Nel 270 d.c., quando Roma non era più centro dell’Impero Marco Aurelio, Imperatore originario della Ill * la Dalmazia nella odierna Jugoslavia voleva dimostrare al Senato ed al popolo romano che si prendeva cura dei loro interessi. Da qui il progetto di costruire una nuova cinta di mura che desse sicurezza alla città, anche se a dire il vero Roma era ormai tagliata fuori dalle grandi linee di tensioni europee, e quindi era quanto mai improbabile che fosse posta in assedio.
Le mura Aureliane, nel progetto di costruzione, * ai seguenti criteri: velocità di costruzione, l’eragrafie di Roma, seguire assecondare viabilità esistenti, non lasciare fuori dalle mura palazzi ed edifici già esistenti, per non dare ad un eventuale nemico la possibilità di utilizzo di questi a fini logistici.
Da questi cancelli nacquero le mura aereliane, che inglobarono molti edifici esistenti. Le mura, erano mediamente oltre sui sei metri, e lungo il perimetro si aprivano delle porte, su corrispondenza delle maggiori vie, e dei * per l’accesso ai fondi rustici o agli orti e vigneti fuori le mura.
A brevi intervalli o nei punti ritenuti deboli le mura erano rinforzate da torri, quadrate, o inclinate “a scarpa”. Sopra le mura * il cammino di ronda.
Siamo alla fine del III d. c. e Roma ha le sue mura, che, in quanto non utilizzate, rimangono solo come opera architettonica.
Quella che poi sarà definita la Porta Asinaria immetteva su una strada di campagna, che si univa alla Via Campana di origine medievale ed alla Via Appia, di origine romana. A * a San Giovanni giungevano tutte le vie che collegavano Roma da Napoli.
Nel 1404 la Porta Asinara è chiusa e così rimane per vario tempo.
Con la rivoluzione urbanistica voluta da Sisto V dell’area di San Giovanni, si ha una riconsiderazione della Porta Asinaria. Il tratto di mura divenne l’unico di Roma, per effetto dell’avallamento esistente davanti alla porta, su tre piani. Il primo originario di 6 metri, il cammino di ronda, con i merli, che sopra sono stati chiusi.
L’attuale porta che non è una porta, uno degli archi, è opera della * di Gregorio XIII, che nell’anno III del pontificato (1574) decide di rivedere questo tratto di mura. Per chi viene dalla Campania la porta si presenta monumentalizzata, con l’idea del bugnato; sopra vi è lo stemma papale a vedetta. Secondo la tradizione anche romana e suffragata dalle memorie di M. Azelio, in questa porta, come quella latina, si esponevano in gabbie i resti di qualche brigante, ladro o manutengolo, o marito per coloro che avevano male intenzioni.
Accanto alla Porta di San Giovanni in uso, vi è la Porta Asinaria. Fu * che operò profondi restauri, con torri, con il corpo mancato, e con il raddoppio del cammino di ronda.
Attualmente la porta, rinchiusa da un cancello detto palatino, si presenta su due corpi: uno principale, con due torri e il vano centrale con la porta stessa, ed una verso San Giovanni, contro porta.
Il corpo centrale ospitava una camera di manovra per l’utilizzo della saracinesca, in cui si affacciavano le stanze del corpo di guardia. La porta era a doppio battente, rinforzato. Nella chiave di volta della porta vi è uno stemma, a croce, di origine cristiana.
Nel cortile interno si possono osservare le varie fasi architettoniche e di costruzione, in cui si evince la poco accuratezza dei lavori.
La controporta non presenta elementi di rilievo: la sua funzione era quella di fermare eventuali assalitori che si erano impossessati della porta principale.
La funzione di difesa della porta non fu mai messa a prova.
Durante la guerra che vide protagonista Belesario, il Generale bizzantino che due volte assediò Roma e due volte la difese, la porta fu oggetto di assedio.
Ma Totila, entrò in trattativa con i soldati che non erano romani ma di una popolazione dell’Impero, i Sauri, che difendevano la porta e, con l’oro ed il denaro li comprò e la porta fu aperta senza tanti problemi.
La Porta Asinaria, nel contesto di San Giovanni, tra Via Sannio e la porta stessa, è un buon esempio di fortificazione medievale * l’impiego delle azioni da fuoco, e ben conservata, anche se * dal complesso lateranenze.
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