LEROS 1943
(italiani brava gente)
Paolo Marchi
L'isola di Lero, ricca di alture scoscese, lunga 15 km e larga in alcuni punti poco più di un Km ,ha la caratteristica di possedere coste frastagliatissime ed almeno due profonde insenature adatte all'ormeggio in sicurezza di mezzi navali ed in altri tempi di idrovolanti .
L’Esercito aveva nell’isola una rappresentanza della Divisione Regina della quale tuttora rimangono presenti alcune caserme che vengono utilizzate per scopi civili.
L’Aviazione militare aveva costituito fin dall’inizio della presenza italiana una sua importante base con l’organizzazione di hangar per il ricovero di idrovolanti , con scivoli e mezzi di sollevamento degli stessi con adeguati casermaggi e fabbricati nella località di Lepida in prossimità di quella che allora veniva chiamato Portolago (oggi Lakki)
La Marina militare concentrò la sua attenzione sulle sue insenature naturali, in particolare di Portolago e Parteni, che, uniche, avrebbero offerto alle navi un punto di appoggio di carattere permanente. In pochi anni l'isola era diventata un'importante base militare , in particolare della Marina
Ciò presupponeva l'esistenza di caserme, stazioni di carica degli accumulatori, officine, bacini di carenaggio, centrali per il rifornimento di acqua, ossigeno, combustibile, depositi di carburante, in poche parole un vero e proprio arsenale, piccolo ma efficiente
L'organizzazione sorta rappresentava un discreto obiettivo per un eventuale assalitore e pertanto andava difeso. A ciò provvedeva un certo numero di sbarramenti di mine ed ostruzioni portuali, e 24 batterie di cannoni, per lo più miste, navali e contraeree ,per un totale di circa 100 pezzi.
Alle 18,30 dell' 8 settembre 1943 il radiotelegrafista addetto alle intercettazioni comunicò la notizia dell' armistizio richiesto dall' Italia . la guerra non terminava , ma cambiava fronte !
Il comandante della base, ammiraglio MASCHERPA ordinò di assumere l'assetto di emergenza.
Gli ufficiali, per lo più riservisti, furono consultati e a tutti fu lasciata la facoltà di scegliere liberamente. Unanime fu la risposta di fedeltà all' Italia a condizione che la bandiera dell' isola restasse italiana: e tale restò fino all' ultimo.
I giorni 16, 17 e 20 settembre 1943 gli Inglesi sbarcarono a Lero in tutto un migliaio di fucilieri in quanto Leros rappresentava una posizione strategica nella battaglia dell’ Egeo (vedi “Operations in the middle east from 16th february1943 to 8th january 1944 “ - Supplement to “the London Gazete”)
I soldati inglesi sbarcati sull'Isola, si comportarono correttamente al comando prima del Generale Brittorous e poi del Generale Tilney, e si sistemarono nella zona centrale dell' Isola . La "Union Jack", correttamente era stata alzata solo sulla palazzina sede del comando britannico.
Dal mattino del 26 settembre alla sera dell’11 novembre 1943, l' isola di Leros subì una schiacciante offensiva aerea tedesca per l'assiduità, la decisione e l'accanimento con cui venivano portati gli assalti dall’aria
I Tedeschi con tanti attacchi ripetuti e tanto impegno di aerei volevano raggiungere la distruzione del naviglio britannico dislocato in zona di operazioni ,la distruzione del naviglio italiano e con esso quello della Base Navale di Portolago e delle sue opere di difesa.
I militari italiani, si erano ormai abbarbicati accanto ai cannoni, perché avevano la sensazione che l'isola avrebbe potuto ancora resistere a lungo e sopratutto non volevano cadere in mano tedesca, perché sicuri della deportazione o della fucilazione. Molte batterie infatti, a capitolazione avvenuta, furono teatro di deliberati eccidi a sangue freddo compiuti dai Tedeschi
Nella notte e sull'alba del 12 novembre 1943 le forze da sbarco tedesche giunsero intorno a Lero, con provenienza quasi da tutti i punti dell'orizzonte.
La situazione era ormai disperata e si susseguirono combattimenti terrestri. Il giorno 16 novembre 1943, alle 18,30, solo dopo la resa del generale Tilney, l'ammiraglio Mascherpa diramò l'ordine di cessare il fuoco ed i combattimenti terminarono del tutto solo la mattina del 17
Successivamente ebbe inizio quello che prese il nome di saccheggi, persecuzioni ,uccisioni premeditate
Nei giorni seguenti, in diversi scaglioni, i vinti vennero evacuati dall' Isola, destinati a raggiungere in condizioni pressoché inumane i campi di prigionia in Polonia e in Germania .
“...incolonnati tre per tre si inerpicarono come un immane serpente per i fianchi del Monte Piana. In testa gli ufficiali, in coda i cani. I cani, tutti i cani che avevano vissuto quattro anni di guerra al fianco dei marinai, degli operai e degli ufficiali, seguivano compatti e fedeli i fedeli padroni. Lo spettacolo era troppo pietoso e un nodo ci strinse la gola....".
L' ammiraglio Luigi Mascherpa, anch'egli tratto prigioniero, fu condannato a morte e fucilato .
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