie d 'Onore conferite a cittadini
apriliani, un numero cospicuo che vede Aprilia ai primi posti nel territorio
pontino per numero di onorificenze ricevute. In ordine cronologico di consegna
della medaglia, gli insigniti di Aprilia sono: Ernesto
Bonacini (deceduto); Alfio Fiorini (deceduto); Aldo Boccabella
(deceduto); Gino Forconi; Amedeo Luciani (deceduto);
Giuseppe Raggi (deceduto); Alfredo Federici (deceduto); Giuseppe Romani
(deceduto); Domenico Fusco; Sante Tantari (deceduto);
Guido Vitali (deceduto); Aldemiro Casoni (deceduto).
E' stato proiettato il filmato “IL FUTURO DELLA
MEMORIA - STORIA DEI MILITARI E CIVILI ITALIANI DEPORTATI NEI LAGER NAZISTI”
realizzato dall’Associazione “Un ricordo per la Pace” in cui sono incluse
alcune pagine significative del “diario di guerra e prigionia” di Ernesto
Bonacini.
Aldo Boccabella, classe 1923, è intervenuto
raccontando i suoi giorni di internato militare in Austria. In sala anche Armando
Fiorini il cui fratello Alfio morì a seguito dei bombardamenti in un campo di
lavoro in Germania. Assente per motivi di salute il cittadino apriliano Ennio
Borgia, deportato politico a 16 anni nel lager di Dachau in Germania.
Tra i cittadini di Aprilia morti nello svolgimento del dover
Patrio in guerra, Ettore Casoni ha ricordato con commozione lo zio, il soldato
Antonio Toffoli morto nel 1944, cui è stata conferita la medaglia d'argento
al V.M. Tra i cittadini di Aprilia scomparsi nell'adempimento del servizio
militare il Caporal Maggiore Massimo Di Legge che ha perso la vita nel
2011 a soli 28 anni in una missione di pace in Afghanistan. Presenti in Sala
Manzù i genitori del ragazzo e il collega dell'Esercito Italiano il Maresciallo
Nicola Rizzo, presidente della scuola calcio A.S.D. Esercito Calcio, che è
intervenuto con un commosso ricordo del giovane : “Massimo era un soldato
che, come tutti coloro che come me indossano una divisa, condivideva dei valori
che devono essere di riferimento per la rinascita del nostro Paese, che soffre
maggiormente per la disgregazione di essi ancor più che per la crisi economica.
Occorre educare i giovani alla pace, ma questo è un lavoro lento che necessita
di un'evoluzione spirituale, di un' educazione a valori più alti, di una
visione nuova della storia umana. Prima di salutare i genitori disse loro “Se
un giorno dovrò morire, lo farò per la Patria!”. Massimo operatore di pace ,
caduto in terra straniera, e tutti gli eroi caduti per la Patria ci esortano a
continuare a credere nei nostri ideali ed a trasmettere a tutti l'amore per la
Patria, la fedeltà alle Istituzioni e a dire a tutti : “Noi ci siamo”.
Il Maresciallo Rizzo ha poi anticipato la 3a edizione
del Memorial (torneo di calcio) a lui dedicato che si terrà ad Aprilia dal 30
maggio al 18 giugno prossimi.
E anche noi “ci siamo” e
non dimenticheremo mai Massimo e tutti gli italiani che hanno
sacrificato la vita per la nostra Patria, per quei valori di onestà e di
fedeltà alle Istituzioni.
Il nostro abbraccio alla mamma Antonella e al papà Franco lo
rivolgiamo virtualmente a tutte le persone, a tutte le famiglie che ogni giorno
faticosamente con grande coraggio scelgono la via della legalità, anche se ciò
comporta gravi sacrifici. A queste persone, la parte pulita e splendente della nostra Italia, vada il nostro rispetto,
ma ricordiamo che ognuno di noi, nessuno escluso, deve dare il proprio contributo. Perché questo mondo forse
può cambiare, ma occorre l'impegno di ognuno di noi.
Un doveroso ringraziamento a Elisabetta Casoni- Ciccotti per il
contributo alle spese organizzative della manifestazione.
(foto Associazione “un ricordo per la pace” e Stefano Bongarzoni)
giovedì 8 settembre 2016
sabato 3 settembre 2016
Armistizio Corto. Cassibile. 3 settembre 1943
IL 3 SETTEMBRE 1943 ALLE 17,45, SOTTO UNA TENDA NELLA PIANA DI CASSIBILE FU FIRMATO DAL REGNO D'ITALIA, ALL'INSAPUTA DELL'ALLEATO TEDESCO, IL COSIDETTO ARMISTIZIO CORTO, CON IL QUALE VENIVANO INTERROTTE LE OSTILITA' TRA L'ITALIA E GLI ANGLO-AMERICANI. NON PRESENTI I RAPPRESENTATI DELLA URSS, CHE DIMOSTRAVA QUANTO LA COALIZIONE ALLEATA NON FOSSE OMOGENEA.
INIZIAVA PER L'ITALIA E GLI ITALIANI UN PERIODO TRAGICO DURANTE IL QUALE OGNUNO DOVETTE PERSONALMENTE FARE LA PROPRIA SCELTA DI CAMPO.
IL VERTICE MONARCHICO-CONSERVATORE,
CON I FASCISTI LIQUEFATTI E SCOMPARSI DOPO IL 25 LUGLIO E LA LORO ULTIMA SEDUTA DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO,
CHE AVEVANO VOLUTO E CONDOTTO LA GUERRA
DOVEVA GESTIRE L'ARMISTIZIO, GESTITO
E CONDOTTO COSì INVEROSIMILMENTE MALE
CHE FU UNA DELLE PAGINE PIU' TRAGICHE DELLA STORIA DELLA
PATRIA
CHE ANCORA OGGI INCIDONO SULLA NOSTRA VITA PUBBLICA.
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