Riportiamo un brano del volume che si sta completando a margine dei corsi in essere, come contributo al dibatti in tema di esercitazione di gruppo:
Lotta che
il popolo italiano…. Quindi la
dizione “Guerra di Liberazione” è una convenzione dettata dall’approccio
popolare coevo che sottolinea la volontà di una gran parte del popolo italiano
di riprendere la propria sovranità e la propria autonomia in presenza di una
guerra combattuta sul suo territorio. Guerra combattuta da eserciti stranieri,
eserciti di Stati ex nemici che perseguivano i loro interessi e i loro progetti
ed eserciti di Stati ex alleati che anche loro perseguivano i loro interessi e
progetti che una volta erano i nostri. In realtà gli Italiani e l’Italia non
avevano amici, ma solo stranieri che perseguivano i loro obiettivi. L’unica
opportunità che era offerta all’Italia ed agli Italiani era quella di inserirsi
nel solco di interessi ora degli ex alleati ora degli ex nemici,
sovrapponendosi, per poter sopravvivere ed avere un domani la speranza di
continuare ad essere Nazione ed eventualmente ancora uno Stato.
”Di
Liberazione”: termine che, sempre nella accezione popolare era inteso come
appoggio alla azione dei ex nemici ritenuti ormai i vincitori, contro gli ex
alleati e quella parte di Italiani che li sostenevano, ormai ritenuti sconfitti
ed espressione di un passato non più accettato.
Se questo
può essere accettato, ovvero l’Italia come Stato nella comunità internazionale,
rappresenta il connotato esterno, internazionale, variegato, complesso e in
qualche caso contradditorio, che deve essere messo in relazione al connotato
interno dell’Italia, ovvero degli Italiani come Nazione che rappresenta il
connotato interno della Nazione italiana stessa.
Gli Italiani era di qua e di la, chi era
schierato con una parte chi con l’altra, a cui si doveva aggiungere quella
componente che non si voleva schierare (attendismo) componente che aspettava di
vedere chi fosse il vero vincitore, per poi dargli una mano (cosa che poi
realmente accadde). Questa degli Italiani schierati e non schierati è uno dei
retaggi più pesanti della Guerra di Liberazione, ove gli attendisti si sentono
i vincitori approfittando di ogni opportunità per avere possibilità ulteriori
per perseguire i propri interesse, gli sconfitti conservano forti e sordi
rancori, cercando di giustificarsi e di giustificare la loro sconfitta ed i
loro errori, rimuginando tradimenti e traditori, sognando un futuro che riverberi
il loro passato, i “bei tempi”. I vincitori, all’indomani della fine della guerra,
quasi la mattina successiva, hanno visto gonfiarsi a dismisura le loro fila, lì
dove prima vi era uno, in poche ore è diventato centinaia di migliaia,
annacquando e diluendo oltre misura tutto il bene, tutto il valore, tutto il
portato di una scelta e di un significato.
La
sommatoria di questo portato tra attendisti, vincitori e vinti, di fronte alle
nuove generazioni è fallimentare, con il corollario del rifiuto delle medesime
di voler conoscere e sapere questo tratto di storia italiana.
In prima
approssimazione la Guerra di Liberazione è come detto la guerra del popolo
italiano nel contesto della campagna d’Italia (1943.45) tra gli Alleati
Angloamericani e la loro coalizione e la Germania ed i componenti della coalizione
hitleriana; lotta volta ad sopravvivere, ad affermare la propria identità, di
cercare di sopravvivere nella speranza di avere in futuro uno Stato su nuove
basi e nuove idee e un nuovo patto sociale tra le classi dominanti e le classi
dominate; necessità questa dalla constatazione che il vecchio Stato compromesso
da una guerra disastrosa (1940-1943) conclusasi con un armistizio condotto in
modo tragico e aberrante tale da trasformare l’Italia in un campo di battaglia
in cui si confrontavano e si combattevano,
dopo due secoli, eserciti stranieri. Volontà comune questa di costruire
un nuovo Stato, da tutti coloro che fecero una scelta, che si schierarono da
una parte o da un'altra: tutti volevano un nuovo Stato, diverso da quello che
era sprofondato nelle sabbie della crisi armistiziale del settembre 1943.
Questa è
la Guerra di Liberazione nella configurazione che noi proponiamo.
(massimo.coltrinari@libero.it)
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