Con l'uscita del n. 4 di Secondo Risorgimento si è superato, agli inizi del 2003, la soglia dei tre numeri, obiettivo fissato come traguardo per dimostrare se la Direzione e la Redazione fossero in grado di produrre una rivista di approfondimenti. Si pubblicarono oltre 500 pagine stampate nei quattro numeri. Si cominciò a vedere che le collaborazioni con saggi e note di un certo rilievo, dovevano essere ricercate fuori dalla Associazione, in quanto, a fronte di numerosi interventi verbali e di promesse, pochi se non nessuno i contributi di qualsiasi livello. Sarà una costante negli anni a venire, e questo fu oggetto di aspettative che andarono poi deluse sistematicamente. La copertina del quarto numero fu una scelta felice. Riporta la fotografia ripresa da un ricognitore tedesco da bassa quota mentre sorvolava il "Baionetta". Qui, come noto, si era imbarcato ad Ortona, il vertice politico-militare dopo aver abbandonato Roma il 10 settembre. Sulla coperta del Baionetta, nelle prime ore del mattino, vi erano il re, la Regina ed il Principe Ereditario, mentre tutti gli altri erano nelle loro cabine a dormire. Un fatto inspiegabile dal punto di vista sia del protocollo di corte, sia del buon senso. I tre indossano anche i cappotti, quindi faceva freddo. Si calcola che erano le ore 7,45. Un altro mistero di quella crisi armistiziale. Ma se seguiamo le ricostruzioni di Ruggeto Zangrandi e riprendiamo a ragionare andando oltre la vulgata dell'8 settembre, il tassello si colloca e si spiega nel fatto che un certo tipo di accordo era stato verbalmente fatto tra una parte del vertice italiano e Kesserling, comandate delle forze tedesche del sud in Italia. Mentre Rommel era già in ritirata verso il Brennero. Kesserling prova a resistere e con iniziative decise riesce a stabilire un accordo tra lui e gli Italiani: per 48 ore vi lascio andare dove volete, poi riprendono le ostilità. E' la tesi di Zangrandi, che non porta però le prove documentali in merito. Ma se tiene presente questa ipotesi, allora si comprende come i Reali alle prime ore del mattino stanno in coperta di una nave da guerra, mentre gli altri dormono. Danno assicurazione che sono sulla nave; inoltre il ricognitore, armato, non attacca, mentre nelle stesse ore tutti gli aerei tedeschi attaccano le navi italiane in navigazione, prima fra tutte la corazzata "Roma", affondata dai tedeschi alle bocche di Bonifacio. E la tesi dell'accordo tra Kesserling e il vertice politico-militare italiano non è poi così ipotetica.
Un numero di Secondo Risorgimento che riteniamo stimolante, e aperto ad approfondimenti su una tematica di estremo interesse. Tematica che nel 70° anniversario degli avvenimenti è stata praticamente non affrontata con iniziative degne di nota.
(chi non desidera questo post è pregato di scrivere a: ricerca23@libero.it)
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