Nato a Bologna il 10 giugno 1914, generale di Corpo d'Armata, Medaglia d'oro al valor militare.
"L'8 settembre 1943, pur sofferente per una grave ferita riportata in precedenti combattimenti, abbandonava la famiglia per raggiungere il proprio reggimento in lotta contro i tedeschi. Catturato e riuscito ad evadere attraversava le linee di combattimento e si offriva volontario per una importante, lunga e rischiosissima missione di guerra in territorio italiano occupato dai tedeschi. Durante un lungo eroico periodo, illuminato da purissima fede, prodigava il suo valore e la sua intelligenza ad organizzare e dirigere il movimento di liberazione della Patria, affrontando impavido il rischio di ogni ora e le certe insidie che lo avvolgevano e lo avrebbero travolto. Durante un feroce rastrellamento nemico, caduto in combattimento un valoroso ufficiale comandante di una formazione partigiana, presso la quale in quel momento si trovava, assumeva senza esitazioni il comando del gruppo, ne riuniva gli elementi già duramente provati, riuscendo a sottrarli alla morsa nemica con azioni episodiche, condotte con decisione ed abilità ammirevoli. Arrestato e trovato in possesso di documenti che costituivano inequivocabile condanna, fu sottoposto ad estenuanti interrogatori e ad inenarrabili torture. Ma il sentimento del dovere e dell'onore sorretti da sublime stoicismo, vinsero la ferocia teutonica: nessun segreto fu svelato, nessun compagno fu tradito. Avuta la possibilità di evadere vi rinunciava a favore di un compagno di lotta e di fede, la cui opera riteneva tornasse più vantaggiosa. Procrastinata la fucilazione cui era stato condannato, nei lunghi mesi di prigionia non manifestava debolezze, né recriminava la sua giovinezza sacrificata, lieto di averla donata alla Patria. Quando fortunate circostanze gli permisero di fuggire, riprendeva il suo posto di combattimento e si offriva di continuare ancora la sua missione. Fulgido esempio di assoluta dedizione alla Patria ed al dovere".
Con questa motivazione, alla fine della Guerra di liberazione, la massima onorificenza al valore si è aggiunta, sulla giubba dell'allora capitano di artiglieria Alberto Li Gobbi, a due Medaglie d'argento, due di bronzo e tre Croci di guerra, ottenute durante il secondo conflitto mondiale. Rientrato in servizio attivo dopo circa due anni di convalescenza, Li Gobbi ha fatto una brillante carriera militare. È stato, tra l'altro, insegnante di tattica alla Scuola di guerra, addetto militare a Washington, a Città del Messico, a Panama e a Cuba. Li Gobbi è stato anche comandante della 2a Brigata corazzata "Ariete", della Brigata paracadutisti "Folgore" e della Forza mobile aerotrasportabile di pronto intervento della NATO in Germania. Successivamente ha rappresentato l'Italia nel Comitato militare della NATO a Bruxelles e, infine, ha comandato le Forze terrestri alleate del Sud Europa. Lasciato il servizio attivo nel 1977.
il Generale Li Gobbi è stato Presidente onorario della Associazione nazionale combattenti della Guerra di Liberazione e socio onorario della sezione di Milano dell'Unione Nazionale Ufficiali in congedo d'Italia.
I funerali si sono tenuti a Milano venerdì 6 maggio alle ore 11,00 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie
UN RICORDO AFFETTUTOSO
AL PRESIDENTE ONORAZIO DELLA ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMBATTENTI DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE
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