Milano festeggia il 150° anniversario della costituzione dell’Esercito
L’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari della Guerra di Liberazione e il Comando Militare dell’Esercito Lombardia, hanno ricordato, lo scorso 4 maggio, il 150° anniversario della costituzione dell’Esercito, avvenuta, per l’appunto, il 4 maggio 1861, in seguito alla firma in Torino del decreto n° 76, da parte del ministro della guerra gen. Manfredo Fanti. Detto decreto recitava: “Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S. M. ha assunto il titolo di Re d’Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi e Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita l’antica denominazione di Armata Sarda”. Di conseguenza il neo costituito Esercito Italiano ha raccolto, sotto il Tricolore, uomini e reparti provenienti da ogni parte d’Italia e indossanti le più disparate uniformi, ossia forze borboniche, militari degli stati preunitari ed elementi garibaldini.
La cerimonia per onorare degnamente i 150 anni di Storia dell’Esercito Italiano ha avuto inizio alle ore 10, nella Basilica di Sant’Ambrogio di Milano, simbolo dei Caduti per la Patria, gremita di fedeli e di ufficiali in alta uniforme, con cappelli, sciarpe, sciabole e decorazioni ed altri militari di ogni ordine e grado; fra le autorità civili spiccava il sindaco di Milano dott.ssa Letizia Moratti, rappresentanti della Magistratura, della Regione, della Provincia, del Corpo consolare e il presidente della Sezione Alpini di Milano Luigi Boffi. Erano altresì presenti bandiere di Associazioni Combattentistiche e d’Arma, labari e vessilli, fra cui quello dell’ANA cittadina il cui alfiere Giancarlo Piva era affiancato dal vice presidente vicario Giuseppe Donelli.
La santa Messa è stata solennemente celebrata da mons. Erminio De Scalzi, vescovo ausiliario dell’arcidiocesi di Milano; concelebranti due cappellani militari.
Mons. De Scalzi, nell’omelia, ha tra l’altro affermato: “Oggi ricordiamo i 150 anni spesi dall’Esercito nell’adempimento del proprio dovere; il mio pensiero è indirizzato a chi si è trovato faccia a faccia con il rischio della morte e a chi ha guardato la vita in una prospettiva più ampia: quella della Fede. Il secolo scorso - ha soggiunto - è stato caratterizzato da guerre che si sono rivelate una sconfitta per l’umanità, perciò dobbiamo pregare per mantenere la Pace. Essa è un dono di Dio e in quanto tale, dobbiamo custodirla ...”.
A conclusione dell’Eucaristia, il comandante dell’Esercito Militare Lombardia, gen. B. Camillo de Milato, ha ringraziato le autorità presenti: il Sindaco, le Forze Armate, il Corpo consolare, l’Ordine di Malta, la Croce Rossa, le Associazioni combattentistiche e d’arma, le Associazioni culturali e di volontariato, rammentando gli atti di eroismo delle unità dell’Esercito di Milano, dal Risorgimento al 2° conflitto mondiale: il 5° rgt. Alpini [il più decorato], il 3° rgt. Bersaglieri, il Savoia Cavalleria e le ‘Volòire’ (batterie a cavallo).
La preghiera del Soldato, inno al nostro amor patrio, è stata letta dalla M.A.V.M gen. C. A. Luigi Morena.
La cerimonia riprendeva nel pomeriggio, alle ore 18, nello stupendo salone Radetsky del palazzo Cusani, sede del Circolo di Presidio dell’Esercito Lombardia, ove hanno parlato i sottomenzionati eloquenti oratori:
- il gen. B. Camillo de Milato, nell’introdurre la ripresa dei lavori, metteva in risalto gli atti d’eroismo perpetrati dai Milanesi per il Risorgimento d’Italia, a partire dalle Cinque giornate, e ribadiva il fattivo apporto dato alla Patria dal 5° Alpini e dal 3° Bersaglieri, di stanza in città;
- il prof. Massimo De Leonardis, direttore del dipartimento Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano e vice presidente della Società italiana di Storia militare, nella sua prolusione, ha precisato che la ‘nostra Guerra di liberazione’, per gli Alleati, è semplicemente la ‘Campagna d’Italia’;
- il prof. Ernesto Damiani, docente nella facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, figlio di un combattente del Corpo Italiano di Liberazione, ha parlato degli universitari A.U.C. classe 1922 [commilitoni di suo padre], nella Guerra di liberazione, da Montelungo ai Gruppi di combattimento;
- il prof. Sergio Pivetta, ten. col. alpino e nostro socio, combattente del C.I.L., direttore di “Secondo Risorgimento”, organo ufficiale dell’Associazione combattenti forze armate regolari nella guerra di liberazione, ha illustrato la battaglia delle Mainarde, dalla conquista di Monte Marrone, all’aggiramento della linea Gustav in Val del Canneto;
- il gen. C. A. Luigi Morena, presidente della sezione locale dell’A.N.C.F.A.R.G.L., oltre a ricordare aneddoti e ìlari fatti personali, ha evidenziato lo sfondamento della linea gotica attraverso la breccia di quota 363 in Val d’Idice;
- il gen. B. Mario Sciuto, presidente dell’U.N.U.C.I. Lombardia, quale moderatore, ha presentato e introdotto gli oratori.
Agli interventi ufficiali, su specifiche domande poste da taluni uditori, sono seguiti dibattiti e precisazioni da parte degli oratori interessati, indi, seguendo una consolidata consuetudine, il Circolo di Presidio, poiché tutti i salmi finiscono in gloria, ha offerto agli astanti un frugale rinfresco, comprendente pure un prelibato piatto di risotto allo zafferano ‘Cusani’.
Roberto Scloza
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