Prefazione
Riteniamo utile sottolineare che lo scopo di questo volume è quello di dare documenti caratterizzati dalla oggettività, utili alla conoscenza della Guerra di Liberazione,
in quell’approccio che l’Autore ha adottato per questo periodo storico, ovvero il
Primo Fronte della Guerra di Liberazione, come ampiamente illustrato nel Dizionario
minimo della Guerra di Liberazione 1943 -1945, a cui si rimanda.
Emerge fin dalle prime pagine un dato che è il filo rosso che unisce tutte le argomentazioni del volume: la profonda divergenza, in campo strategico, tra statunitensi e
britannici sulle modalità di condurre la guerra alla Germania, all’indomani dell’uscita
dell’Italia fascista dalla guerra stessa. Queste divergenze hanno inciso fortemente nella
conduzione delle operazioni alleate in Italia.
La sottrazione di truppe statunitensi, francesi e in parte britanniche dal fronte italiano,
da inviare a quello che si intendeva aprire nel nord della Francia, ha lasciato spazio al
rafforzamento e alla immissione di altri contingenti, in gran parte provenienti dall’Impero britannico. Furono così rafforzati e integrati il Corpo di Spedizione francese,
fino al giugno 1944, il Corpo Polacco, la Divisione Neozelandese, le Divisioni Indiane,
la Forza di Spedizione Brasiliana e brigate e reggimenti, come la Brigata Ebraica, di
varia estrazione geografica, etnica e politica. La conseguenza diretta di tutto questo fu
l’ampliamento del contributo italiano, fino ad allora frenato e contenuto soprattutto
dai Britannici, alla guerra.
Un contributo che già era in essere con la costituzione delle Divisioni Ausiliare e con
le Salmerie da Combattimento, che in pratica con i loro 200.000 uomini avevano in
mano la stragrande parte della gestione della logistica alleata a ridosso del fronte: detto
contributo andò aumentando passando dai 65.000 combattenti del Corpo Italiano di
Liberazione ai 250.000 combattenti dei Gruppi di Combattimento. In pratica, considerando anche la Marina e l’Aeronautica oltre 500.000 mila italiani erano schierati
con gli Alleati.
La fiducia alleata fu conquistata anche grazie al Valore Militare, alla abnegazione e alla
dedizione degli uomini del Corpo Italiano di Liberazione, che furono capaci di imprese come la conquista e il mantenimento di Monte Marrone e che condussero una
battaglia con criteri moderni ed efficaci come a Filottrano, battaglia che fu essenziale
per la conquista alleata del porto di Ancona. La somma di tutte queste considerazioni
porta a dire che le incertezze e le perplessità sorte all’indomani della Battaglia di Montelungo (dicembre 1943) e le vicissitudini anche amare seguite ad essa, in cui si ipotizzò, soprattutto da parte britannica, la richiesta di un ritiro totale di forze combattenti
italiane dal fronte, erano ormai tutte superate e accantonate.
Una fiducia conquistata sul campo.
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Il Volume, come detto, illustra e documentata il comportamento sul campo del Corpo
Italiano di Liberazione, dalla sua costituzione nel marzo 1944 al suo scioglimento nel
settembre dello stesso anno.
Il Collegio dei Redattori
della Rivista “Quaderni del Nastro Azzurro”
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