Master di 1° Livello in Storia Militare Contemporanea 1796 -1960

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Il Corpo Italiano di Liberazione ed Ancona. Il tempo delle oche verdi e del lardo rosso. 1944

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sabato 4 luglio 2020

.Giacomo Nasatti: la biografia 3 La prigionia nei Lager nazisti





di Mario NASATTI

La prigionia nei Lager nazisti
 I momenti belli durano poco, infatti, 3 mesi dopo, l’8 settembre 1943, l’annuncio dell’Armistizio coglie mio padre e il Ten. Giuseppe Lazzati a Merano nella Caserma del 5° Alpini con le reclute del 2° scaglione, classe 1924, provenienti da Lecco. La maggioranza dei militari, compresi i Comandanti, rifiuta di continuare a combattere al fianco dei tedeschi: saranno catturati e deportati nei Lager nazisti in territorio germanico, dando inizio alla Resistenza disarmata. Il sergente Nasatti, veterano decorato al Valor Militare, è scelto come capo baracca, rispetto agli altri internati se accettasse avrebbe dei vantaggi: rinuncia per non servire i nazisti e stare accanto ai suoi Alpini. Stimato dai prigionieri, costretto al lavoro coatto, subirà maltrattamenti inumani dai Kapò, patirà umiliazioni, fame e freddo ma troverà la forza e il coraggio di resistere, al pensiero dei suoi cari che anelano il suo ritorno.
Lo scorso 2 maggio il Gen. di C.A. Salvatore Farina, attuale Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, in occasione del 75° anniversario della fine della 2°Guerra Mondiale ha ricordato il contributo dei militari italiani combattenti la Battaglia di Montelungo (7-16 dicembre 1943) a fianco degli Alleati e quello dei 700.000 Militari Italiani Internati (IMI) di cui ben 50.000 persero la vita nei famigerati Lager nazisti.
Papà sarà liberato a guerra finita dai russi. Tornerà a casa dopo un viaggio allucinante di 4 mesi in massima parte a piedi, dall’alta Polonia al Brennero, attraverso città e territori devastati dalla follia della guerra. Dimagrito e provato, finalmente, la mattina del 26 agosto abbraccia sua moglie e il suo bimbo che aveva lasciato in fasce. La famiglia è riunita e, la vita, degna d’essere vissuta, ricomincia.  

Fine della guerra, nascita della Repubblica Italiana


 2 giugno 1946,  l’Italia, dalle macerie della guerra, rinasce come Repubblica libera e democratica fondata sul lavoro. Fra i padri costituenti il dott. Giuseppe Lazzati, ufficiale degli Alpini, reduce dai Lager nazisti.
Giacomo, congedato dopo 90 mesi passati al servizio della Patria, viene assunto come operaio falegname presso la Società elettrica Orobia, in seguito diverrà ENEL. Luglio 1946 nasce mia sorella Ada.  Nel 1950 insieme al fratello Galdino, (anch’egli reduce di guerra e prigionia) acquista una porzione terreno a Valmadrera. Lo zio muratore e papà falegname si rimboccano le maniche e, con l’aiuto di amici e parenti, costruiscono due casette ognuna col suo orticello. Ricordo la gioia di mamma e l’orgoglio di papà per la nostra casa. In quegli anni riceve visite dai suoi ex commilitoni. Il sindaco, nelle ricorrenze patriottiche, invita papà accanto a sé. Nel 1957 nasce mio fratello Fabrizio e il Gruppo Alpini Valmadrera di cui Giacomo è cofondatore e capogruppo.  
Due anni dopo, nel 1959, partecipa alla consacrazione della Chiesetta votiva del Battaglione “Morbegno” al Pian delle Betulle in Valsassina. Quella domenica ero presente anch’io, sedicenne, col gagliardetto del Gruppo Alpini Valmadrera. Ricordo la moltitudine di Alpini e persone sul prato antistante la nuova Chiesetta e il toccante incontro di mio padre con alcuni suoi Alpini i quali in segno di stima e sincera amicizia formarono un gruppetto vicino a Giacomo,il loro sergente”, che nei Lager nazisti aveva rifiutato i vantaggi di capo baracca per non lasciarli soli, sull’esempio del Beato Teresio Olivelli e del Venerabile  Giuseppe Lazzati.
Negli anni a seguire, ogni prima domenica di settembre, Giacomo salirà in pellegrinaggio al Pian Betulle presso la Chiesetta Votiva del “Morbegno” per ritrovarsi con i suoi Alpini e ricordare i commilitoni Caduti e quelli “andati avanti”.


(segue con post in data 12 luglio 2020: info:quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org)

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