IL CALENDARIO ASSOCIATIVO PER IL
2009
MONTE MARRONE 31 MARZO 1944
L’epopea del Battaglione Alpini “Piemonte”
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Carissimi Soci,
A Montelungo è tradizione che noi, rimasti veramente in pochi, ci si ritrovi per ricordare non a noi stessi che li abbiamo sempre nel cuore, ma ai giovani, a quelle future generazioni per cui abbiamo combattuto, i nostri fratelli Caduti. Noi non siamo qui in una sorta di pellegrinaggio di tristezza e di mestizia, ma fieri e orgogliosi di quello che nella nostra ormai lontana giovinezza abbiamo fatto. Il Calendario Associativo di quest’anno è dedicato alla epopea del Battaglione Alpini “Piemonte”, che esordì nella Guerra di Liberazione con l’impresa di Monte Marrone. Non voglio qui ricordare le tappe di questa epopea. Basta sfogliare le pagine del Calendario, che anche quest’anno rinverdisce la solida tradizione militare che affonda le sue radici nella nostra storia reggimentale della fine dell’ottocento, per rendersi conto di quale valore e di quale perizia si siano dimostrati i nostri Alpini. L’Associazione è tesa a ricordare questa gesta, ed anche quest’anno siamo lieti di offrire questo calendario, che è segno della nostra vitalità e intraprendenza. Lo sforzo che facciamo per non far cadere nell’oblio la storia della Guerra di Liberazione è continuo, ed ogni anno qui a Montelungo, ne tracciamo il bilancio. Anche quest’anno è soddisfacente, ma se lo rapportiamo alle nostre risorse, è eccezionale. Davanti a queste tombe, noi ci sentiamo orgogliosi di tutto questo, fieri di non aver dimenticato e sempre più determinati a continuare la nostra opera. Questo 2008 che sta per concludersi si è portato via uno dei più cari amici, che anche da questa tribuna voglio ricordare, Pietro Toselli. Abbiamo passato una vita insieme, ed ora che Lui è andato avanti, ci sentiamo un pochino più soli. Ma la memoria che con la nostra attività abbiamo costruito, costruiamo e andiamo a costruire è un punto di riferimento così saldo, una certezza così limpida che ci aiuta a superare ogni tristezza.
Come l’anno scorso e gli anni passati, con questi sentimenti, nel ricordo ancora dei nostri Caduti, nel consegnarvi idealmente qui a Montelungo il Calendario dell’anno che sta per iniziare, una tradizione iniziata nel 2001, porgo ad ognuno di Voi, Cari Soci, ai vostri familiari, agli amici e a tutti coloro che nutrono sentimenti patrii nei nostri confronti i più sinceri auguri di un sereno Natale e un felice Anno nuovo.
Montelungo, 8 dicembre 2008 Sen. Gen. Luigi Poli
In Copertina: Un Alpino sale lungo le pendici rocciose di Monte Marrone. A destra, la Bandiera del “Battaglione Piemonte” . Il Distintivo da petto coniato nel 50° anniversario della presa di Monte Marrone, 1994.
Il Calendario è stato realizzato da Massimo Coltrinari, Alberto Marenga, Sergio Pivetta, Alberto Zignani, Edoardo Cristofari, e da Luigi Morena
Ricerche iconografiche e testi Laura Coltrinari , Sergio Pivetta e Massimo Coltrinari. Composto e deciso a Chianciano, il 9 marzo 2008 durante il Consiglio nazionale della Associazione.
Il Calendario è ceduto ai Soci e a chi ne fa richiesta . Si richiede un contributo alle spese forfetario da versare sul conto corrente postale 37885209 intestato al Direttore responsabile di “II Risorgimento d’Italia”, Prof. Sergio Pivetta - Via Carlo Crivelli 20 20122 Milano, con la dicitura ”Versamento straordinario e forfetario per Calendario 2009.”
Fonti: Le fotografie, che non provengono direttamente dall’Archivio Pivetta, le cartine i disegni e parte dei testi sono stati tratti da:G. Conti, Il Primo Raggruppamento Motorizzato, Roma, Ministero della Difesa, Ufficio Storico, 1984; Ministero della Difesa, La partecipazione delle Forze Armate alla Guerra di Liberazione e alla resistenza, 8 settembre 1943-8 maggio 1945. Roma. 2003; L. Poli, G. Oliva, Le Forze Armate dalla Guerra di Liberazione alla Nascita della Repubblica 1943-1947, Roma, 1997. Stefani F., La storia della dottrina e degli ordinamenti dell’Esercito Italiano, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Roma 1987.
Pagina 3 LA PREPARAZIONE
Foto 4. Una delle basi di partenza verso la cresta di Monte Marrone, a quota 1000, Colle Rotondo. Foto 5. Alpini con la mitragliatrice Breda 37 salgono verso la cresta di Monte Marrone. Foto 6. La salita non fu facile e in certi punti tutta l’abilità degli Alpini sarà messa a dura prova.
Monte Marrone rappresentava nel settore del Corpo di Spedizione Francese a fine Marzo 1944 una posizione di osservazione e di dominio tattico di notevole rilevanza che, con l’avanzare della primavera poteva essere occupata in forze dal nemico il che avrebbe seriamente compromesso le condizioni di difesa nel settore di Castelnuovo e delle Mainarde Il gen. Utili, comandante del I raggruppamento Motorizzato, che, a fine marzo 1944, constava di sette battaglioni ( I e II Battaglione del 68° Reggimento Fanteria, XIX e XXXIII Battaglione Bersaglieri, Battaglione Paracadutisti, Battaglione Arditi, Battaglione Alpini Piemonte, giunto il 22 marzo 1944) aveva studiato e concordato con i comandi francesi una azione mirata alla conquista e tenuta di Monte Marrone, volta a prevenire ogni iniziativa nemica, che se attuata avrebbe resa ardua, se non impossibile, ogni azione di riconquista.
pagina 4 LA VIGILIA
Idea centrale del piano del gen.Utili era quella di prevenire ogni azione tedesca, occupare di sorpresa, mediante pattuglie a ventaglio che giungessero pressoché contemporaneamente sulla linea di cresta e subito attivassero un servizio di vigilanza, i reparti destinati a presidiare la posizione , in totale oltre 600 uomini, avrebbero dovuto iniziare l’ascesa dalla quota 1180 e dalla valle Petrara al fine di raggiungere la cresta ed installarvisi tra le 9 e le 10 del mattino. Il piano prevedeva che al seguito di questi uomini salissero portatori nella misura più larga possibile.
Il gen. Utili affidò la direzione e la condotta delle operazioni al colonnello Ettore Fucci, comandante della fanteria del Raggruppamento e al magg. Alberto Briatore. L’ordine di operazione fu ricco di disposizioni e modalità particolareggiate, tutte volte a realizzare la sorpresa e a sviluppare l’azione in tempi e modi concatenandosi nel modo migliore sia sul piano tattico sia su quello tecnico-tattico.
Foto 7: Alle spalle degli Alpini, era vitale che colonne di portatori seguissero l’azione, per poter rafforzare immediatamente le posizioni. Foto 8. Pattuglia di esploratori sulle rocciose pendici di Monte Marrone in marcia verso le posizioni di cresta.
Pagina 5 IL TERRENO
Foto 9. Visione generale della catena di monti in cui è inserito Monte Marrone, come appare ad inizio primavera, lo stesso paesaggio che si presentava nel 1944 ai nostri soldati. Foto 10. Vista dalle posizioni di Monte Marrone. Il I Raggruppamento Motorizzato, dopo aver partecipato al combattimento di Montelungo inquadrato della 36 Divisione “Texas”, passò alle dipendenze del Corpo di Spedizione Francese al comando del gen. Juen, per poi passare alle dipendenze del II Corpo Polacco del gen. Anders.
Pagina 6 e Pagina 7 31 MARZO 1944 L’AZIONE ORE 3,30
L’operazione ebbe inizio alle 3,30 del 31 marzo. Mentre gli Alpini muovono, a nord sui contrafforti settentrionali di Monte Castelnuovo operano pattuglie del Battaglione Paracadutisti e a sud sulle propaggini meridionali della Catenella agiscono elementi del 4° Reggimento Bersaglieri. Gli Alpini avanzano ed iniziano ad arrampicare. Si va incontro a qualche incidente, ma tutto procede con regolarità. Da un momento all’altro, nonostante tutte le precauzioni, il nemico, che ha il dominio di quota, può aprire il fuoco. Due ore e 45 minuti dopo che l’azione era cominciata, i primi esploratori giungono in cresta , dopo aver superato non poche difficoltà, alcune di ordine alpinistico. La cresta viene trovata sgombra dal nemico. Alle 7,15 anche la 1a , la 2°, e la 3° compagnia giungono in vetta. L’azione di sorpresa è riuscita.
Nelle restanti ore inizia il febbrile lavoro di rafforzamento delle posizioni, consci tutti che sicuramente il nemico tenterà., favorito anche dal terreno, una azione di riconquista. Le colonne di portatori iniziano la spola tra la base e la linea di cresta.
Schizzo della azione del Battaglione Alpini Piemonte e percorso della 1ma, 2da ,3za compagnia. Foto 11. Pezzo di artiglieria portato a spalla verso le posizioni in quota. Foto 12. Postazione a Monte Marrone con sullo sfondo Monte Mare.
Pagina 8 IL CONSOLIDAMENTO
La sorpresa per i tedeschi fu totale, tanto che in un primo tempo si mostrarono disorientati , dando attraverso i loro organi di informazione radio notizie contrastanti. Iniziarono,subito a svolgere una intensa attività di pattuglie, volta ad acquisire informazioni ed entità delle forze che avevano di fronte. Fino al 10 aprile si svolse questa attività , che fu intervallata da frequenti azioni di bombardamento, ed anche di puntate più o meno consistenti di pattuglie esplorative. Mentre questo si svolgeva l’azione di rafforzamento delle posizioni da parte italiana proseguì incessante.
Foto. 13. Gli Alpini si organizzano per migliorare le condizioni di vivibilità in quota. Foto 14. Pezzo da 75/13 in postazione. Foto 15. Rifugio antischegge sul versante sud di Monte Marone. Foto 16. Il ten. Guerriera che cadrà da valoroso nei mesi successivi,ivi,. Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria, a cui è intitolata la sezione della Associazione a Milano
Pagina 9 LA REAZIONE NEMICA
Il 10 aprile 1944 i tedeschi passarono all’azione: tentarono un attacco a livello di compagnia, il massimo che il settore poteva permettere, contro le posizioni italiane di Monte Marrone. L’attacco fu preparato e sostenuto dal fuoco di artiglieria, di mortai, di tromboncini ed armi automatiche pesanti. L’attacco fu respinto dagli elementi di manovra del Battaglione Piemonte. Altre due compagnie di alpenjager Tedeschi, che erano di rincalzo,vennero bloccate dal violentissimo fuoco d’arresto o di controbatteria,delle artiglierie polacche ed italiane.
Foto. 16 Lavori di sistemazione a Monte Marrone. Pausa Rancio. Foto 17. Le condizioni meteo furono particolarmente avverse data la stagione, aggrado di molto le condizioni di vita degli Alpini. Era reale la possibilità che i tedeschi approfittassero di questa situazione per riconquistare le posizioni perdute. Foto 18. Le tende erano sistemate a ridosso degli strapiombi,in posizioni defilate.
Pagina 10 I SACRIFICI
Il significato dell’azione su Monte Marrone, prima come felice intuizione da parte dei Comandi, poi come esecuzione ardita e perfettamente eseguita in tutte le sue modalità, poi nella tenace resistenza al ritorno del nemico, è importante nel quadro della guerra di Liberazione. Il successo è indubbio, anche se nella reale dimensione si è trattato di fatto d’armi di proporzioni relative; in effetti si respinse l’attacco di tre grosse formazioni nemiche, dopo aver conquistato una posizione non presidiata. Ma contribuì ad elevare il tono morale del Raggruppamento, uscito non certo bene dalle giornate di Montelungo, sempre minacciato di scioglimento e operante nel non palese ma sempre pensato orientamento alleato di utilizzare gli Italiani come forza lavoro e non come unità combattenti. Suscitò reazioni favorevoli presso i Comandi Alleati, che avevano notevoli difficoltà ad operare in montagna. Quasi immediatamente da parte Alleata si ampliarono i compiti ed il settore di competenza assegnati al Raggruppamento.
Foto 20. I rifornimenti dovevano giungere o a spalla o con l’inseparabile mulo. Foto 21. L’artiglieria tedesca svolse un ruolo importante nella azione per la riconquista di Monte Marrone. Nella foto un colpo in arrivo. Foto 22. Rifugio tedesco in caverna, versante Nord di Monte Marrone. Foto 23. Paesaggio invernale, dall’osservatorio nord di Monte Marrone.
Pagina 11 LA MEMORIA
Il Raggruppamento Motorizzato, pur avendo dato prova, l’8 dicembre 1943, nel corso el primo combattimento sulla pietraia carsica di Montelungo, della volontà ri riscatto del nostro Esercito era stato costretto a ripiegare con gravi perdite sulle posizioni di partenza. L’attacco venne ripetuto, con l’appoggio degli americani, la domenica seguente, il 16 dicembre ma, nonostante il sucesso conseguito, Il Raggruppamento venne ritirato dalla prima linea ed inviato a riposo. Quando tutto sembrava perduto, i comandi alleati ci concessero una prova di appello consentendoci il ritorno in linea nella Val di Mezzo, sovrastata dal massiccio, considerato da tutti inespugnabile, di Monte Marrone. Prova d’appello affidata ai nostri Alpini che si imposero al rispetto degli anglo-americani realizzando una impresa ritenuta impossibile, prima occupando con un arditissimo colpo di mano,poi respingendo i ritorni offensivi del nemico culminati con l’attacco in forze la notte di Pasqua. E il 18 aprile 1944 il nostro Esercito vide la sua unità operativa in linea cambiare la propria denominazione e consistenza, passando dai 5000 uomini del 1 Raggruppamento ai 25000 uomini del Corpo di Liberazione Italiano (C.I.L.) dal quale, nel settembre 1944, raggiunto il Metauro, sarebbero nati i Gruppi di Combattimento (50.000), passando con ciò dal livello ordinativi della brigata a quello di divisione, che si affiancavano alle Divisioni Ausiliarie ( non meno di 192.000 nell’aprile del 1945) che operarono valorosamente sulla linea Gotica fino al suo sfondamento.
Foto 24. La Madonnina del Battaglione Alpini “Piemonte” nel Santuario di Val di Canneto. Foto 25. L’Aquila 1989. Il Battaglione Alpini “Piemonte” sfila durante il raduno nazionale della Associazioni Alpini. Foto 26. Rocchetta al Volturno, Durante la messa in ricordo dei caduti, una croce con i cappelli alpini, a testimoniare la memoria imperitura di un evento che segnò la storia del nostro Esercito. Foto 26. Pellegrinaggio di Alpini, nel sessantennale (1994-2004) alla croce, opera dello scultore alpino Vittorio Piotti, voluta ed eretta dalle penne nere del battaglione Piemonte sull trincee di quota 1770.
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Calendario del 2009
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